E così siamo arrivati alla fine di questa stagione, grazie a tutti quelli che l'hanno seguita su questo topic e soprattutto l'han tenuto vivo mentre io ero a umiliarmi cantando al karaoke a Stoccolma

Vado a riassumere le scelte di questi 4 giorni dell'apocalisse, poi arriverà (spero) un post conclusivo dove assegnerò i miei personalissimi premi di questa stagione di selezioni nazionali

Partiamo da giovedì 7/3...

Fuori dalla finale per 4 anni consecutivi, la Svizzera ha pensato di cambiare le carte in tavola rinunciando all'inutile selezione nazionale e dedicandosi a una segretissima selezione interna (che però era un po' un segreto di Pulcinella, visto che avevo sentito fare il nome di Luca Hänni e di chi stava dietro alla produzione del suo brano tipo da gennaio).

Il brano è stato presentato giovedì pomeriggio ed ha riscosso fin da subito i favori degli eurofan: si intitola She Got Me, è un pezzo uptempo maschile che mi ricorda un sacco Everyday di Méndez (MF 2018) ed è scritto da Laurell Barker, Mac Frazer, Luca Hänni, Jon Hällgren e Lukas Hällgren. Tre quinti di questo team (Barker, Hällgren e Hällgren) erano dietro ad All The Feels di Renaida, finalista al MF 2019; è opportuno precisare che avendo composto i brani di Svizzera, UK e Germania, Laurell Barker diventa la prima donna a presentare tre canzoni diverse nella stessa edizione dell'Eurovision.

Il cantante che proverà a riportare la Svizzera in finale è appunto Luca Hänni, 24enne di Berna già vincitore della nona edizione di Deutschland sucht den Superstar (la versione tedesca del franchise Idol) nel 2012.

Della scelta di San Marino avevamo già parlato ed è anche noioso ripercorrere i dettagli di come SMRTV ci abbia riportato a una seconda scelta di Ahmet Serhat Hacıpaşalıoğlu in arte Serhat, 54enne presentatore TV e cantante turco ricco a tal punto da potersi autofinanziare ben due diverse partecipazioni all'Eurovision (era già stato fatto fuori in semifinale nel 2016 con I Didn't Know).

A questo giro ci riprova con Say Na Na Na, brano eurodisco anni '80 scritto e composto da lui stesso assieme a Mary Susan Applegate - poetessa e compositrice americana già legata all'Eurovision per aver scritto il testo di Party For Everybody delle Buranovskiye Babushki (Russia 2012) e di Help You Fly di IVAN (Bielorussia 2016).

La scelta dei Paesi Bassi la conoscevamo da tempo: Duncan de Moor, 24enne di Spijkenisse conosciuto professionalmente come Duncan Laurence e in giro dal 2014 con la sua partecipazione alla quinta edizione di The Voice of Holland nel team di Ilse de Lange dei The Common Linnets (arrivò in semifinale).

Arcade, scritta da Duncan assieme a Joel Sjöo e Wouter Hardy, è il suo debutto vero e proprio nel mondo della musica. E si tratta di un debutto niente male, visto che dall'uscita ad oggi i Paesi Bassi son saliti al primo posto della classifica generale delle scommesse e sembrano destinati a rimanerci

La Bielorussia ha davvero messo in piedi una finale nazionale (malgrado fino a una settimana prima non si sapesse neppure la data ufficiale). Hanno partecipato 73 canzoni, ridotte a 10 durante un primo round di audizioni trasmesse online - di cui peraltro avevamo già parlato - e giudicate al 100% da una giuria di sette elementi durante la finale di giovedì sera.

Partiamo subito dicendo che ogni giurato esprimeva PUBBLICAMENTE una preferenza da 0 a 10 al termine di ogni canzone, quindi dopo che la seconda ad esibirsi (ZENA) ha beccato sei 10 e un 9 per un totale di 69 punti su 70 potenziali non c'era più molto di cui parlare. I miei favoriti, ovvero Sasha Balagan ed Emmanuel Imagbe aka BLGN feat. Mirex, non sono riusciti a convincere tutti i giurati e si son fermati a 65 punti. Certo è che contro Zena, sostenuta dal potentissimo produttore Viktor Drobysh (una specie di Kirkorov dei poveri) nemmeno la loro miglior performance sarebbe probabilmente riuscita a convincere una selezione dove tutto il potere era in mano a sette giurati

Vince dunque l'edizione 2019 di Eurofest (che però quest'anno si chiamava apparentemente Nationalny Otbor) Zinaida Kupriyanovich in arte ZENA, 16enne di Minsk, con il brano Like It scritto e composto da lei stessa assieme a Viktor Drobysh e Yulia Kireeva. Zena è famosa in ambito eurovisivo perché è stata conduttrice dell'edizione 2018 dello Junior Eurovision: aveva anche partecipato alle selezioni bielorusse 2015 e 2016 per il JESC, nonché alla decima edizione di Fabrika Zvyozd (la versione russa di Operazione Trionfo) classificandosi terza. Viktor Drobysh - a cui abbiamo accennato sopra - è famoso soprattutto per aver firmato Party For Everybody (Russia 2012) ed Help You Fly (Bielorussia 2016), ma ha pure scritto per mezzo panorama musicale russo.

Il podio della selezione si completa appunto con BLGN feat. Mirex, secondi a 65 punti con Champion e con lo svedese Sebastian Roos (già in gara al Melodifestivalen 2003 con i Liverpool, una cover band inutile dei Beatles) che dal nulla arriva e porta a casa un terzo posto con la ballatona Never Getting Close

Il 9 marzo è stato il giorno delle favoritissime, che all'epoca erano ancora (almeno per la classifica delle scommesse) Russia e Svezia.

Della Russia si sapeva già da mò l'artista, AKA il ritorno in grande stile di Sergey Lazarev - 35enne artista popolarissimo in patria, con una lista di achievements infinita e lunghissima (fra cui il secondo posto al Ballando con le stelle e il primo al Reality Circus russo, rispettivamente nel 2006 e 2008) culminata con il terzo posto all'Eurovision 2016 con l'immortale e indimenticata You Are The Only One.

Il brano proposto è una ballata "acchiappa giurie" (che tre anni fa snobbarono l'uptempo) intitolata Scream e composta da un dream team eurovisivo formato da Philipp Kirkorov (in gara come cantante nel 1995 con Kolybelnaya dlya vulkana (Ninna nanna al vulcano) e come autore per Koldun (Bielorussia 2007), Ani Lorak (Ucraina 2008), le gemelle Tolmachevy (Russia 2014), Sergey Lazarev (Russia 2016) e i DoReDos (Moldova 2018)), Dimitris Kontopoulos (alla sua nona partecipazione come autore, per tutti i nomi summenzionati assieme a Kirkorov più Sakis Rouvas (Grecia 2009), Farid Mammadov (Azerbaijan 2013), Demy (Grecia 2017) e Aisel (Azerbaijan 2018)) e Sharon Vaughn (Waterline dei Jedward, Colliding Into You di Diandra, Burning Alive di Shirley Clamp, Songbird di Ellen Benediktsson, Survivor di Helena Paparizou).

L'intento dichiarato è quello di tornare alla vittoria, undici anni dopo Dima Bilan a Belgrado: il rischio è quello di farlo in modo eccessivo e poco autentico, un po' come la Bulgaria l'anno scorso. Staremo a vedere

Della Svezia abbiamo già parlato in altra sede ma ovviamente vale la pena ricordare il vincitore del Melodifestivalen, John Lundvik, 36enne di Londra ma adottato in tenera età da svedesi - con il brano Too Late For Love, scritto da lui stesso assieme ad Anderz Wrethov (Always di Aysel & Arash, Cool Me Down di Margaret ma soprattutto Fuego di Eleni Foureira) e Andreas "Stone" Johansson.

Vale la pena ricordare anche la gang delle quattro coriste che anche a Tel Aviv troveremo sul palco assieme a John: si tratta di Louise "Loulou" Lamotte (nona classificata nell'edizione 2008 di Idol Sverige e backing non accreditata di Behrang Miri in Jalla Dansa Sawa al MF 2013), Paris Renita, Ashley Haynes e Dinah Yonas Manna (quest'ultima già backing per Elias Abbas e Jonas Gardell al Melodifestivalen 2018).

Michela Pace la conoscevamo già perché vincitrice della prima edizione di X Factor Malta, che da regolamento le ha aperto a) un sontuosissimo contratto con Sony Music Italia e b) la partecipazione all'Eurovision. Di suo possiamo dire che ha appena compiuto 18 anni, è gozitana ed è chiaramente all'esordio nel mondo della musica.

Mentre ero a Stoccolma, *persona X* che era dentro la commissione che ha scelto il brano maltese mi ha rivelato che la scelta era essenzialmente fra due brani: la prescelta (Chameleon) e una ballad di nome Colours, che se ricordate era nelle 13 della shortlist selezionata dalla Bulgaria l'anno passato e ho scoperto più tardi essere uno scarto di Poli Genova

Anche il brano Chameleon è prodotto dalla famigerata Symphonix Records, la casa discografica svedese/bulgara che ha rappresentato la forza propulsiva più interessante e sconvolgente di questi ultimi ESC. Nella fattispecie parliamo di Joacim Persson (FYR Macedonia 2015 e 2017, Bulgaria 2016/2017/2018, Serbia 2017, Austria 2018), Borislav Milanov (le stesse tranne FYR Macedonia 2015), Paula Winger e Johan Alkenäs (Serbia 2017, Austria 2018).

Altra nazione fra le deluse del 2018, l'Armenia ha scelto quest'anno internamente (abbandonando la selezione nazionale Depi Evratesil) e la decisione è ricaduta su Srbuhi Sargsyan in arte Srbuk, 24 anni, originaria di Yerevan, seconda a 16 anni nella prima edizione di X Factor Armenia e quarta l'anno scorso nell'ottava di The Voice of Ukraine.

Il brano si intitola Walking Out, è scritto da Garik Papoyan (autore del testo della canzone armena del 2014, Not Alone di Aram Mp3) e composto dai produttori Lost Capital e tokionine.

E chiudiamo la nostra carrellata con Israele, di cui avevamo già raccontato il metodo di selezione (anche per quest'anno identificato nel popolare talent HakoKhav HaBa) e la scelta finale, ricaduta su Kobi Marimi - 28enne cantante ed attore di Ramat Gan (come Jonathan Kashanian!) dalla voce caratteristica e particolare.

Adesso si è aggiunto anche il brano, una ballata gospel classicissima intitolata Home e scritta e composta da Ohad Shragai e Inbar Weitzman. I padroni di casa si esibiranno al numero #14 durante la finale dell'Eurovision, posizione sorteggiata durante il meeting dell'EBU Reference Group tenutosi a Tel Aviv ad inizio settimana.