[img align=left]http://img42.imageshack.us/img42/5592/marcomengonie1360850059.jpg[/img] Finale di Sanremo 2013 con una quattordicina di candidati che sono sopravvissuti a eliminazioni durissime e televoti killer nel corso delle quattro serate precedenti. Apre la musica di [b]Daniel Harding[/b], che va a sostituire Baremboim, occupato a prestare il cognome ai recenti eventi in Russia. Era la Cavalcata delle Valchirie, ovviamente. Il direttore d’orchestra ha la voce di Ratzinger ma dà messaggi positivi. Dopo Wagner, si decide di chiudere il cerchio e tornare a Verdi con la marcia trionfale dell’Aida. Applausi a scroscio, anche dalla Parietti in prima fila, che fino a stasera di Aida conosceva solo la Yespica. La Littizzetto entra vestita da farfalla. Deve essere un riferimento a qualche evento passato, ma non capisco quale. Fazio presenta la Giuria di Qualità, a cui oggi si è aggiunto Beppe Fiorello per sopperire all’assenza di Carlo Verdone, che ha avuto problemi con gli ingranaggi della dentiera. Fazio ricorda anche la classifica di giovedì, che varrà il 25% del risultato finale di oggi. Avremmo fatto volentieri a meno di ricordare il disastroso secondo posto dei Modà. Al rientro dalla pubblicità la Littizzetto s’è cambiata d’abito e ne sfoggia uno, se possibile, ancora più trash del precedente. Ma temo non fosse nelle intenzioni dello stilista. I due conduttori ricordano i codici del televoto prima di ricordare la pappardella del regolamento (Luciana si chiede in cosa consista “l’abuso dei call center”) e si parte. [b]Raphael Gualazzi[/b] canta “Sai (ci basta un sogno)”. La canzone guadagna di ascolto in ascolto e lui stasera la fa anche bene, svisate à la Giorgia a parte. Bloccate gli iPad della Giuria di Qualità, comunque, nel dubbio. Luciana riceve una lettera da parte dei musicisti dell’orchestra per esprimere la sua solidarietà sulla situazione in cui verte l’arte e la musica per il disinteresse delle istituzioni. Spontanea.

[b]Almamegretta[/b] tornati al gran completo concluse le celebrazioni per la sua conversione religiosa aka non ho voglia di cantare la cover di una canzone di un altro. Vorrei poter essere positivo come per Gualazzi, ma il drinking game di @poptopoi quest’anno è stato ingeneroso e sono fermo a 1 per l’inquadratura della Parietti. [b]Daniele Silvestri[/b] canta “A bocca chiusa”. Come Louis Moreno. Alle sue spalle ancora i sottotitoli per non udenti gentilmente offerti dal gemello buono di Lando Buzzanca. Se si riesce a non farsi distrarre dal direttore del traffico, il pezzo merita e tanto. [b]Modà[/b] alla ricerca di uno storico <del>furto con scasso</del> successo con “Se si potesse non morire”. Ma non ci si offende neanche in caso contrario. Kekko nel corso delle cinque serate ha perso capelli e intonazione. Il pubblico in sala applaude festoso, l’avrà scambiato per La Russa. Entra [b]Bianca Balti[/b], interamente di bianco vestita e con due lampadari appesi alle orecchie. Domande interessanti su quanto sua mamma sia contenta di saperla a Sanremo e tutto ciò che posso guardare è il contrasto cromatico tra i suoi incisivi e gli orecchini vittoriani. [b]Simone Cristicchi[/b] ci fa rimpiangere di averlo sostenuto qualche anno fa con “La prima volta (che sono morto)”. Quest’anno, con la compresenza di Gazzè e Silvestri, sparisce. [b]Maria Nazionale[/b] (che inizio irresistibile, chi ha estratto l’ordine voleva vedere Striscia la Notizia per caso?). Un peccato non mandarla all’Eurovision. Per San Marino, si intende. Nonostante abbia messo più in mostra la mercanzia giorno dopo giorno, la canzone non ne ha guadagnato. Anzi. [b]Annalisa[/b] canta “Scintille” con un impensabile vestito da bambina impossessata ne L’esorcista. Maria all’auricolare le ordina di piegare le ginocchia, ma il vinavil sotto i tacchi le impedisce di aumentare la sua già imponente dinamicità. Monologo di Luciana Littizzetto sull’importanza della bellezza, meno incisivo di quello di giovedì, forse perché guarda il gobbo come la Ventura quando deve presentare un ospite. Segue, ballerino ottuagenario che si misura a spanne in attesa dell’inevitabile. [b]Max Gazzè[/b] rialza il livello con la sua “Sotto casa” e si è travestito per l’occasione da Cesara Buonamici con l’ausilio di una lente a contatto di Carnevale. Me la immagino già remixata da DJ Fargetta. Sul finale, Gazzè scende tra il pubblico, si sbarazza di Frizzi e si mette in piedi sulla sua sedia a dirigere il pubblico. Arriva [b]Martin Castrogiovanni[/b], una sorta di Hagrid biondo che ha portato in omaggio la sua maglietta da rugbysta della Nazionale. Luciana si attacca come una piovra e non si fa mancare il classico confronto rugby-calcio. [b]Chiara[/b] canta “Il futuro che sarà”, ahimè. Pettinata bene ma fasciata in un velo da vedova nera in attesa di scegliere e sacrificare il suo nuovo marito. Ancora brava, ma la sua canzone rimane indietro rispetto alla media. [b]Marta sui Tubi[/b] è comunque più femminile ed elegante di Chiara, fosse anche solo per il nome. Sulla canzone non riesco ad essere più cattivo di quanto sia stato finora. Luciana e Bianca Balti introducono Fabio Fazio come si farebbe come una valletta senza personalità. Tutto nella norma insomma. [b]Malika Ayane[/b] canta “E se poi” e squadra con odio i tre che si sono permessi di organizzare una gag proprio sulla sua canzone. Che in un mondo giusto vincerebbe, quindi non vincerà. Marchettone per Red or Black con Cirilli e Frizzi e ingresso a sorpresa (mia) di [b]Claudio Bisio[/b], che ci fa ricordare quanto poco ci manca a Zelig. E io neanche lo vedevo Zelig. Monologo sui personaggi Disney, a tratti brillante. Ad un certo punto, però, si butta sulla politica. Ci va cauto e sceglie il qualunquismo del “tutti uguali”. Per non farsi mancare nulla due parole sulla religione. Scegliere la via più facile, che poi in questo Paese paga sempre. È tutto banale, già sentito, buonista. Pessima conclusione dal punto di vista della comicità. Alla ripresa si rileggono i codici del televoto e c’è un boato su Mengoni. [b]Elio e le Storie Tese[/b] entrano travestiti da Peter Griffin obesi. O da Raphael Gualazzi. Fazio e la Littizzetto non si trattengono e ridono senza sosta. La loro “canzone mononota” ormai è già da vocabolario del Festival. Esilaranti. [b]Marco Mengoni[/b] è il penultimo sul palco. Oggi è un ritorno alle facce-Massironi della prima sera, ma il pubblico è in estasi e inizia ad applaudire flebile già verso metà. La sua vittoria sarebbe anche ripartiva del furto di qualche anno fa. [b]Simona Molinari e Peter Cincotti[/b] cantano “La felicità”. Che è quella nostra di non risentirli più dopo stasera. Il suo vestito da trota salmonata ricorda per bicolore quello di Mengoni nel 2010. Fazio chiude il televoto e spiega cosa succederà: si riascolteranno i primi tre in classifica e di nuovo voteranno al 50% i giurati di qualità e il pubblico. Nell’attesa, [b]Andrea Bocelli[/b], accompagnato da Luciana. Prima da solo su “La voce del silenzio” e poi accompagnato al piano dal figlio Amos in “Love me tender”. Un momento tanto bello quando infinito, soprattutto per il terzo pezzo: “Quizàs quizàs quizàs”, che non è il nuovo game show della Barriales su Telecinco. Arriva anche [b]Birdy[/b], con “Skinny love”, portata al successo da Bella Ferraro a X Factor Australia. Il pubblico dell’Ariston non può capire. Fazio e Littizzetto allungano l’agonia con un monologo sulle cose strane viste da loro nelle cinque serate. L’atmosfera è quella del “Noi che” di Conti e ho detto tutto. Concludono con “La coppia più bella del mondo”. Bravi. Torna Bianca Balti, con degli orecchini ancora più grossi e ingombranti, ma a forma di croce. Bianca mostra a Luciana come si sfila sul palco. E, come nella miglior tradizione, si impiglia e rischia di cadere. Una carriera stroncata sul nascere. Arriva anche Mauro Pagani per i premi vari. Tipo le fasce Miss Ragazza in gambissima. Premio della Critica Mia Martini: ELIO E LE STORIE TESE Premio Miglior Arrangiamento: ELIO E LE STORIE TESE [b]Classifica[/b]. Tremo. [b]Vanno in finale ELIO E LE STORIE TESE, MODÀ e MARCO MENGONI[/b]. Partono [b]Elio e le Storie Tese[/b] col consueto tavolino che era già sul palco spoilerandone la presenza tra i primi tre impunemente. Elio conclude sbagliando l’ultima nota e si fa aggredire dai suoi compagni di gruppo. Fazio deve cacciarli a pedate. Tocca ai [b]Modà[/b], che si trovano incredibilmente nella posizione di Emma dell’anno scorso con Arisa e Noemi (di nuovo giudici e concorrenti di X Factor a pestarsi i piedi). Infine [b]Marco Mengoni[/b], che fatica a non mettersi a svisare come al provino di X Factor. La sala lo acclama. Fazio e Luciana ricordano i codici e chiudono il televoto, al rientro dalla pubblicità, alle 00.51. I conduttori annunciano che [b]Marco Mengoni andrà all’Eurovision 2013[/b]. La Balti torna sul palco vestita da Lady Gaga ai VMA e Fazio allunga il brodo imitando Vespa. C’è la busta. [b]VINCE IL 63° FESTIVAL DI SANREMO… MARCO MENGONI[/b]. Una vittoria restituita. Passano le percentuali e mi pare d’aver capito che abbia vinto di poco. “Ma devo ricantare?” chiede lui un po’ scocciato. Il tutto è arricchito da un bello split screen e dai saluti finali di Fazio.

 

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