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MFS 2 - Vincitore a pag. 33!
amers

Moderatore - Mentore

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20 gennaio, 2020 - 19:29
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Complimenti a Ves hug

alessandrino
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20 gennaio, 2020 - 21:03
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Caro pubblico, cari giudici, prof. e concorrenti, vi do il benvenuto al Terzo Gala di My Favorite Singer 2!

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Tema ostico per questo Gala: i contendenti si sono dovuti applicare molto nella ricerca di un brano nella discografia dei loro cantanti che desse maggior risalto alla componente musicale indipendentemente dalla componente testuale; ci saranno riusciti?

Lo scopriremo tra poco excited

@vike @mrnace @NotturnoManto @Alby @Casadelvino @Edre 

alessandrino
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20 gennaio, 2020 - 21:08
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TERZO GALA - MUSIC FIRST

 

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BILLIE EILISH E @Juventino95 - COPYCAT

Il tema di questo gala è stato abbastanza ostico ma fin da subito ho avuto in mente che cosa proporre anche a dispetto di tutte le critiche fatte nello scorso galà.

Per questo gala ho deciso di schierare COPYCAT.Questo è un brano un po’ particolare, probabilmente possiamo considerarlo un anello di congiunzione tra il suo primo EP ed il suo ultimo album per la musica e la produzione.

A dispetto dei brani giocati fin ad ora, questo brano è molto più cupo e oscuro, il testo parla di gente falsa ed emulatrice, di gente che cerca di non essere se stessa cercando di imitare altre persone al fine di magari di rendersi più accettabili. Non mancano nel testo i vari riferimenti a tutte quelle persone che cercando di copiare il suo stile e i suoi comportamenti.

La musica e la base sono molto d’impatto e infatti rendono il testo molto più forte e cercano di rendere il messaggio molto più chiaro e conciso, infatti non a caso il titolo della canzone è scritto in maiuscolo.

Probabilmente Billie in questo pezzo è davvero arrabbiata con queste persone infatti più di una volta ho provato un senso di ansia, minaccia, senso di inquietudine che accompagna quasi tutta la canzone. Ho detto quasi perché per circa 30 secondi dal minuto 2:00 la canzone si ferma e la musica diventa molto più dolce, tranquilla e rilassante anche grazie al tono della sua voce, proprio per cercare di non appesantire tutta la canzone.

Personalmente non sono solito ascoltare questa canzone, ma per una questione di stile e di emozioni. Essendo già di mio una persona abbastanza ansiosa non tendo ad ascoltare canzoni molto cupe, con musica e produzioni cosi forti, anzi in alcuni punti trovo la musica forse troppo eccessiva magari e forse supera magari il messaggio che vuole trasmettere. In particolare la parte del ritornello (dove trovo la musica particolarmente psichedelica) la trovo molto inquietante, nel senso buono del termine.

Ho trovato questa scelta coerente perché trovo la musica e la produzione pazzesche in questa canzone, non si poteva scegliere canzone migliore per innescare nell’ascoltatore medio un senso di ansia e poi di dolcezza sempre nella stessa canzone e Billie ci è riuscita perfettamente. Coerentemente ho voluto mostrare un lato di Billie molto più oscuro, cupo ma ho voluto anche ancorarmi sempre al lato dolce che contraddistingue e che preferisco di Billie.

 

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MACKLEMORE E @chanel - AND WE DANCED

Il 2012 è stato un anno buio e la mia playlist ne ha fortemente risentito, era formata quasi interamente da pezzi tristi e malinconici che mi lasciavano crogiolare nel dolore. La musica non mi stava aiutando molto.

Dopo aver scoperto Thrift Shop nel 2012, ho iniziato ad ascoltare l’intera discografia di Macklemore. Uno dei primi pezzi che ho scoperto è stato proprio And We Danced, che per quanto fosse di forte impatto, mi era sembrato un pezzo troppo allegro e spensierato per poterlo capire completamente. Mi sembrava impossibile apprezzarlo fino in fondo, in quanto non mi ci potevo immedesimare per lo stato d’animo che avevo in quel momento. Alla fine questa era solo una canzonetta che ascoltavo di tanto in tanto per rilassarmi, ma cosa poteva lasciarmi di concreto?  

Nonostante la mia chiusura mentale, ho iniziato ad ascoltarla molto spesso, ritrovandomi a canticchiarla e a ballarla senza rendermene conto. Mi sono accorto che ascoltare solo ed esclusivamente ballate struggenti o pezzi cupi e introspettivi non mi rendeva diverso dagli altri, mentre ascoltare un pezzo di questo genere mi dava una carica che non riuscivo ad ottenere in nessun’altro modo.

Musicalmente è un brano esaltante come pochi, tant'è che anche il testo passa in secondo piano. Sarà stato il ritmo trascinante, il ritornello orecchiabile, i suoni pop ed elettronici, ma per quattro minuti riuscivo a non avere pensieri negativi e a godermi della buona musica. Quando partiva la potentissima intro strumentale avevo soltanto voglia di fare baldoria, ballare e uscire dalla mia stanza. 

Non so se mi capirete, ma avete presente quella carica esplosiva che sentite quando ascoltate delle musica che vi comunica qualcosa? Mentre ballavo e cantavo And We Danced mi sentivo capace di spaccare tutto, eliminare ogni pensiero negativo e di certo sentivo di ballare molto meglio di Susy Fuccillo e Roberto Bolle messi insieme.

Ovviamente rimaneva pur sempre una canzone, non ha avuto il potere di farmi superare quel periodaccio, ma per qualche minuto era bello farsi trascinare da quella musica così coinvolgente e immaginare di ballarla con gli amici che in quel momento non avevo. Ascoltarla era un po’ come andare in terapia con Macklemore, mi faceva sfogare e stare meglio. 

And we cried
And we laughed
And had a really, really, really good time

Con questa canzone in effetti ho ballato, ho pianto, ho riso e mi sono divertito.

 

 

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STROMAE E @Vesuvius21 - CARMEN

Inizio con il ringraziare tutto il pubblico per avermi salvatoheart (se leggerete ciò significa che sono andato avanti laugh, altrimenti beh siete tutti cattivi cry). Per questo terzo gala ho scelto una delle canzone che preferisco di Stromae : Carmen.

Dal punto di vista personale apprezzo molto questa canzone di Stromae poichè l'artista non si limita al solo uso di simboli, immagini, parole (come suo solito) per esprimere il messaggio, ma parte dalla scelta di una determinata base musicale. 

Carmen è infatti la rivisitazione di una delle arie liriche più famose al mondo, ovvero l'habanera della carmen di Bizet. Ho fatto questa scelta poiché penso che la canzone sposi bene il tema del gala per diversi motivi, in primis,  la sonorità è molto coinvolgente , si riconosce sempre lo stile dance\elettronico di Stromae ma grazie all'ispirazione classica trovo che sia anche molto particolare e quindi di gran impatto; in secundis (si sto parlando in latino lol) come ho detto precedentemente, il motivo della scelta di questa aria (quindi della base musicale) non è casuale ma bensì ben pensata.

La canzone infatti punta a ribaltare il messaggio d'amore della classica versione lirica. Mentre nel capolavoro di Bizet viene messa in scena un'appassionata storia d'amore (anche se turbolenta), nel brano dell'artista belga, la storia d'amore è avvelenata dalla ormai dilagante mania dei social network. Nel video infatti si può riconoscere che a dare inizio alla base è l'uccellino di twitter, che si presenta al giovane come un amico innocuo e tenero, ma per poi diventare sempre più ingombrante nella vita quotidiana (dal postare una cena, un film, un momento d'intimità), a tal punto di renderlo suo schiavo.

Questo porta alla luce il vero messaggio che Stromae vuole far veicolare, l'alienazione del genere umano al giorno d'oggi, rappresentato sia nella scena dell'incontro con la bambina (l'incapacità di stringere amicizie reali) e sia nella scena finale, dove ormai tutti (anche personaggi notevoli) sembrano semplici macchine indirizzati verso una fine vuota. Molto suggestiva anche la scena in cui l'uccellino ricomincia il suo "lavoro" dalla bambina , che sta a indicare come questa situazione è in un loop senza fine.

Il mio pensiero su questa tematica è abbastanza concorde (odio infatti alcuni tipi di social) , ormai si dà sempre più importanza all'apparire, all'essere e non a quel che si è, non si godono più alcuni momenti , ma si "gode" solo in relazione al numero dei "mi piace" ricevuti. Detto ciò non condanno assolutamente i social , che usati in maniera misurata e giusta, sono una grandissima fonte di ricchezza, ma condanno la società di oggi che porta tutto all'eccesso , perdendo così numerosi valori.

Valori che però la musica (tema di questo gala) e artisti come Stromae cercano di esprimere in maniera eterna.wink

 

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MELANIE MARTINEZ E @Salva - CAROUSEL

Quando ho scelto Melanie nella mia testa si stava già delineando il percorso da fare. Non è stato per nulla facile arrivare a questa decisione, perché a primo impatto Melanie può sembrare un personaggio troppo complicato e costruito, però sono convinto che per capire un progetto bisogna entrarci dentro completamente, capirne i passi e gli interrogativi.

Melanie è una ragazza di ventiquattro anni come tante altre, ma che ha avuto la fortuna di incontrare la musica. Melanie non ha paura di raccontare la sua storia e le sue debolezze, debolezze che si riflettono nelle storie di milioni di ragazzi adolescenti (e non solo). Ed è solo grazie all'immedesimazione che si può veramente capire chi è Melanie Martinez. Nella sua musica troviamo lo scontro continuo tra il bene e il male, l'alternarsi dell'infanzia e della maturità. Attraverso il suo linguaggio e anche attraverso la componente visiva, è in grado di raccontare in modo diretto e sincero quella che è l'adolescenza, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.

Per questo Gala ho deciso di riportare al centro il tema dell'amore, raccontato grazie a Carousel, un brano che può contare su una produzione insolita, caratterizzato da rumori sinistri e atmosfere circensi. Può sembrare una scelta azzardata, ma ho deciso di portare questa canzone perché credo sia una vera chicca all'interno della discografia di Melanie e soprattutto a livello sonoro, credo possa essere qualcosa di unico in questo Gala. La produzione non è invasiva, probabilmente non così esplosiva, tuttavia la vera essenza del brano si trova proprio nella parte musicale. Senza di essa il brano non avrebbe la stessa forza, e non risulterebbe così originale e particolare. L'accompagnamento musicale infatti, dona al pezzo un'atmosfera terribilmente ipnotica, tanto seducente quanto macabra, esaltando ancora di più il testo. Inoltre nel brano percepisco anche una vena piuttosto malinconica che si sposa perfettamente con il ritmo, e che nel bridge è ancora più evidente.
La musica così evocativa, sembra così avvolgere l'intero brano con un alone di mistero.

Grazie all'utilizzo della fisarmonica e delle percussioni, la canzone richiama appunto un ambiente circense, tanto da essere scelta come colonna sonora della quarta stagione di American Horror Story, serie televisiva di genere horror, tra le più celebri degli ultimi anni.

La storia è incentrata sui sentimenti che Cry Baby prova per un ragazzo che, però, non la corrisponde.
Il testo parla di un amore irraggiungibile a tal punto da tenere l'artista imprigionata. Melanie lo paragona ad una giostra che gira su se stessa, dove è impossibile raggiungere il cavallo successivo. Melanie è così bloccata in un circolo vizioso, reso con la metafora della giostra, da cui non riesce ad uscire.

Il fulcro dell'intero brano è il ritornello, nel quale Melanie, con un tono visibilmente rassegnato, dice di sentirsi come se fosse incastrata, e sembra sempre così vicino a ciò che ama, ma alla fine non riesce mai a raggiungerlo e ad afferrarlo :

"Round and round like a horse on a carousel, we go,
Will I catch up to love? I could never tell, I know,
Chasing after you is like a fairytale, but I,
Feel like I'm glued on tight to this carousel"

Nella seconda strofa, parla di questo "amore", che inizialmente sembra magico ma che si rivela solo tossico. Si ritrova così in un rapporto unilaterale, nel quale solo Melanie è veramente coinvolta :

"Oh, come, take my hand
And run though playland
So high, too high at the carnival
And it's all fun and games,
'Til somebody falls in love,
But you've already bought a ticket,
And there's no turning back now"

Questa traccia può essere così definita come una canzone autobiografica, ed è stata scritta dopo la rottura con il suo primo ragazzo.

Grazie al video musicale che accompagna il brano ci immergiamo in un mondo psichedelico, fatto di luci e colori. Lo scenario è un luna park di notte e il risultato è in pieno stile Martinez. Qui si susseguono una serie di scene che riportano a racconti horror, come sparizioni improvvise e bambole voodoo. 

Ho scelto questo brano perché lo considero un po' come il proseguimento della mia storia in Soap, ed è per questo che riesco ad immedesimarmici con estrema facilità.
Infatti una volta che ho confessato i miei sentimenti a questa persona, la relazione ha preso una piega inaspettata. Dall'altra parte, dopo un iniziale rifiuto, sembra esserci stato un ripensamento, ma è come se in qualche modo questa storia si fosse bloccata da quel momento in poi. Mi sento a mia volta come se fossi su una giostra che continua a girare a vuoto e mi sembra di non riuscire mai a saltare sul cavallo successivo.

 

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GIANLUCA GRIGNANI E @amers - SCUSAMI SE TI AMO

Quando ho letto velocemente il tema ho pensato: Oddio ma ora devo rivedere tutte le mie idee e dovrò proporre L'Aiuola! Poi ho ragionato, letto meglio e mi sono tranquillizzata.

Quando ho deciso di portare Grignani l'ho fatto per un motivo affettivo ma soprattutto per provare a fare conoscere un suo lato che pochi conoscono.

Il primo pensiero è stato portare un altro pezzo de La fabbrica di plastica, però poi ho ascoltato Campi di popcorn e ho deciso che non potevo non proporre un pezzo di quel disco. Campi di popcorn è il suo terzo album, musicalmente il seguito perfetto de La fabbrica mentre a livello testuale c'è forse più maturità anche se i messaggi non sono sempre immediati.

E dopo alcune indecisioni la scelta è ricaduta su Scusami se ti amo, canzone che riesce a coniugare testo e musica in maniera quasi perfetta. Ritengo il testo uno dei suoi migliori ma senza la sua musica non avrebbe avuto lo stesso effetto disarmante.

Il pezzo è una dichiarazione d'amore in stile Grignani, senza troppi fronzoli e diretta, senza essere dolce nel modo classico ma allo stesso tempo traspare dalle sue parole un amore sincero e incondizionato.
Inizio lento, dove possiamo lasciarci trasportare e pensare quasi a un lieto fine di questa storia, lui la ama e glielo dice quasi con timore. Però Gianluca ci ricorda che l'amore non sempre è semplice e per alcuni motivi non dovrebbe più amarla. In quel passaggio è soprattutto la musica che ce lo ricorda: i suoni diventano più decisi e predominanti, incalzanti in un crescendo musicale ipnotico. Un rock deciso, magnetico.

Grignani mi trasporta nel suo mondo, che spesso è stato anche il mio, di un amore travolgente ma straziante e quasi alienante. Un amore che fa male perché si ha la consapevolezza che finirà, Gianluca non lo esplicita ma la musica sì, perché non può esserci lieto fine nonostante lui la ami completamente ma si scusa perché sa che lei l'ha già persa.

E il Se ti amo ripetuto e urlato, con le chitarre che esplodono e logorano, perché in fondo lui sa di non essere ricambiato. E la sua speranza termina con la musica che si placa. Insieme all'illusione del lieto fine.

 

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LADY GAGA E @Krishoes - SCHEIßE

Il tema di questo gala mi ha messo in difficoltà. Quando ho letto l'assegnazione ho subito pensato di scegliere una ballad, ma dopo essermi confrontato con il mio tutor mrnace, grazie ai suoi input, ho optato per qualcosa di totalmente opposto.

Il brano che vi propongo oggi è "Scheiße", settima traccia del secondo album in studio di Lady Gaga, "Born this way", pubblicato nel 2011. Senza dubbio fra le canzoni più "folli" della sua discografia.

La base eurodance influenzata dal genere electroclash, si scontra con un frenetico ritmo techno... generi e sottogeneri che presero vita e si diffusero in Germania, la terra attorno alla quale ruota questo pezzo.

Il punto focale del brano è infatti l'utilizzo di due strofe in finto tedesco ripetute più volte per tutta la durata della canzone.

Ich schleiban austa be clair, es kumpent madre monstère,
aus-be aus-can-be flaugen, begun be üske but-bair.

Ich schleiban austa be clair, es kumpent üste monstère,
aus-be aus-can-be flaugen, fräulein uske-be clair.

Non un vezzo inserito a caso. Gaga si serve di un linguaggio "immaginario", spigoloso, che ricordi il tedesco, per donare musicalità al brano. Una lingua che richiama il luogo e le circostanze ad aver ispirato il brano.

In un'intervista del giugno 2011 Gaga afferma che "Scheiße" nacque dopo un party al Lab.Oratory, un nightclub di Berlino. Il titolo è una reale parola tedesca, l'equivalente di "shit" in inglese, con un'ambivalenza di significato, usata sia come imprecazione che come esaltazione di un concetto.

Impossibile quindi non sottolineare il tema del pezzo, la liberazione femminile, la celebrazione della forza delle donne che non vogliono sottostare ai dettami maschili e lottano per i loro diritti.

Now there's objectified, by what men say is right (...)
Express your woman-kind fight for your right.

Il beat ossessivo, il ritmo calzante e la potenza dell'arrangiamento costellato di synth sincopati trasmettono alla perfezione i concetti di potenza e libertà, tanto che la canzone non avrebbe quasi bisogno di essere supportata dal testo per trasmettere il proprio messaggio. È l'istinto a prendere il sopravvento.

When I am on a mission, I rebuke my condition
If you're a strong female, you don't need permission.

A "Scheiße" lego il ricordo del mio primo e finora unico concerto di Gaga, la data al Mediolanum Forum di Assago del "Born This Way Ball Tour" del 2 ottobre 2012.

Quando penso a quel giorno, la prima canzone che mi viene in mente è proprio questa. Il boato del pubblico alla partenza di questo brano fu forse il più rumoroso di tutta la scaletta, il sottofondo perfetto per un momento di inebriante e liberante felicità.

 

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KELLY CLARKSON E @KassaD1 - PEOPLE LIKE US

Non nascondo che questa tema mi abbia messo davvero in difficoltà: una delle caratteristiche che più apprezzo delle canzoni di Kelly è proprio il testo e non è stato semplice analizzare quale canzone potesse lanciare un messaggio preciso solo grazie alla musica.
Fino alla fine sono stato indeciso su quale canzone portare, ma poi mi sono convinto a portare People Like us.
Non è la tipica canzone che ti aspetteresti da una come Kelly: inizialmente si sente questo messaggio quasi futuristico che ti fa dire "Wow, cos'è successo a Kelly?", poi ritorni alla realtà con un suono tipico delle sue canzoni perché molto intimo e dolce. Tutto poi viene spazzato via con un ritornello forte, travolgente e trascinante.

Se dovessi fare un parallelo con altri suoi brani, direi che People like us potrebbe essere una versione più innovativa e moderna di Stronger. Però, bisogna dire che lancia un messaggio totalmente diverso: quanti di noi si sono sentiti diversi e non accettati in un contesto in cui eravamo gli unici ad avere una determinata particolarità che ci rendeva strani rispetto agli altri?
People like us è un inno all'unità: non sentiamoci soli quando effettivamente non lo siamo, pur avendo qualcosa che ci rende differenti, non dobbiamo pensare di essere un caso isolato. Ci saranno tante persone con la nostra stessa particolarità, magari viviamo soltanto in un contesto diverso in cui questa caratteristica diventa come un'etichetta che viene vista come qualcosa di negativo.
Basta solo cambiare contesto per capire che non siamo soli: esistono tante Persone come noi e, unendoci a loro, possiamo sconfiggere chi ci ha sempre visti come qualcosa di diverso.
Pur iniziando lentamente, la canzone esplode nel ritornello: qui è il punto chiave che mi ha fatto pensare all'unità e allo scoprire di non essere tanto diversi da tutti gli altri. Dopo, però, abbiamo un ritorno a un ritmo più cupo come a sottolineare che il passaggio verso la collettività non è tutto rose e fiori.

Uno dei momenti in cui mi sono sentito quasi fuoriluogo e diverso dagli altri è stato durante i miei anni al liceo: non è stato facile essere uno dei pochi della classe ad avere la passione per lo studio. Mentre tutti parlavano di calcio o di fumo, io me ne stavo con pochi altri a studiare o a fare i compiti per il giorno successivo. Quando c'erano le lezioni ero uno dei pochi che le seguiva, che non ridacchiava o che semplicemente portava rispetto a chi stava spiegando. Potrebbe essere banale, però, non ho mai capito per quale motivo un ragazzo studioso dovesse essere visto diverso dagli altri. Nella mia scuola funzionava tutto al contrario: chi non studiava, era visto come un fighetto da elogiare; mentre chi si applicava per ottenere qualche risultato veniva quasi lasciato da parte.

Fortunatamente, la mia svolta è arrivata quando sono andato all'università: qui ho davvero capito di non essere diverso dagli altri, ho trovato tante persone che condividono le mie stesse passioni e non devo più sentirmi speciale o diverso. Qui è dove ho avuto il mio passaggio da grigio a colore e la mia Kelly Clarkson è stata proprio l'università!

 

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ED SHEERAN E @robyfederer - I SEE FIRE

Cari giudici e prof, non nascondo che il tema di questo gala mi ha messo molto in difficoltà. Ho pensato subito che il mio amato Ed fosse un cantautore e, come tale, la sua forza espressiva risiedesse soprattutto nei testi. In realtà però mi erano subito balenate possibili canzoni in mente, dove al testo si univa anche un accompagnamento musicale che ti colpisse dentro. Dopo un bellissimo consulto con il mio tutor, ho deciso alla fine di optare per I see fire.

I see fire è il brano composto da Ed, come colonna sonora del film “Lo hobbit - la desolazione di Smaug”.
È un brano molto semplice dal punto di vista musicale visto che ha soltanto una linea melodica della chitarra ad accompagnare la voce di Ed. Sappiamo tutti però che molto spesso less is more, ed io direi che è proprio questo il caso. Il riff che accompagna il brano è uno di quelli a mio avviso indimenticabili, che ti colpiscono subito e richiamano la tua attenzione. La canzone parte in maniera lenta e malinconica con la voce di Ed fino a che non è raggiunta al secondo 31, dopo la fine della prima strofa,dall'ingresso della chitarra. L’ingresso dona dolcezza e pienezza a quella che sembrava una sorta di ode malinconica, che invece si trasforma in qualcosa di più intimo e rilassante.

Se guardiamo al testo della canzone ci accorgiamo subito che i riferimenti sono al film, nonostante ciò anche per chi non ha visto il film è facile appassionarsi comunque proprio perché l’aspetto musicale è predominante e colpisce subito. Tornando proprio a parlare di questo, vi faccio notare quanto l’intesità della chitarra aumenti sempre più dopo l’inizio un po’ più lento, fino a raggiungere il climax finale nel bridge che poi raggiunge il suo apice nel ritornello arricchito dalla presenza di cori (dal minuto 3:31 fino alla fine del brano). Per quello che mi riguarda si passa da una sensazione di calma ad una sorta di grido disperato, ma non è quell “I see fire” il grido, bensì quell’incessante aumento dell’intesità musicale che ti porta poi ad arrivare ad assaporare una sensazione piena di malinconia.
È una canzone a mio parere epica, perfetta colonna sonora del film per cui è stata scritta. In più sono molto legata a questo brano perché è stato il primo di Ed che ho imparato a fare bene alla chitarra.

Per il momento, Il mio percorso con Ed sembra legato ad una sorta di filone cinematografico (tra lo scambio con l’attore di Harry Potter e la scelta di un brano colonna sonora). Vi faccio notare questo per dire che la mia passione musicale per Ed, è nata ed è cresciuta in maniera abbastanza particolare. Io sono sempre stata una fan del Signore degli Anelli e quindi avevo guardato il primo prequel del “Lo Hobbit”. Quando ho scoperto che l’autore, della canzone principale del secondo film, sarebbe stato Ed l’ho percepito come una sorta di segno. Il cantante che stavo iniziando a conoscere ed amare sempre di più (in quel periodo avevo preso i biglietti per il suo concerto a Roma), era in un certo senso legato a doppio filo alle mie saghe preferite. Si può chiedere di meglio? Io credo proprio di no

Ora mi rivolgo come sempre ai giudici, ai prof e al pubblico: spero che questo secondo episodio del mio rapporto con Ed vi sia piaciuto. So che ancora una volta ho scelto qualcosa di mainstream e che vi avevo promesso un Ed diverso, ma se mi date fiducia vi prometto che ve lo farò conoscere!

 

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MIA MARTINI E @xello - TU T’EN VAS QUAND TU VEUX

Music first è la parola d’ordine di questo terzo Gala e non potevo non schierare il brano di Mia che, a mio parere, più fonda la sua essenza sulla sua composizione musicale.

Pubblicato in Italia nel 1973, ‘Minuetto’ vede la collaborazione di due grandi nomi: Franco Califano per il testo (anche se prima di lui ne avevano tentato la scrittura Maurizio Piccoli, Bruno Lauzi e Luigi Albertelli) e Dario Baldan Bembo per la composizione musicale.

I cori invece, altro elemento caratteristico di questo brano, vedono la collaborazione di Bruno Lauzi, Maurizio Fabrizio, Loredana Bertè e Adriano Panatta.

Il brano è presentato qui nella sua versione in lingua francese ‘Tu t’en vas quand tu veux’, pubblicato per il mercato francese nel 1974 (a fronte del grande successo che ebbe la versione italiana anche all’estero). La scelta di presentare il brano in francese nasce dalla mia volontà di far conoscere una versione magari inedita a molti, in una delle lingue (insieme all’arabo) che personalmente trovo essere la più musicale al mondo e in una lingua meno ‘immediata’ dell’italiano che potesse far concentrare l’attenzione su quello che è l’elemento di forza del brano (nonché l’elemento chiave di questo Gala).

Dario Baldan Bembo crea per Mia e questo brano una partitura musicale complessa, dove si fondono chitarre, tastiere, basso, piano e batteria e diverse influenze musicali (da Bach alle ballate pop d’oltreoceano). La composizione musicale, rivisitazione moderna di un minuetto (danza originaria della Francia il cui nome deriva da ‘pas menu’, i piccoli o minuti passi che caratterizzavano la danza), si tramuta in una ballata lenta e malinconica.

Il ritmo cadenzato del pezzo sottolinea in modo funzionale le ore tutte uguali vissute dalla donna protagonista del brano (schiava di un uomo che non fa che prendere ciò che vuole lasciandola ogni volta sola) e il crescendo musicale del brano non è altro che lo specchio dell’altalena emotiva della protagonista stessa. La donna, infatti, passa dal giustificare il proprio partner affetta da un’insana dipendenza affettiva a provare forti sentimenti di solitudine e dolore a causa di quello stesso uomo.

Mais trop souvent j'ai peur
Peur de la solitude
De ce grand vide où disparaît mon cœur
Je suis là à mendier ton amour
Enchaînée depuis le premier jour
Devant toi je suis sans volonté
Je suis prête à tout accepter et je m'en veux
Chaque soir est une longue attente
Une agonie lente
Jamais tu n'imagines un seul instant
Combien je suis seule et perdue
Dans la vie
Toi tu viens en passant
Et tu t'en vas quand tu veux
Je suis là qui t'attends
Et tu t'en vas quand tu veux
Je te plais tu me prends
Et tu t'en vas quand tu veux
J'oublie l'heure et le temps
Et je suis à toi
Rien qu'a toi
Même quand tu t'en vas, rien qu'à toi
Complètement, rien qu'a toi

Rinnegare una passione no
Ma non posso dirti sempre sì e sentirmi piccola così
Tutte le volte che mi trovo qui di fronte a te
Troppo cara la felicità per la mia ingenuità
Continuo ad aspettarti nelle sere per elemosinare amore
Sono sempre tua, quando vuoi, nelle notti più che mai
Dormi qui, te ne vai, sono sempre fatti tuoi
Tanto sai che quassù, male che ti vada avrai
Tutta me, se ti andrà, per una notte, sono tua
La notte a casa mia, sono tua, sono mille volte tua
 

Sul finale il ritmo cadenzato lascia spazio ad un ritmo differente e più lento, dal sapore malinconico; la protagonista, infatti, arriva alla consapevolezza dell’impossibilità di un epilogo positivo per quella storia d’amore in cui aveva fortemente creduto e si abbandona all’amarezza per il tempo perduto.

Mais rien ne se dessine à l'horizon
Tous mes rêves meurent au petit jour
Combien de fois m'a-t-il semblé perdre la raison
Que de chagrin m'as tu donné pour un peu d'amour
Je n'ai jamais plus profité de rien
Et tu es là indifférent à tout
Je n'ose pas imaginer que sera demain
Mais je ne pourrais pas te perdre
Et je te suivrai partout
Je passe mes jours à pleurer mon tort d'entendre
Je ne sais pas bien où je vais
Je cherche à comprendre
Je ne peux me passer de toi
Et je pleure, je pleure et je t'aime
Bien tu peux partir quand tu veux
Pourvu que tu viennes

E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai!
Ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu
il resto di una gioventù che ormai non ho più...
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia
ora ammetto che la colpa forse è solo mia
avrei dovuto perderti, invece ti ho cercato.
Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai.
Io non so l'amore vero che sorriso ha...
Pensieri vanno e vengono, la vita è così...

 

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FABRIZIO DE ANDRE' E @Emm - IL SUONATORE JONES 

L'ambizione, la libertà, la felicità.

Audioguida (cit.)
Nel 1971 Fabrizio De André pubblica un concept album ispirato all'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, raccontando in nove brani la vita vissuta da alcuni ospiti di un cimitero, e lo chiude con il brano che ho deciso di sottoporre al vostro ascolto, Il suonatore Jones. É un album MERAVIGLIOSO!

Jones ha scelto di destinare la sua esistenza all'inseguimento della sua passione: vuole suonare come e quando vuole, accontentandosi di coltivare il suo piccolo terreno solo quando capita. Vuole andare in giro, stare in mezzo alle persone, suonare alle feste, vedere ballare. Vuole essere libero.

 

Un po' come il giovane Faber che ha abbandonato la facoltà di giurisprudenza per "fare il cantautore".
Un po' anche, con le dovute proporzioni, come un altro ragazzo che la laurea in legge l'ha presa, ma ha abbandonato quella strada per inseguirne una più romantica, meno sicura ma che privilegiasse l'affermazione umana e di coppia, un lavoro da svolgere fianco a fianco, anziche quella più ambiziosa e concreta per la gioia anche di mammà e papà.

(Io Jones non lo volevo portare, sapevo che sarebbe finita così.)

 

Il suonatore Jones, un violinista nell'originale testuale, un flautista nel nostro caso, potrebbe tranquillamente intitolarsi Il sognatore Jones: un uomo che sa vedere nella polvere la ruota di una gonna che volteggia al rirmo di una danza di paese.

E la musica, la danza, le note, l'atto del suonare, il compiacimento dell'ascolto, lo strumento come compagno fedele della vita e diventa poi personificazione della vita stessa, permeano dall'inizio alla fine il brano, che ho scelto come "Music first" proprio perché il testo, ed il concetto alla sua base, non avrebbero avuto la medesima efficacia a condizioni diverse.
D'altronde é la storia di un musicista posseduto da un fuoco, da una passione bruciante.

 

Nel citare doverosamente l'arrangiamento, tra gli altri, di Nicola Piovani, premio Oscar per La vita é bella, tre passaggi musicali necessitano menzione.

L'intro del brano. Le note scandite in maniera così netta creano l'attesa, il pathos del racconto: personalmente (opinabilissimo, quindi) ci ho sempre visto come il ticchettio di un orologio, che scandisce tutte le vite, ma non quella di Jones che ha scelto un'altra via, e infatti quando comincia a raccontarsi l'atmosfera mi giunge rarefatta, quasi sovradimensionale.

L'assolo di flauto centrale. Jones ha scelto la sua strada, quell'assolo puo essere inteso come un'esibizione a una festa di paese, o come tutta la sua vita, la vita che si é scelto. Ho sempre visto nella seconda ipotesi un'apertura ariosa, che comunica determinazione e al contempo pace. Il flauto si innesta nel tappeto musicale fino alla fine del racconto, che ci presenta un uomo che muore (il flauto spezzato) in miseria (i campi alle ortiche, da lui stesso abbandonati) ma raggiunta la vecchiaia (le risate rauche) dopo aver vissuto tutta la vita senza nemmeno un rimpianto.

L'epilogo. Cala il sipario, il flauto riprende indisturbato a suonare, ed un soprano gorgheggia fondendo la voce nella sinfonia, l'individuo nella musica. Ed io mi sciolgo generalmente in un sospiro di sollievo, perché quando vivi chiedendoti di quando in quando se hai fatto la scelta giusta, vedere che chi ha seguito il suo cuore é vissuto felice per tutta la sua vita dà un grande conforto. Anche se é solo una canzone.

Per cui grazie, suonatore Jones. Grazie, sognatore, per aver provato che quello che gli altri chiamano vento, per te é libertà, e che quello che gli altri chiamano illusione, per te è felicità.

 

Risultati immagini per coldplay

COLDPLAY E @DGS - ATLAS

Quando Alessandrino ha proposto il nuovo tema, mi sono trovato subito indeciso su due brani in particolare che in un certo senso si trovano agli antipodi dello spettro musicale. Il primo ha un sound molto particolare, inusuale non solo per i Coldplay ma per la stragrande maggioranza degli artisti di oggi e del passato, il secondo invece ha un sound fatto di antitesi ed emozioni. Con l'aiuto del mio coach Vike, ho deciso di tenermi il primo brano per il futuro e ho optato per il secondo, ed è dunque con piacere che vi presento "Atlas", pezzo che si può ascoltare nei crediti di Hunger Games: Catching Fire. E' un brano che mi ha stregato fin dal primo ascolto e che merita di avere molta più visibilità di quanto non lo sia in realtà. Per questa volta vi risparmierò i drammi della mia vita e mi concentrerò quasi esclusivamente sull'aspetto musicale del pezzo. wink

Nella breve introduzione sentiamo il pianoforte suonare tre note che portano subito l'ascoltatore a pensare che il pezzo sia scritto in una tonalità maggiore. In realtà appena inizia la strofa si capisce che siamo in una tonalità minore. Questa cosa coglie di sorpresa l'ascoltatore, perché la nostra mente cerca sempre la perfezione e l'equilibrio, cosa che inconsciamente associamo alle scale maggiori, nonostante sia impossibile capire dalle sole note dell'introduzione la tonalità del pezzo. 

La strofa cantata da Chris e accompagnata solo dal pianoforte è malinconica e drammatica. Si parla di conflitto, di lotte, di un mondo fatto di fumo, pistole e archi, ma qualcosa si smuove verso la fine si essa. Entrano in gioco un paio di sintetizzatori che all'inizio sono quasi impercettibili, ma che lentamente crescono finché...

I'm about to explode!

La malinconia lascia spazio alla speranza nel ritornello, che cambia la tonalità da maggiore a minore. I'll carry your world: così come Atlante (Atlas) sorregge il mondo sulle sue spalle, io sosterrò te nei tuoi momenti di difficoltà. 

Si torna sulla tonalità minore nella seconda strofa, che a differenza della prima ha una base strumentale più complessa: oltre al pianoforte sentiamo già da subito i synths e anche un velo di batteria. Si parla di ciò che vogliono ottenere i colpevoli del conflitto (some search for gold, some dragon to slay) e ciò che desiderano le vittime (Heaven we hope).

Il secondo ritornello è ancora più potente del primo, più forte, più ritmato, più strumenti, più desiderio di aiutare chi è in difficoltà e sostenerlo. Si raggiunge il climax. Questa sensazione di fiducia e di determinazione è ancora più potente durante la parte instrumental, che precede la parte finale del brano.

La coda del brano si mette in contrapposizione all'introduzione: sembra che il pezzo stia per terminare in una tonalità minore e che quindi l'esito del conflitto sia negativo, che tutto sia stato inutile, ma l'ultimo accordo è, inaspettatamente, maggiore. La sensazione di appagamento che si prova quando il brano termina in questo modo è indescrivibile, fa quasi sospirare.

Atlas è un brano costruito su antitesi, alti e bassi, potenza e fragilità, speranza e sofferenza, pace e guerra. Il continuo tiro alla fune tra tonalità maggiore e tonalità minore rappresenta proprio il conflitto di cui si parla, nonché tutte queste contrapposizioni. Ma la cosa importante è che al termine di tutto ci sia un finale lieto.

alessandrino
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20 gennaio, 2020 - 21:15
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Caro pubblico, dopo aver testato il bacino di utenza per questi primi due Gala, vi chiedo di esprimere il vostro voto inviandomi in privato la vostra top 5 (classifica dal primo al quinto posto) entro le 15:00 di mercoledì 22/01.

Stessa scadenza per classifiche e commenti di prof e giudici.

DGS
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20 gennaio, 2020 - 21:17
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Ops, devo far notare un errore nel mio testo! 

La malinconia lascia spazio alla speranza nel ritornello, che cambia la tonalità da maggiore a minore minore a maggiore.

Mi scuso per la distrazione!toofunny3

KassaD1
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20 gennaio, 2020 - 21:20
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Vedo che questo tema è stato facile per tuttitizianaride_png

alessandrino
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20 gennaio, 2020 - 21:49
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Situazione attuale (mi sono impegnato rofl)

Annotazione-202.jpg

DGS
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20 gennaio, 2020 - 21:53
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Nel tempo libero volevo farti una tabellina io ma mi hai preceduto. lmao

Casadelvino
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20 gennaio, 2020 - 21:55
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Complimenti a Vesuvius! Non ho scritto nulla per non influenzare il pubblico, ma Quand c'est è sicuramente il mio pezzo (che conosco) preferito di Stromae. Un capolavoro, e mi si sarebbe stretto il cuore se fossi uscito con esso.

Vorrei salutare Sparso che comunque ci ha presentato tre perle nascoste di un gruppo leggendario. Mi dispiace tu ti sia fermato qua per forze maggiori che ti hanno impedito di esprimerti al meglio, come il gioco richiedevo. Però è sempre un piacere vedere la tua perseveranza e la tua dimensione musicale nei giochi!hug 

alessandrino
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20 gennaio, 2020 - 22:04
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DGS ha detto
Nel tempo libero volevo farti una tabellina io ma mi hai preceduto. lmao  

Grazie per l'offerta hugsicuramente sarebbe stata più decente rofl

mrnace
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21 gennaio, 2020 - 17:57
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Come sempre il mio primo criterio di valutazione è l'aderenza al tema del gala (un brano che desse maggior risalto alla componente musicale indipendentemente dalla componente testuale)
Prova difficile, è vero, ma capace di generare riflessioni interessanti.

billie juventino95 Una Billie diversa, più immediata, darkeggiante che si lascia guidare, non poco, dal sound. Descrizione delle tue sempre efficaci e pezzo coerente con la tematica chiesta. Trovo sia il sottofondo perfetto per un apertivo. Molto molto bene.
macklemore chanel Forse l'impresa più difficile è la tua e questo va riconosciuto. Un rapper è insaziabile si nutre di parole le mastica le rielabora le digerisce e ce le rovescia addosso. E' anche vero che poi ricorre a campionature, effetti vocali, ritornelli eseguiti da terzi ma quello che emerge, il più delle volte, è quel che ha da dire. Con questa premessa devo ammettere che la tua missione è riuscita parzialmente, l'ho riascoltata più volte: ballabile, piacevole ma non trascinante. Ottimo lavoro, invece, nella parte descrittiva.
stromae vesuvius21 I pezzi che presenti di Stromae ogni volta sorprendono. Come questo: una limpida fusione intellettuale fra un'opera lirica (qua io proprio ignorante lo dico) e l'elettronica più accessibile. E' una canzone adulta, studiata, a più letture e lungimirante vista la tematica trattata (uscì nel 2013). Ho apprezzato nella presentazione la parte tecnico/musicale e i tuoi commenti personali. Ben fatto!
melanie salvatore Di Melanie conoscevo solo questo pezzo, usato per la serie antologica AHS nella sigla, nelle promo ufficiali, nel teaser ecc.. Lo scelsero proprio perchè ipnotico, sinistro e musicalmente perfetto al tema di quella stagione. Lo scelsero nonostante parlasse d'altro e per questa ragione per me è un brano indovinato.
Nella parte descrittiva, ben articolata come sempre, invece, hai approfondito più altri aspetti tralasciando o, quantomeno, solo accennando a questo particolare che poteva essere un punto di forza. Nel complesso, comunque, un buon lavoro.
gianluca amers Diretto e schietto negli intenti e altrettanto nella musica per una dichiarazione autentica, critica e mai banale. La parte testuale elegante e scorrevole come sempre. Nell'insieme prova superata. Un suggerimento, qualora il tema dei prossimi gala lo consenta, prova a farci incontrare un Grignani diverso. Fin qui ci hai trasportati nel 1995, poi nel 1997 e l'anno seguente (se non ricordo male) ma mi piacerebbe leggere e ascoltare anche di Gianluca e Amers più recenti. So bene che sono gli anni d'oro suoi ma ha confezionato pezzi interessanti anche pìù in avanti
gaga Krishoes Io la immagino così: Gaga ha per le mani un mantra, un testo di forte impatto sull' empowerment femminile e ha urgenza di comunicarlo. Il modo migliore per farlo è trovare una "lingua" che si fonda con la musica padroneggiante (e qui tema del gala centrato) come se la stessa musica avesse bisogno di un suono nuovo, gutturale, ruvido a supporto. Perfetta la parte descrittiva: analisi tecnico/musicale da addetto ai lavori; descrizione e curiosità sul brano e apporto di esperienza personale al concerto. Vincente
kelly kassaD1 La parte descrittiva migliore di quelle presentate finora. Bravissimo!! Per la prima volta ci parli di te, provi ad immedesimarti nel testo, senza banalità e retorica e così facendo ci mostri il legame forte che hai con Kelly. Il pezzo pop energizzante a cui tieni molto ti ha aiutato nel testo, meno forse nel rapporto musica vs testo, dove Kelly con la sua estensione notevole lascia che le parole prendano il sopravvento.
ed robyfederer Notevoli passi avanti nella descrizione che accompagna il testo: la componente musicale ben scandagliata, il tuo coinvolgimento personale (suoni la chitarra, brava) e la passione che nutri per Ed. Le righe finali, invece, sul percorso che vorresti intraprendere, quello che hai immaginato, seppur condivisibili, sono di scarsa utilità ai fini della presentazione del pezzo. Purtroppo, dobbiamo valutare questo pezzo e non l'ipotetico prossimo. Scelta del pezzo plausibile ma ordinaria, non poi così "less is more". Avrei preferito Ed da solo con la chitarra in una versione strumentale di uno dei suoi pezzi.
mia xello La scelta più coraggiosa. Andiamo per ordine. Schieri un pezzo molto conosciuto, a cui molti sono legati nell'interpretazione classica. Ma per elevare il grado di difficoltà ce lo presenti nella versione francese. Bellissimo, per me. Straniante per alcuni, forse. Utile, invece, non solo per mostrare Mia nel periodo d'oro della carriera (vendite e concerti all'estero, collaborazioni con Aznavour e apice con il concerto all'Olympia di Parigi) ma sopprattutto per porre l'attenzione sull'universalità del pezzo nella sua melodia. Il pezzo venne tradotto è vero insieme ad un altro ma poi il progetto venne proposto per intero, con i pezzi italiani, vennero fatti concerti con gli stessi dimostrando il punto di forza, oltre la voce e l'interpretazione, ossia la melodia e l'arrangiamento. Convincente.
de andrè emm Trovare la chiave di lettura in un oceano di scelta ti avvantaggia, è vero, ma al tempo stesso non ti semplifica il lavoro. Ci riesci con questo brano (non me lo ricordavo proprio) non solo perchè è permeato di buona musica ma perchè, proprio per darle importanza de andrè tratteggia solo con pennellate all'acquarello il profilo del musicista lasciando che sia la musica creata dallo stesso a prevalere. Ancora una volta una delle proposte migliori.
coldplay DGS Molto tecnico e metodico, ti vedo chino con il camice mentre "vivisezioni" la canzone. E il risultato è una piacevole autopsia, forse in alcuni passaggi lievemente apersonale (oh, almeno un difettuccio in tre commenti lasciamelo trovare) che aiuta e guida nella scoperta del pezzo. E dimostra la tua passione per la band. Bene!

amers

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21 gennaio, 2020 - 18:09
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Grazie mrnace per il commento 🙂 sì, per ora ho portato tre pezzi dei primi tre album, scelta in realtà ampiamente ponderata perché il mio legame parte da lì. Nei successivi gala,se dovessi rimanere, penserò anche a un Grignani diverso hug

alessandrino
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21 gennaio, 2020 - 23:03
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Billie Eilish: ho trovato particolarmente azzeccato il cambio di rotta rispetto alle proposte precedenti in un Gala in cui era richiesto che la musica colpisse più delle parole. Personalmente, da non  ascoltatore abitudinario di Billie, sono rimasto piacevolmente sorpreso da come riesca ad essere credibile sia in brani dolci, quasi emozionanti, come idontwannabeyouanymore che in brani con una produzione forte, quasi inquietante, come in questo caso. Ho apprezzato molto lo stacco delicato e il ritorno, quasi improvviso, alle atmosfere cupe che caratterizzano la maggior parte della canzone; è la musica che guida il modo di esprimersi e di cantare di Billie, musica che riesce ad esprimere al meglio le due anime di questa cantante. Molto bene.

Macklemore: probabilmente è l’artista messo più in difficoltà da questo tema; trattandosi di un rapper non era facile trovare un brano che esaltasse la musica anziché il testo. Ho apprezzato, perciò, la volontà di proporre una canzone così allegra, diversa da ciò che avevamo ascoltato fino ad ora di Macklemore, per mostrarci un’ulteriore sfaccettatura di questo artista che ha sicuramene molto da dire e da dare. Musicalmente il brano mi incuriosisce abbastanza all’inizio ma si perde un po’ nel prosieguo, non riuscendo ad essere del tutto convincente. Interessante però la presentazione che da l’occasione di conoscere un po’ di più Chanel attraverso il suo favorite singer.

Stromae: già solo l’idea di rivisitare in chiave elettronica di un’aria lirica è di per sé estremamente interessante. Nel momento in cui questa rivisitazione da vita ad una canzone in cui l’essenza riconoscibile del brano originale si fonde perfettamente con le sonorità moderne, siamo di fronte ad uso intelligente della materia musicale. Senza dubbio è il brano che mi è rimasto più in testa;  il modo di cantare ricorda molto più il parlato che il cantato e ciò lascia emergere in maniera preponderante la base sottostante, col suo carattere ipnotico, ridondante ma non per questo noioso o poco interessante. Dalla presentazione inizia finalmente ad emergere il rapporto Stromae-Ves, che si è rifatto alla grande dopo il ballottaggio.

Melanie Martinez: Melanie torna con le tematiche di amore del primo pezzo ma allo stesso tempo ripresenta un po’ le melodie e le atmosfere che tanto mi avevano conquistato nel Gala precedente. Non nego che il ritornello mi abbia catturato non poco: il suono della fisarmonica, il beat della base, uniti alla voce suadente e dolce di Melanie, restituiscono un mix inquietante quanto affascinante da spingere a proseguire l’ascolto. Il ritornello è senza dubbio il pezzo forte del brano, che perde un po’ la sua particolarità nelle strofe, molto belle all’ascolto ma non altrettanto musicalmente memorabili.

Gianluca Grignani: musicalmente è il brano che mi ha sconvolto di più. La musica si può dire che la fa da padrone, è lei a veicolare le sensazioni espresse dal cantante, le cui parole rimangono in secondo piano, vengono quasi sopraffatte, soprattutto nel ritornello dove si percepisce maggiormente il contrasto fra la base (potente, altissima, quasi ingombrante)  e il cantato (basso, flebile, oppresso); l’evoluzione musicale altrettanto interessante e sorprendente, con l’utilizzo di strumenti differenti nelle tre stratificazioni della canzone. Finale al quanto impressionante. Complimenti.

Lady Gaga: scelta interessante quanto inaspettata: un brano di Gaga che non ho mai ascoltato molto ma che ho in un certo senso riscoperto in questa occasione, guardandolo sotto una nuova luce grazie anche ad una presentazione ben fatta, capace di mettere in luce le caratteristiche musicali della canzone. La base è potente, diversa da ciò a cui Lady Gaga ci ha abituato, capace di amplificare il messaggio del testo; i suoni più duri, decisi, quasi dissonanti, così diversi dai brani pop molto più “friendly” del suo repertorio, sono la vera forza di Scheiße, brano che si fa portavoce dell’estrema ecletticità di questa artista.

Kelly Clarkson: il rapporto con la tua artista, Gala dopo Gala, sta venendo sempre più fuori, grazie non solo agli accenni del tuo vissuto legato alle canzoni proposte ma grazie anche a ciò che ci racconti delle canzoni stesse. È un percorso in crescita e si denota l’impegno che ci stai mettendo. Anche in questo caso la canzone la conoscevo già (si vede così tanto che mi piace Kelly Clarkson?! rofl), c’è stato un periodo in cui l’ho praticamente consumata perché in grado di trasmettermi un’energia e una carica incredibili. Scompare però in mezzo alle altre proposte, perché non così forte musicalmente quanto lo è invece vocalmente, visto lo strumento poderoso che Kelly sa usare perfettamente. Avrei preferito un brano in cui magari la voce di Kelly emergesse di meno e lasciasse più spazio alla produzione musicale.

Ed Sheeran: questa scelta mi ha lasciato, all’inizio, un po’ interdetto. Al primo ascolto, infatti, non mi aveva detto granchè; per quanto il riff di chitarra fosse interessante, non mi sembrava così caratterizzante il brano. Tuttavia mi sono reso conto che la melodia mi era rimasta in testa e pur non conoscendo le parole continuavo a canticchiarla. Ad un secondo ascolto, però, la melodia è stata in grado di incantarmi; nonostante non sia una produzione strumentalmente ricca penso che riesca nell’intento di non farsi sopraffare dalla voce di Ed, che si mette al servizio della melodia in un rapporto di equa importanza. Non immediata ma comunque una scelta interessante e piacevole.

Mia Martini: se consideriamo l’aspetto musicale penso che la scelta di questo brano sia perfetta. L’accompagnamento è infatti inusuale, varia continuamente, si fa portavoce delle sensazioni provate dalla protagonista; l’inquietudine e l’indecisione vengono rese perfettamente dalla musica. Ho apprezzato molto il rischio di proporre la versione francese del brano per farci conoscere un altro lato, un’altra parte della storia di Mia Martini; tuttavia non so quanto questa scelta mi abbia convinto. Non so se è per il fatto di essere così affezionato alla versione italiana, ma il cantato in francese l’ho percepito meno musicale, quasi slegato dalla base. Probabilmente dovrò riascoltare il brano e capire quanto questa componente possa incidere sul mio giudizio.

Fabrizio De André: inizialmente il brano mi ha detto poco a livello musicale; tuttavia, procedendo nell’ascolto e con l’entrata del flauto ho iniziato ad intravedere ciò che Emm ha raccontato all’interno della sua presentazione. Ascoltandolo, ho avuto come la sensazione che il brano si sviluppasse su due piani: il primo quello del racconto, messo in piedi dal testo e dal modo di cantare di De Andrè, che ci propone una storia, quasi fosse un menestrello d’altri tempi; al piano del racconto si unisce quello della musica, descritto principalmente dal flauto, che ha il potere di dipingere delle immagini, di illustrare la storia che Faber ci sta raccontando, concedendo quasi una sorta di tridimensionalità al pezzo stesso. So che mi prenderete per pazzo roflma la scelta dello strumento a fiato e il suo inserimento all’interno della tessitura musicale intridono il brano di un potere evocativo non indifferente.

Coldplay: terzo Gala, terza scelta azzeccata. Penso che non potesse esserci brano migliore per esprimere l’importanza dell’accompagnamento musicale all’interno di una canzone. La presenza del testo è quasi addirittura superflua, in quanto non aggiunge nulla alla canzone, che si evolve in maniera graduale nella base strumentale, proponendosi come un percorso che parte dai meandri per giungere all’apoteosi finale.

NotturnoManto
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21 gennaio, 2020 - 23:08
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Billie Eilish: Penso tu sia stato abbastanza audace nella scelta di un brano permeato da questo genere di atmosfere (e, detto da tutor, mi è piaciuto molto il tuo essere così convinto delle tue motivazioni). A volte la forza di una canzone può essere meccanicamente fatta coincidere con una base esplosiva, tambureggiante, trascinante, mentre tu ci offri un sound rarefatto, sicuramente non immediato e questo è solo apprezzabile. Personalmente non so se essere d’accordo con il fatto che la musica sia eccessiva rispetto al messaggio generale che tu citi en passant, trovo che ci sia abbastanza coerenza tra le parti, ma l’importante, quantomeno per quelli che sono i miei criteri di valutazione di questo gala, è che tu sia riuscito a portare avanti un tuo pensiero, anche molto semplice, sulle tue personali percezioni relative alla componente musicale attraverso LE TUE PAROLE (e non quelle di Billie) che, da sole, mi hanno preparato a un intrigante viaggio oscuro. Come ti ho detto tanto nel commento scorso quanto in privato, mi manca forse ancora un po’ di emotività (che però, sia chiaro, non è obbligatoria) nei confronti delle canzoni, ma, rispetto all’ultima volta, hai compiuto comunque un passo in avanti anche su questo aspetto.

Macklemore: il focus di questo Gala ti ha messo in difficoltà, per tutte le ragioni che sono state esposte dal mio collega Mrnace, però in fondo ti ha anche spinto a compiere una sorta di digressione da quello che era il tuo percorso, così fortemente ancorato ai testi, alle tematiche, ma forse ancora un po’ privo di una componente più personale. Personalmente ti sei approcciato al brano in un modo che mi sarebbe piaciuto vedere più diffuso nella gara in generale, ossia descrivendo il modo in cui la componente musicale sia stata importante per te, prescindendo dal suo significato vero e proprio, mostrandoci qualcosa di te e ti ringrazio per questo. Tra l’altro, non trovo affatto che il brano sia una canzonetta, anzi l’ho preferita, proprio a livello musicale, a una Thrift shop (tu magari non sei d’accordo xD), mi piacciono davvero tanto le parti con il piano, che trovo non solo intriganti, ma in qualche modo liberatorie. Magari, se ne avrai occasione e se vorrai, potrai tornare al tuo percorso unendo i due aspetti che finora ci hai mostrato.

Gianluca Grignani: musicalmente una nuova prova convincente (ho preferito Solo cielo, ma si resta su livelli inaspettati e interessanti). Hai scelto una strada, per me, rischiosa e cioè quella del confronto tra musica e tematica, confronto che avrebbe potuto spostare il focus dal primo al secondo, ma credo tu sia stata abbastanza brava nel rendere le tue riflessioni sulla parte strumentale centrali e soprattutto, secondo me, personali, non piegando la musica al testo, semmai usandola per interpretare eventuali silenzi dell’artista nel finale. In generale, bene.

Lady GaGa: intanto vorrei dire che ODIO il fatto che questa ottima Scheiße sia rimasta una album track mentre siano state estratte altre cose da Born this way (tra cui You and I, sento già alessandrino urlare lol). L’ho sempre trovata martellante, in grado di trasmettere un senso di self-confident e fierezza (che poi, a livello di testo, vengono veicolate attraverso un punto di vista femminista, di F-Empire – cit. Alida – ma non è questo di cui personalmente mi importa in questa sede). Penso che la tua descrizione del lato musicale sia corretta (e anche se non fossi d’accordo rimane la tua interpretazione ed è ciò che conta), l’unica cosa che mi impone di metterti un po’ più basso nella mia classifica rispetto ai due gala precedenti è la mancanza di un tuo lato più personale che ho visto bene entrambe le volte e che qui ho un po’ faticato a trovare.

Kelly Clarkson: io temo che, al termine di questo gioco, tornerai a odiarmi come agli HungeRH Games lol, purtroppo però mi ritrovo sempre a doverti muovere qualche critica. Io sono stato tra quelli che ti hanno invitato a esporti di più sul personale, a cercare di far emergere un tuo lato emotivo, e qui lo hai fatto senz’altro, di questo sono molto contento. Il problema che scorgo, tuttavia, è che le tue riflessioni mi sembrano più ancorate al senso generale del brano che a ciò che ti comunica la parte musicale in senso stretto. Quello che scrivi sul fatto che l’esplosione del ritornello ti abbia rimandato a una idea di unità per poi tornare a un suono più cupo volto a manifestare la complessità della stessa è comunque una bella intuizione che rende in parte centrato il tuo lavoro e sa rendermelo interessante anche in questo Gala particolare. Un buon punto da cui ripartire, se ne avrai modo.

Ed Sheeran: in primo luogo tengo a dire che penso tu abbia lavorato davvero bene. Va da sé che noi tutor, per correttezza, non dobbiamo in automatico mettere ai primi posti i concorrenti che di volta in volta turoriamo, però, nel momento in cui scegliete di consultarci, abbiamo modo anche di vedere come lavorate, con quale impegno, con quali idee, e io penso sia comprensibile soffermarci anche su queste cose. Nella fattispecie, credo che tanto canzone quanto presentazione siano davvero azzeccate. Il brano lo trovo già forte di per sé, riesco a ritrovarmi nell’idea di riuscire a creare qualcosa di bello, di magico quasi (e non perché sia la colonna sonora di un fantasy xD) a partire dalla semplicità, ed è qualcosa che mi fa pensare alla musica che tendo ad ascoltare di più. Il fatto che questo sia stato il tuo primo pezzo di Ed Sheeran padroneggiato con la chitarra di per sé è una conferma del fatto che senti questa musica forte e comunicativa, che lo senti tuo nonostante sia un pezzo abbastanza noto. Trovo interessante che il climax finale ti abbia restituito una sensazione di malinconia, personalmente mi ha lasciato con altri stati d’animo più pieni e catartici, ma, come ho scritto altre volte, non mi interessa essere d’accordo con quello che scrivete, mi interessa trovare delle vostre considerazioni, degli imput sui quali ragionare, elementi che in questa tua seconda prova, al contrario della prima, ho trovato presenti.

Coldplay: con te rischio ormai la ripetitività, nel senso che, anche in un’occasione nella quale ‘ci risparmi i drammi della tua vita’ xD, penso che riesca a emergere una tua prospettiva personale, per fortuna strettamente legata, in questo caso, alla bella parte musicale, la protagonista del nostro Gala, penso che davvero tu sia stato capace di far parlare la musica aldilà del testo e non era facile. Sarei curioso di sapere se tutti questi rimandi a tonalità maggiori e minori siano frutto di tue competenze o se hai svolto una ricerca in merito (e non ci sarebbe nulla di male in questo sia chiaro, finché non si sfocia nel copia/incolla ci sta reperire informazioni così tecniche, anche se comunque il senso del Gala non era quello di descrivere la musica in modo specialistico – sebbene ovviamente non sia una cosa negativa che tu ci abbia un po’ provato).

Stromae, Melanie Martinez, Mia Martini, Fabrizio De André: allora, ho deciso di commentarvi tutti insieme perché avrei grossomodo scritto la stessa cosa per tutti e sarei risultato ripetitivo. Penso che le vostre performance siano state indebolite da una cosa, cioè dal fatto che mi sembra che in tutti i casi le vostre riflessioni sull’aspetto musicale si siano un po’ perse in favore di una descrizione più completa dei brani. Ora, non dico che siate usciti fuori traccia perché comunque vi si chiedeva una canzone musicalmente forte e voi ci avete proposto delle canzoni che evidentemente avete trovato tali, solo che, a paragone con gli altri, mi è mancato un reale focus sulla componente musicale che fosse indipendente dal significato vero e proprio del brano. Prendo ad esempio Emm: tu hai svolto un lavoro brillante, un lavoro che avrei messo al primo posto lo scorso gala, captare la tua passione per De André è sempre molto emozionante, ma l’impressione che ho avuto è che tu abbia usato la musica per raccontarci la figura del suonatore Jones (e forse, in filigrana, un po’ anche te), non quello che tu pensi la musica rappresenti, quali sensazioni ti veicoli a prescindere da tutto il resto. Non è stata una scelta sbagliata, tengo a dirlo, ma nel momento in cui devo comporre una classifica sento di voler premiare proposte nelle quali risaltasse un minimo il senso della musica nudo e crudo, una semplice riflessione su di essa slegata dal resto. Discorso analogo, per esempio, per Stromae: tu hai letto e interpretato la musica sulla base di ciò che già sapevi delle intenzioni generali della canzone, avrei apprezzato di più (anche) un punto di vista più soggettivo. Tengo a precisare che queste sono considerazioni mie che mi hanno portato a preferire un certo tipo di approccio rispetto a un altro, magari da altri sarete valutati in maniera opposta. Se avete delle domande da fare nello specifico ovviamente sono qui per rispondere. 

KassaD1
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21 gennaio, 2020 - 23:14
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“Se ne avrai modo”rip

Ale, il problema è trovare una canzone adatta con quelle caratteristiche. Il mio tutor-nemico può confermarti quanto io sia stato messo in difficoltà da questa prova e, fortunatamente, non ho portato l’altra canzonelmao

DGS
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21 gennaio, 2020 - 23:19
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Intanto ringrazio tutti anche questa volta per le belle parole embarassed

NotturnoManto ha detto

Sarei curioso di sapere se tutti questi rimandi a tonalità maggiori e minori siano frutto di tue competenze o se hai svolto una ricerca in merito (e non ci sarebbe nulla di male in questo sia chiaro, finché non si sfocia nel copia/incolla ci sta reperire informazioni così tecniche, anche se comunque il senso del Gala non era quello di descrivere la musica in modo specialistico – sebbene ovviamente non sia una cosa negativa che tu ci abbia un po’ provato).

Ho studiato pianoforte per dieci anni, anche se ormai ho smesso smile.

alessandrino
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21 gennaio, 2020 - 23:22
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KassaD1 ha detto
“Se ne avrai modo”rip

Ale, il problema è trovare una canzone adatta con quelle caratteristiche. Il mio tutor-nemico può confermarti quanto io sia stato messo in difficoltà da questa prova e, fortunatamente, non ho portato l’altra canzonelmao  

No ma infatti non metto in dubbio il fatto che fosse abbastanza complesso lol so che ho messo un po' tutti in crisi con questa prova ma era anche un modo per testare la vostra abilità nella ricerca e nella proposta dei brani.. apprezzo senza dubbio l'impegno che ci hai messo e che traspare, soprattutto nella descrizione abbinata alla canzone laugh

Krishoes
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21 gennaio, 2020 - 23:47
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NotturnoManto ha detto

Lady GaGa: (...) l’unica cosa che mi impone di metterti un po’ più basso nella mia classifica rispetto ai due gala precedenti è la mancanza di un tuo lato più personale che ho visto bene entrambe le volte e che qui ho un po’ faticato a trovare

Ne abbiamo parlato in privato però voglio spiegare anche qui per gli altri professori, i giudici e il pubblico, il processo che ho seguito per questa scelta.

Dopo lo scorso gala, in cui ho messo al centro solo me stesso con una presentazione molto introspettiva, stavolta ho voluto concentrarmi sul pezzo e su Lady Gaga, considerando il tema assegnato (Music First). Ho ritenuto fosse giusto puntare su altro.

A spingermi soprattutto l'ultimo commento di alessandrino, che mi consigliava di mettere in luce anche la mia "favorite singer", oltre alle mie esperienze e il mio rapporto con lei e la sua musica. L'ho visto come un buono spunto.

Ho scelto comunque di chiudere con l'aneddoto finale sul concerto, proprio per non lasciare del tutto scoperto il mio legame con Gaga.

alessandrino
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22 gennaio, 2020 - 0:13
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Krishoes ha detto

NotturnoManto ha detto

Lady GaGa: (...) l’unica cosa che mi impone di metterti un po’ più basso nella mia classifica rispetto ai due gala precedenti è la mancanza di un tuo lato più personale che ho visto bene entrambe le volte e che qui ho un po’ faticato a trovare

Ne abbiamo parlato in privato però voglio spiegare anche qui per gli altri professori, i giudici e il pubblico, il processo che ho seguito per questa scelta.

Dopo lo scorso gala, in cui ho messo al centro solo me stesso con una presentazione molto introspettiva, stavolta ho voluto concentrarmi sul pezzo e su Lady Gaga, considerando il tema assegnato (Music First). Ho ritenuto fosse giusto puntare su altro.

A spingermi soprattutto l'ultimo commento di alessandrino, che mi consigliava di mettere in luce anche la mia "favorite singer", oltre alle mie esperienze e il mio rapporto con lei e la sua musica. L'ho visto come un buono spunto.

Ho scelto comunque di chiudere con l'aneddoto finale sul concerto, proprio per non lasciare del tutto scoperto il mio legame con Gaga.  

Infatti ho apprezzato laugh a mio parere la presentazione era centrata rispetto a quello che era il tema del Gala.. è uscito fuori non solo il tuo amore per quest'artista ma anche la conoscenza che hai di essa.

Alby
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22 gennaio, 2020 - 1:57
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Saluto anche io Sparso e faccio i complimenti a Vesuvius. Mi ha colpito molto ció che hai raccontato nel presentare il brano del ballottaggio heart

Ho letto molti di voi in difficoltà per questo Gala e anche io lo sono nel valutare. Ci sono stati vari modi di intendere il tema, alcuni più calzanti e altri meno, ma poi entra in gioco anche la bellezza delle canzoni e la decisione di quanto peso dare ai vari fattori. 

Grazie comunque per il modo in cui state raccontando il vostro artista e soprattutto in cui state raccontando voi, con delle belle pagine di umanità. 

Vado con i commenti 

Billie Eilish

Il pezzo non mi è dispiaciuto e ho trovato la parte musicale molto moderna e originale, anche nella produzione, come diceva Juve. Ho ritrovato la duplicità tra atmosfere cupe, prima, ed una certa dolcezza, poi. Ci siamo dunque sulla connotazione data dalla musica. Devo capire meglio e riflettere su quanto l’abbia trovata effettivamente di impatto.

Mackelmore 

Anche io avevo presentato una canzone parlando di un intenso 2012, si I feel you. Io in realtà, nonostante le difficoltà, ho trovato un pezzo travolgente che mi ha davvero gasato dal punto di vista musicale. Mi è piaciuto anche il modo in cui il tuo legame col pezzo riguardi soprattutto la musica. Mentre lo ascoltavo (ho dovuto abbassare la voce perché temevo che i vicini venissero a bussare) mi è sembrato davvero di cogliere lo spirito di quel ballo liberatorio che hai descritto molto bene.

Stromae 

Scelta curiosissima! Molto affascinante il modo in cui la musica classica su trasforma quasi in musica del futuro. Tappeto musicale molto interessante, ma a mio parere il gioco musicale tra classico e moderno funziona bel connubio con il cantato, che riconduce più immediatamente all’originale. Ci tenevo a dire che ti sei totalmente riscattato dalla leggerezza dello scorso Gala. Continua così con le presentazioni! 

Melanie Martinez

Ero certo di trovare un’altra canzone (che amo e che spero giocherai rofl). Assodato che Salvatore, Melanie ed io siamo reduci dalle stesse disgrazie amorose, ho ritrovato con piacere gli elementi che caratterizzano la cifra stilistica delle sonorità di Melanie. Salvatore ha spiegato molto bene gli espedienti sonori che aiutano a contestualizzare la musica nella metafora del testo. Anche qui devo un po’ riflettere su quanto abbia trovato di impatto la musica presa di per sé. 

Gianluca Grignani 

Amers, sono perfettamente in linea con quello che dici sul presentare sfumature poco conosciute del proprio artista. Io conosco soltanto alcune cose di Grignani e in questo Gala ho ascoltato qualcosa di nuovo, che è proprio la musica. Non mi aspettavo da lui queste sonorità. Notato anche io come la musica riesce a dar voce a mondi interiori. Al termine degli ascolti mi restava di più l’effetto della musica e questo mi sembra spia di una scelta molto azzeccata.

Lady Gaga

Non conoscevo il pezzo e ho capito il perché di quel boato al concerto. È certamente la musica ciò che resta in testa, ma non è mera orecchiabilità. C’è un pensiero, uno stile, un messaggio importante che è quello che ha raccontato Krishoes. In più c’è la parola, inventata, che si mette al servizio della musica diventando a tutti gli effetti un effetto sonoro. 

Kelly Clarkson 

Decisamente una sterzata rispetto a quanto abbiamo sentito finora di Kelly. Un brano energico in cui sicuramente la musica crea coinvolgimento. Sono molto solidale per le difficoltà riscontrate per rispondere al meglio a questo tema, cercando di andare oltre all’orecchiabilità. La scelta nel complesso mi sembra comunque buona e atta a presentare nuovi colori di Kelly. 

Ed Sheeran

Mi piace la scelta di puntare sulla semplicità, non è detto che la risposta giusta al tema fosse una musica che sovrastasse il resto. La colonna sonora è per definizione accompagnamento, ma ce ne sono alcune di immortali. Qui la musica è certamente protagonista e passa da toni lievi e delicati a toni epici e solenni com un effetto notevole. 

Mia Martini 

Che strano ascoltare Minuetto in francese! Devo essere sincero col dire che preferisco la canzone in italiano. Mi sembra cantata con più intensità. Apprezzo molto però l’aver portato qualcosa di meno noto. Spostandoci sulla musica... io con i famosissimi tendo a preferire cose meno famose, ma in questo caso appoggio la scelta di Minuetto. Sia per il richiamo allo specifico andamento di danza, sia per la pregnanza della musica con quanto narrato nel testo. L’immagine delle ore sempre uguali citata da Xello è un esempio eloquente. 

Fabrizio De André

Qui abbiamo ancora un’altra accezione del tema, con la musica protagonista della parte non musicale. Allo stesso tempo, accade il contrario con la musica in assolo che diventa personaggio, racconto e quindi parole. De André, che con le parole é un vero poeta, poteva risentire di questo tema, ma la scelta è stata centrata. Devo capire però quanto questa scelta, più concettuale rispetto al tema, mi appaghi anche dal punto di vista della godibilità dell’ascolto. 

Coldplay

Anche stavolta sono sorpreso dalla scelta. Ho subito pensato che i Coldplay fossero difficilissimi da maneggiare, per via  delle tante hit. Adesso però sono sicuro che qualora arrivasse una hit non sarebbe fine a se stessa. Mi piace come la centralità della musica, in questa canzone, riporti a qualcosa di nuovo circa i Coldplay. Sono loro, ma sono diversi dal solito Mantengono la loro unicità, ma proponendo sonorità inusuali con una canzone che evidentemente punta moltissimo sulla parte musicale, anche come accesso ad una particolare sfera emotiva. 

Sono quasi le due ed è la seconda volta che scrivo tutto, spero che stavolta mi accetti la pubblicazione plsnot

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