[img align=right]http://img13.imageshack.us/img13/213/italiasgottalentgiudici.jpg[/img] E così il format che ha conquistato Stati Uniti e Regno Unito è arrivato in Italia, per una puntata sperimentale su Canale 5. La voce del conduttore, Simone Annicchiarico, annuncia lo svolgimento dei provini e presenta i tre giudici: Gerry Scotti, Maria De Filippi e Rudy Zerbi. I tre entrano nel teatro introdotti dal filmato del loro arrivo in limousine e intervallati dalle loro dichiarazioni sugli intenti del programma. La più chiara, manco a dirlo, è Maria: “è un programma aperto a ogni talento e a ogni forma di intrattenimento”. Annicchiarico spiega il funzionamento del “buzz”, il pulsante rosso con il quale i giudici possono “interrompere” l’esibizione qualora avessero già preso una decisione sul verdetto del talento in questione. Non si perde tempo, ed è un bene: la prima concorrente è [b]Gina De Maio[/b], da Napoli. Il suo talento è cantare, ma non in questa “position”, come dice lei, ma a testa in giù. Una cosa che può tornare utile per tutte le occasioni, in effetti. Canta “no one” e Rudy e Gerry si trovano in pochi attimi a suonare il buzzer. Maria è più buona, ma con 2 no su 3 Gina se ne torna a casa. Il successivo è [b]Loris Rosario Barone[/b], studente di quinta superiore che sogna di lavorare all’ufficio anagrafe. Il suo talento è bizzarro: sapere indovinare il giorno della settimana data qualsiasi data dal 1200 ad oggi. Un errore gli costa il buzz di Zerbi: è no unanime per i giudici. Tocca a [b]Fabrizio Santoro[/b], capellone di Savona. Lui “balla con le sopracciglia”, ma è abbastanza inquietante (oltre che inutile). I tre buzz lo interrompono, 3 no anche per lui. Mancava giusto ‘imitatore di Harry Potter: all’anagrafe [b]Aldo Nicolini[/b], è un mago/illusionista. Riesce a muovere la testa come se fosse staccata dal corpo, veramente notevole. Maria è impressionata, non riesce a guardare e addirittura buzza. Arrivano 3 sì per Aldo, il primo “talento” della serata.

È il momento di una ballerina, fisicamente notevole, [b]Emanuela Sanno[/b], esperta nella danza del ventre a cui associa anche momenti in cui tiene in equilibrio delle spade. Anche per lei arrivano 3 sì. Il prossimo “artista” è [b]Santo Vazzano[/b], sessantottenne milanese che si esibirà in un twist anni ’60. Triste, si prende 3 buzz in un colpo e va a casa con la velocità con cui è arrivato. Si torna dalla pubblicità con i [b]New Fighters[/b], cinque ballerini di break dance in cui il più piccolo, otto anni, spunta da una borsa a metà esibizione lasciando Maria a bocca aperta. Ne suggeriremmo la presenza in ogni suo programma, a questo punto. Arrivano 3 sì, meritati. Arriva [b]Barbara di Lorenzo[/b], strampalata impiegata amministrativa, che canta (male) Michael Jackson. In breve buzzano tutti e tre i giudici, mentre il conduttore si contorce dietro le quinte. Tre no. Il prossimo mini-talento è il giovanissimo [b]Christian Roberto[/b], che a soli 7 anni balla imitando proprio Jackson. È fortissimo, Maria lo guarda con gli occhi a forma di dollaro, commenti semplicemente entusiasti di tutti: sì sì e sì dalla triade e il giovane ragazzo appare già favoritissimo per l’eventuale fase finale dello show. Ci vengono mostrati un po’ di artisti in sequenza, tra vari sì e improbabili no. [b]Giovanna Mimunni[/b] è un’attempata imitatrice di Madonna. La 57enne si scatena sulle note di “Give it to me” risultando a tratti esilarante e a tratti raccapricciante. Tre buzz, ma Maria e Gerry la fanno passare al prossimo turno. È [b]Fabrizio Roncalli[/b] a salire sul palco, travestito da Miss Aurora. Balla su canzoni dei cartoni: semplicemente inguardabile. Suonano i 3 buzzer: tre no per lui. Tocca a due ballerini/equilibristi, in arte [b]Gli Improbabili[/b], una via di mezzo tra i Bulgari di Aldo Giovanni e Giacomo e le Tutine di Zelig. Bravi, ma anche abbastanza simpatici. Tre sì. Passa un gruppo numeroso di ballerine insieme ad altri artisti mostratici in un veloce montaggio di immagini. È il turno di [b]Lorenzo Motta[/b], 40enne mammone dall’aria malsana, esperto d’arti marziali (kung fu, per precisione). Nonostante il buzz di Zerbi prende 3 sì e passa. In sequenza si prendono una sequela di “no” una band musicale, un autore di bolle di sapone e [b]Simone Merini[/b], imitatore di Mister Bean. Grassottella e bruttina, [b]Carmen Masola[/b] si candida fin dalla prima inquadratura al ruolo di Susan Boyle italiana. Le ha tutte: è enorme, vestita male e single. Il suo sogno è cantare e vivere facendo questo mestiere. Canta “casta diva” della Norma. Sembra i vedere la parodia della versione inglese, a questo punto l’avrei chiamata Susanna Scaldabagno. È ovviamente brava, non mancano le lacrime dei parenti e gli sguardi esterrefatti del pubblico. Lacrime di Scotti, standing del pubblico e pure un’incursione del conduttore che va sul palco per baciarla. Questo è Copia’s Got Talent. Discorsi strappalacrime “ho fatto volontariato, non mi volevano perché ero grassa”, di nuovo tutti in piedi, Scotti è una valle di lacrime. La pupilla di Maria ora è a forma di percentuale, in attesa dello share di domani. Si passa a [b]Alberto Di Salvatore[/b], in arte Denis, fachiro. Cammina sui vetri, si mette un cacciavite sul naso, si sdraia sui chiodi, con il padre che gli cammina addirittura sopra e si conclude con una mangiatina di fuochi. Maria e Rudy hanno suonato perché avevano impressione, ma tutti e tre i giudici si esprimono positivamente. [b]I pizzaioli acrobatici[/b], in pieno spirito italiano, fanno esattamente ciò che il nome suggerirebbe. Molto bravi, hanno creato delle belle acrobazie. Tre sì anche per loro, al suon di “viva la pizza, viva Napoli” si va avanti. Un imitatore di Celentano si prende 3 no, dopodiché viene rispedita a casa un’improbabile cantante e un altrettanto insolito cantante. Dietro le quinte conosciamo [b]Agnese Perulli[/b], leccese ma di origini giappo-panamensi (ma non conosce i veri genitori), cantante. Il genere è soul/jazz, bella voce (senza essere niente di trascendentale), l’impressione è che lei funzioni più per la storia che per il talento. Tre sì per i giudici. Vanno a casa il pifferaio che intonava “ancora ancora ancora” e pure il barman acrobatico. [b]Angioletta Villella[/b] è una cantante di 62 anni che ama il rock pesante di Vasco Rossi. I giudici si complimentano con lei, è stata un’esibizione abbastanza controversa: Maria dice sì, Rudy no e Gerry, decisivo, la fa passare al prossimo round. Si susseguono poi equilibristi calcistici, motociclistici e un altro breaker: tutti sembrano ottenere il beneplacito della giuria. Poi tocca a un sedicente “cantacontestatore”, che scrive testi di denuncia, pare. Al di là del fatto che sia banale, è pure molto arrogante. Prende 3 no. [b]Gabriella Compagnone[/b], accompagna da un’orchestra, disegna con la sabbia, come la vincitrice super cliccata su Youtube dell’edizione ucraina dello show. Brava, sia lei che la scelta della musica d’accompagnamento. Tre sì. La mezzanotte si avvicina e i provini – ahimè – si susseguono. Si chiude (oooh) con [b]Sergio Cerutti[/b], rimasto senza lavoro e costretto a rifugiarsi nella lirica per sbarcare il lunario. Anche lui canta il Nessun Dorma, stessa esibizione di Paul Potts e Neal Boyle, vincitori in Inghilterra e in America. Ovviamente tre sì e commozione di rito, comprensiva di standing. Finisce qui questa “puntata zero” di Italia’s Got Talent. Opinioni sparse: troppe scopiazzature dalle versioni estere (parlo dei concorrenti): abbiamo la Boyle, il piccolo talento della danza (George Sampsons, vincitore nella seconda edizione inglese), la disegnatrice su sabbia come in Ucraina, il tenore lirico (vincitori della prima edizione inglese e della terza americana), le arzille vecchiette che cercano un posto al sole. È come se in una puntata si fosse voluto imitare e riassumere tutte le edizioni estere in tre ore. Buono il conduttore, che fa (bene) ciò che gli viene chiesto di fare e non sgomita per apparire come farebbe qualche vecchia cariatide, i giudici sono ben assortiti ma a tratti innaturali e un po’ forzati nel loro ruolo stereotipato, anche qui, dai colleghi esteri. Buono il montaggio, disastrosa la durata, che eccede di almeno un’ora e mezza rispetto al sopportabile. Da modificare e rimettere in onda, al posto delle varie Corride e Bravi Bravissimi che sono la tristezza di questo paese.

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