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Best UseRH Race 2 | Finalissima in corso
sasi
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10 marzo, 2019 - 11:00
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POSTING FOR THE CROWN

@Krishoes @Casadelvino per questa seconda sfida vi affronterete sul topic:

CHE REALITY SEI?

Su Reality House il tema principale, manco a dirlo, sono i reality e i talent. Li guardiamo, li commentiamo, li critichiamo ma vi piacerebbe viverli realmente? Io ad esempio se ci fosse un'edizione di Survivor in Italia mi fionderei a fare il provino, perché mi piacerebbe mettermi alla prova con la sopravvivenza e le strategie. 

Qual è il reality che sentite più sulle vostre corde? 

 

Due utenti stanno di fronte a me. Utenti, questa è la vostra ultima possibilità per impressionarmi e salvarvi dall’eliminazione.

E’ giunto il momento: dovete postare per la Corona. Buona fortuna... e non mandate tutto a putta*e!

 

Risultati immagini per rupaul gif lipsync for the crown

Krishoes
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10 marzo, 2019 - 11:03
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Di reality e talent show nella vita ne ho guardati tanti.

Ci sono programmi che negli anni hanno perso fascino ai miei occhi, come Amici e l'Isola dei Famosi, altri che guardo ancora con piacere sebbene non ne segua pedissequamente tutte le vicissitudini, come Masterchef e Ballando con le Stelle, alcuni li ho scoperti solo di recente e non posso farne a meno, come RuPaul's Drag Race.

Ma c'è solo uno show che nel corso del tempo è riuscito a mantenere a livelli altissimi il mio gradimento, l'unico che ha segnato in profondità diverse tappe della mia vita: X Factor.

Forse questa sfida di UseRH è segnata nel destino, visto che oggi è il 10 marzo 2019 e X Factor Italia partì proprio il 10 marzo 2008. Undici anni fa. Che coincidenza.

Mi scuso in anticipo se scriverò una vagonata infinita di parole. So che spesso sarebbe meglio riassumere, ma è una sfida cruciale, quindi non posso esimermi dallo scrivere per filo e per segno perché X Factor sia un punto fisso nella mia esistenza.

Ricordo bene dove mi trovavo mentre guardavo la prima puntata dell'edizione italiana. Era un lunedì, e cenavo da mia zia Lina. Conoscevo già il format a grandi linee, perché Leona Lewis era arrivata anche da noi con "Bleeding love" portandomi a documentare sul programma, e mi incuriosiva tantissimo vedere cosa ne sarebbe uscito dalla versione italiana, visto che in giuria c'era la mia conduttrice preferita, Simona Ventura.

Non pensavo assolutamente che negli anni a venire avrei vissuto così tanti momenti legati a canzoni provenienti da questo talent. Oggi non passa giorno in cui, al lavoro o nel tempo libero, non ascolti brani di artisti che hanno partecipato al programma, visto che le mie playlist ne sono piene. Spesso quindi diventano protagonisti di aneddoti della vita quotidiana, coinvolgendo persone a me care.

Basti pensare a "Torna a casa" dei Måneskin, che considero l'emblema della mia amicizia con Annamaria e Teresa, con le quali ogni tanto mi ritrovo a cantarla a squarciagola mentre ci prepariamo per uscire, o "Cherofobia" di Martina Attili, che mio fratello Michele digerisce poco, un po' stranito dalla voce di Martina e dalla costruzione musicale del brano, e vorrebbe che non la mandassi più nello stereo (ma mi spiace per lui, non accadrà!), oppure "Tropicale" di Francesca Michielin e "Impossibile" di Matteo Becucci, che Sandra canticchia sempre.

Tornando molto indietro nel tempo, come dimenticare il pranzo post-esame di stato a casa mia giù in Puglia, con la carbonara in tavola, e in sottofondo "Non ti scordar mai di me" di Giusy Ferreri, che spopolava nelle classifiche. Ricordo bene il commento di Benedetta, che poverina era da poco uscita dall'ospedale: "Questa canzone è un'ossessione, tutte le infermiere la cantavano".

O quando nel 2009, in Germania, ascoltavo sempre la Ferreri nel locale di mio fratello, e una ragazza coreana mi chiese di scriverle su un foglietto di chi fosse quella voce così particolare perché voleva cercare le sue canzoni.

E ancora gli sms scambiati con Chiara durante le puntate della terza edizione, per commentare le esibizioni delle nostre amate Yavanna. Una ragazzina della scuola di canto che frequentavo, che al saggiò cantò commuovendosi "Non sono l'unica" di Cixi. Io stesso che canto "Il diario degli errori" di Michele Bravi in un karaoke a Stoccolma.

Per non dimenticare i concerti di Marco Mengoni e Francesca Michielin vissuti assieme al mio ex ragazzo, l'incontro casuale alla stazione di Milano con gli Aram Quartet, e mio padre che alza il volume della radio al massimo in macchina quando passano "La bambola", "Novembre" e "Ma che freddo fa". Ah, quante ne potrei scrivere ancora.

Ma la mia vita non si è legata a X Factor solo in quanto ascoltatore e spettatore. È diventata componente attiva di un periodo professionale. Per qualche anno sono stato speaker in una web radio, Radio Stonata, e fra i vari programmi presentati, ce ne sono stati un paio focalizzati proprio su questo show ("Stonafactor" e "Stonatalent"). Ho anche collaborato a lungo con il sito All Music Italia ed Eurofestival NEWS, per cui scrivo tutt'ora.

Grazie a loro ho avuto il piacere di intervistare diversi concorrenti dello show. Tra quelli che ricordo Antonio Maggio, Tony Maiello, le Yavanna, Stefano Filipponi, Francesca Michielin, Chiara Galiazzo, Romina Falconi, Cixi, Antonella Lo Coco, Giovanni Caccamo, Nathalie, Davide Papasidero, i Moderni, le Donatella, Ics, Michele Bravi, gli Street Clerks, gli Ape Escape, Alan Scaffardi, Roberta Pompa, Madh e Giò Sada.

Alla luce di tutto ciò, direi che alla domanda "Che reality sei?" non posso non rispondere "X Factor!". Anche perché, nel 2010, partecipai ai provini del talent.

Krishoes
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10 marzo, 2019 - 11:06
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13 giugno 2010. Piazza Cavour a Como.

Avevo seguito ogni singola puntata delle tre precedenti edizioni di X Factor, avevo acquistato cd e partecipato a concerti. Da un anno studiavo canto, con il sogno di diventare anch'io, un giorno, un cantante. A quei tempi inoltre ero passato attraverso una fase di dimagrimento molto importante, ero sicuro di me anche dal punto di vista fisico.

Ci provo, mi butto, cos'ho da perdere? Telefono alla redazione e mi prenoto per il provino. Vengo richiamato e mi dicono di presentarmi il 13 giugno a Como.

Ero elettrizzato, volevo fare una bella figura, passare almeno la prima fase. Mi preparai a lungo per quella selezione, nonostante sapessi dentro di me di non essere all'altezza di un programma del genere.

Cercano la particolarità mi dicevo, io sapevo di avere una voce classica. Cercano persone con esperienza, io ero acerbo da molti punti di vista. Ma la voglia di emergere faceva passare tutto in secondo piano, nella vita come si suol dire, chi non risica non rosica.

Arrivai a Como il giorno prima, in treno, da Brescia. Mi sistemai in hotel e poi andai a fare un "sopralluogo" per capire dove si sarebbero tenuti i provini. Quella sera in Piazza Cavour c'era un concerto di Giuliano Palma and the Bluebeaters. Mi godetti un po' il concerto, per poi tornare in hotel. Volevo riposare, arrivare in forze, sapevo sarebbe stata una lunga e calda giornata.

La mattina dopo successe una cosa buffa che a pensarci mi fa ancora sorridere. Il receptionist del bed and breakfast mi chiese se fossi a Como per i provini di X Factor, io risposi affermativamente, e lui volle un mio autografo "Si sa mai, magari ce la fa".

Mi recai in piazza e presi il mio numero:

Fu una giornata estenuante. Ero arrivato lì da solo, non conoscevo nessuno, ed essendo una persona ansiosa che ha bisogno di tempo per rompere il ghiaccio, ero con il batticuore tutto il tempo.

Ai provini vedi tanti esempi di varia umanità, c'è chi urla tutto il tempo, chi cerca la telecamera, chi sta per conto suo, chi è lì per divertirsi, chi piange, chi viene vestito nel modo più stravagante possibile, chi suona la chitarra e ricrea una sorta di falò con altri aspiranti ecc.

Per fortuna, nonostante facesse caldo, il cielo era nuvoloso, quindi il sole non ci prosciugò tutte le energie. E c'è da dire che la vista mozzafiato del lago sempre stampata di fronte a noi aiutava.

Ci chiamarono in gruppi formati da una ventina di persone, ma il mio numero era ancora molto lontano. Ricordo che a quella data dei provini c'era anche un certo Virginio Simonelli, che solo un anno dopo sarebbe entrato ad Amici, vincendolo. Era anche lui in disparte, solo, lontano dal caos.

Alla fine, nel tardo pomeriggio, chiamarono anche me. C'era chi venne provinato all'interno di un tendone bianco, altri invece vennero portati in una stanza al piano terra dell'Hotel Metropole che si trovava nella piazza. Fra questi, anche io. Si vociferava che nella stanza ci fossero due autori molto severi del programma, un uomo e una donna. Io già me la facevo sotto.

Entrai, e cercai di mantenere la calma, mostrandomi il più possibile sicuro delle mie capacità. Cantai due pezzi, "Hysteria" dei Muse e "Per un'ora d'amore" nella versione di Antonella Ruggiero e i Subsonica. A colpirli fu con molta evidenza il pezzo in inglese.

Mi fecero quindi varie domande. Da dove venissi, cosa facessi nella vita, perché sognassi di entrare a X Factor, che rapporto avessi con i miei genitori. Io risposi onestamente che non avevo un grande rapporto con mio padre. Loro sembrarono entusiasti del dettaglio e mi dissero di aspettare fuori.

Provinarono tutti quelli del mio gruppo, poi venne fuori un'altra donna, presumo fosse un'autrice, e chiamò i nomi a uno a uno. Tutti, tranne il mio. A loro disse di andare, io potevo restare. Mi venne istintivo saltare ed esultare, ma la stessa donna che ci chiamò mi disse che non era certo che avessi passato il turno, visto che ci sarebbero state altre scremature prima di arrivare di fronte ai giudici. Come distruggere l'entusiasmo di un ragazzino!

In ogni caso dopo una ventina di minuti mi fecero fare una breve intervista video, da utilizzare durante il daytime, e mi chiesero di cantare un altro pezzo. Scelsi "Stanco (Deeper inside)" di Marco Mengoni. Presi le mie cose e me ne andai in stazione a prendere il treno per Brescia.

Krishoes
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10 marzo, 2019 - 11:09
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29 settembre 2010. Sesto San Giovanni.

La quarta edizione era partita, dalla redazione di X Factor nessuna traccia. Vabbè, magari ci proverò l'anno prossimo.

Poi un giorno, non ricordo precisamente quale, mentre sono per strada a Brescia, ricevo una chiamata da un numero sconosciuto. Sono proprio loro! Mi chiedono se volessi tornare ai provini, stavolta davanti a Mara Maionchi, giudice degli Uomini dai 16 ai 24 anni, dato che sono previste delle integrazioni nel corso del programma, e io naturalmente accetto. Appuntamento a Sesto San Giovanni mercoledì 29 settembre 2010, in tarda mattinata.

Chiamo immediatamente la mia insegnante di canto per darle la bella notizia. Ci mettiamo subito sotto per provare vari pezzi, visto che il provino si sarebbe tenuto da lì a pochi giorni. Alla fine scelgo "This love" dei Maroon 5, "Bella d'estate" di Mango e "The reason" degli Hoobastank. In caso me ne chiedessero altri, improvviserò.

Stavolta non vado lì da solo, mi faccio accompagnare dai miei amici di università Tiziana, Alessandro e Francesco. Non saprei dire precisamente dove ci trovassimo, era un edificio che da fuori sembrava la classica carrellata di uffici. Entrammo in uno stanzone, saremmo stati meno di una cinquantina.

Aspettai il mio turno chiacchierando e cercando ogni tanto di fare qualche esercizio per scaldare la voce. A un certo punto fui avvicinato da due autori, che non avevo visto a Como. Avevano in mano la scheda che avevo compilato lì al primo provino.

Dissero che era molto interessante la parte dedicata a mio padre, e avevano voglia di approfondire. Mi fecero praticamente solo domande a lui legate. Cosa pensasse del mio hobby, come mai c'erano degli screzi fra noi, se in caso di entrata nel programma sarebbe venuto in trasmissione. Io a un certo punto chiesi "Ma non è un programma di musica? Io vorrei parlare di quello non di mio padre, mi state facendo domande solo su questo". Loro si stranirono e chiusero la conversazione, dicendomi di aspettare il mio turno.

Ho bene in mente la scena di uno dei due che raggiunge un'altra autrice, mi indica col dito, e lei fa una faccia un po' sdegnata. Lì ho avuto la percezione che non si cercasse davvero un cantante, bensì una storia lacrimevole da raccontare. Non voglio dire che ancora oggi sia così, il programma si è evoluto, sono cambiate tante cose, casa di produzione, rete, però chi ha seguito la quarta edizione ricorderà che diversi artisti in gara avevano una "storia" da raccontare. Quell'edizione in Rai seguiva questo leit motiv.

Il fragile rapporto fra Sofia Buconi e il padre, la storia d'amore dei Kymera, la balbuzie di Stefano Filipponi ecc. Fu inoltre l'edizione del "Quando la persona è niente, l'offesa è zero" di Anna Tatangelo.

Ero ormai certo di essere spacciato, ma volevo comunque provarci. Mi chiamarono assieme ad altri due o tre ragazzi, e mi portarono all'entrata della saletta in cui si trovava la giuria, formata in quell'occasione da Rossana Casale, Syria e il direttore artistico di Radio Italia Tony Vandoni.

Lì ebbi ancora una volta la certezza di come sarebbero andate le cose. Prima di me c'era un ragazzo, di origini brasiliane se non erro. La stessa autrice sopracitata, quella con la faccia sdegnata, si mise a parlare con lui e gli disse: "Alza le maniche della camicia, fai vedere il tatuaggio. Quando entrerai ti faranno delle domande e ti chiederanno il perché di quel tatuaggio, tu allora gli spiegherai la storia dell'incidente".

Praticamente questo ragazzo era rimasto vittima di un incidente stradale, per fortuna dalle conseguenze non critiche, e decise di fare un tatuaggio per "esorcizzare" il momento. Ecco su cosa si sarebbe basato il suo provino. Ci sta, è televisione, no?

Il mio provino è visibile qui, prese per i fondelli della giuria post esibizione comprese:

https://www.youtube.com/watch?v=cUK5-m29DV8

Non ricordo bene come reagii quando lo vidi in tv. Sicuramente ci sarò rimasto male, ferito da persone che stimavo, però allo stesso tempo essere riuscito ad arrivare a quello step e apparire in tv, mi aveva reso orgoglioso di me stesso, forse qualcosa di buono stavo costruendo.

Avevo timore che quell'esperienza segnasse negativamente il mio rapporto con X Factor, portandomi a smettere di seguirlo. Quello che avevo visto ai provini non mi era piaciuto per niente, ma visto che mi richiamarono, decisi di ritentare l'anno successivo, a Milano, per la prima edizione Sky. A dire il vero fu mia madre a spingermi a riprovarci, dicendomi che nella vita i treni passano una volta sola.

Non mi metterò a raccontare anche quell'audizione, perché a grandi linee ricalcò quella di Como dell'anno prima, solo che stavolta non andò oltre il primo step con gli autori. Non ho nessun rammarico. Crederci sempre, arrendersi mai (cit.)

La cosa più bella è che nonostante tutto io non abbia perso la passione per il programma, e per i talenti che sono passati e passeranno su quel palco. Guardo ancora le audizioni con gli occhi lucidi e il groppo alla gola quando qualcuno ottiene standing ovation e quattro sì.

Mi immedesimo nei sogni di quei ragazzi, che sono stati, e in parte sono, i miei. Vivo tramite i loro successi quello che sognavo quando ero più giovane, senza risentimento alcuno. Ho vissuto anche quella breve fase, l'ho superata, perché mi stava rendendo un essere umano peggiore.

Il sogno di partecipare a X Factor è sempre lì dentro di me, e chissà, magari un giorno farò le valigie e dalla Germania tornerò in Italia per prendere di nuovo parte ai provini. Oppure lì faro qui, perché no.

Da Under sono diventato Over, sono cambiate le mie abitudini di vita, la mia professione, i miei obiettivi, il mio approccio alla musica e le consapevolezze a essa legate.

Però quando prendo un microfono in mano, sento ancora il tremolio alle mani, il brivido lungo la schiena e la gola secca dall'emozione. Che sia il palco del Mediolanum Forum o il locale di karaoke, il fatto che la musica mi faccia stare bene e mi aiuti a sopravvivere, quello non cambia.

Le cose belle prima o poi finiscono, e so che X Factor non durerà in eterno. Spero che quel giorno arrivi il più tardi possibile, perché sono certo che ci rimarrò parecchio male. Sarà come chiudere una lunga fase della vita.

Krishoes
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10 marzo, 2019 - 11:12
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Per chiudere questo progetto biblico, ho deciso di creare una playlist Spotify con dieci brani che ricordano altrettanti momenti in cui la mia vita si è legata, in qualche modo, a X Factor. Stilando la lista mi rendo conto di quanto scrivevo all'inizio: quante esperienze ho vissuto grazie a questo programma, e quanto questo abbia segnato i miei hobby, i miei gusti e il mio lavoro.

1) 22 novembre 2008

Il viaggio nei ricordi parte da Giusy Ferreri. Colsi al volo l'opportunità data dal suo fan club, di cui facevo parte, di partecipare come pubblico al programma "Scalo 76", in onda su Rai 2, presentato da Mara Maionchi e Francesco Facchinetti.

Per la prima volta mi trovavo in uno studio televisivo. Rimasi parecchio stupito dalle dimensioni del posto, piuttosto ridotte rispetto a quello che appariva in tv. Scoprii anche la figura dello scaldapubblico, l'omino che passa fra gli spalti e gesticola al pubblico per farlo applaudire. Viva la spontaneità.

Purtroppo non ebbi la possibilità di incontrarla e farmi firmare l'album "Gaetana", che ai tempi custodivo come una reliquia, ma fu comunque piacevole vederla da vicino. Chi l'avrebbe mai detto che ancora oggi sarebbe stata lì in vetta alle classifiche a suon di dischi di platino. Altro ricordo indelebile: i 40 € di taxi per il tragitto Stazione Centrale - Via Mecenate e viceversa.

2) 3 maggio 2010

C'è un solo artista del quale ho visto più concerti: Marco Mengoni. Fin dal primo provino quel suo modo di cantare mi rapì, decisi di sostenerlo nel corso del programma ed ebbi grandi aspettative riguardo al suo percorso discografico. Quest'anno ricorrono i dieci anni dal suo debutto e io sono ancora lì, ad ascoltare la sua musica e emozionarmi con la sua voce.

La mia esperienza live con Marco iniziò il 3 maggio 2010 con il primo concerto all'Alcatraz di Milano del "Re Matto Tour". Seguirono poi la data di chiusura dello stesso tour dell'11 settembre 2010 al Palasharp di Milano, il 26 novembre 2011 al Mediolanum Forum per il "Solo Tour 2.0", il 28 aprile 2012 al PalaBrescia per il tour teatrale, l'8 luglio 2013 in Piazza Loggia a Brescia per "L'essenziale Tour" e il 7 maggio 2015, sempre al Mediolanum Forum, per il "Mengoni Live 2015".

Due altri ricordi a lui legati sono stampati a fuoco dentro me: la vittoria al Festival di Sanremo 2013 con "L'essenziale" - che coincise con il mio primo anniversario di fidanzamento, mi trovavo in un hotel di Venezia con il mio ex ragazzo quando Marco alzò il leoncino - e la partecipazione all'Eurovision 2013, la mia passione più grande. Il mio idolo su quel palco. Guardai quell'esibizione in tv con le lacrime agli occhi, orgoglioso come mai prima.

Potete immaginare la mia emozione quando, per All Music Italia, partecipai alla conferenza stampa di presentazione dell'album "Parole in circolo". Essere vicino a lui, in veste di giornalista, ma con il cuore del fan, è stata una sensazione stranissima. Avrei voluto urlargli in faccia quanto lo stimassi, e abbracciarlo, ma dovevo mantenere un certo contegno. Lo guardavo con gli occhi fieri del fan che vede il suo artista trovare la sua dimensione artistica.

All Music Italia - Marco Mengoni: Conferenza stampa "Parole in circolo"

3) 3 settembre 2011

Durante la quarta edizione di X Factor mi innamorai artisticamente del duo Kymera. C'era qualcosa in quei due ragazzi, Davide e Simone, che mi attraeva. Era come se parlassero anche di me. Probabilmente alla base del mio legame c'era il fatto che fossero una coppia gay. Quello che me li fece prendere a cuore era il modo in cui si posero ai provini e nel corso della gara. La semplicità, la tranquillità, l'eleganza, la voglia di far parlare il talento e non la loro storia d'amore. Il fascino dell'ordinarietà, in una tv troppo piena di stereotipi.

Sebbene fossero criticati, a me piaceva tanto l'incontro delle due voci, un connubio che creava momenti magici, come "Polvere" e "Breathe". Forse la massima espressione del loro mondo musicale, che loro stessi definivano "onirico-suggestivo", e che a suo modo rappresentò un unicum nel panorama musicale italiano, venne fuori nell'unico album di inediti pubblicato, "Argento e nuvole".

Grazie ai Kymera ho conosciuto tante persone con le quali mantengo ancora oggi i contatti su Facebook. Una in particolare è diventata un'amica vera (ciao Eli!). Il ricordo legato ai Kymera è datato 3 settembre 2011, il loro concerto tenuto a Maggianico (Lecco), primo (e unico) incontro con vari fan "kymerici" del duo.

4) 13 aprile 2014

Facciamo un balzo di tre anni e "atterriamo" a Brescia, dove ho vissuto una decina d'anni. A quei tempi come dicevo nell'altro post studiavo canto e mi capitava di prendere parte a saggi e concorsi. Quello del 13 aprile 2014 si tenne in una location suggestiva della città, l'Auditorium San Barnaba. In palio c'era un brano inedito, scritto da Andrea Amati, autore bresciano per vari cantanti di successo, e presente alla serata come giurato. Cantai "The power of love" dei Frankie goes to Hollywood... e mi classificai secondo, portando a casa una sorta di registratore audio e video tascabile, che dovrei ancora avere da qualche parte. Meglio di niente (in realtà rosicavo come pochi, ci tenevo tantissimo ad avere un inedito in italiano, sob).

Cosa c'entra questo con X Factor? Beh, nella giuria del concorso c'era Roberta Pompa, anche lei bresciana, che avevo conosciuto in occasione di un'intervista per Radio Stonata, e che in quel periodo era al lavoro al suo primo EP che vedeva fra gli autori il sopracitato Amati. Roberta è una persona pura, di quelle che dopo averci parlato cinque minuti ti sembrano già amiche. Ricordo infatti che dopo il concorso rimasi a confrontarmi un po' con lei, per capire cosa ne pensasse della mia esibizione, e in generale cosa stava succedendo nella sua vita, dopo l'esperienza di X Factor.

5) 5 febbraio 2015

Dalle esperienze personali, si passa a quelle professionali, la gran parte delle quali è nata sotto il segno di All Music Italia. Il 5 febbraio 2015 io e i miei colleghi e amici Massimiliano e Alessandro di Eurofestival NEWS, fummo invitati a Milano nella sede dell'ufficio stampa Parole & Dintorni per incontrare Chiara Galiazzo, in gara di lì a pochi giorni al Festival di Sanremo. Per l'occasione ci fecero ascoltare in anteprima "Straordinario".

Fu la realizzazione di un sogno. Io, il bambino di 10 anni che nel 1999 al suo primo Sanremo metteva i voti alle esibizioni e componeva le sue classifiche su un foglietto, si ritrovava anni dopo in una stanza a tu per tu con un'artista in gara, con il privilegio di ascoltare un brano prima del tempo. Sono quei momenti in cui dici a te stesso "Ce l'ho fatta".

Eurofestival NEWS - Intervista a Chiara: "L'Eurovision? Magari! Inizierei a lavorarci da subito"

6) 7 luglio 2015

Pochi mesi dopo, mi trovavo sempre a Milano, in un ufficio della Sony Music, per la presentazione di "Madhitation", il primo (bellissimo quanto poco fortunato, sigh) album di Madh. Era il mio concorrente preferito dell'ultima edizione andata in onda l'anno prima, quindi mi recai alla "round table" con grande entusiasmo.

Naturalmente non potevo non fare una delle mie gaffe. Gli scattai una foto (che uscì malissimo e che allego sotto) ma mi dimenticai di togliere il flash. Lo accecai, e provocai le risate di tutti i colleghi presenti. Che vita grama.

Oggi ripenso con un po' di rammarico a quel giorno, non tanto per l'esperienza in sé, che fu molto positiva, perché mi spiace che il talento di questo ragazzo non sia riuscito a fare breccia nel cuore del pubblico. Gli auguro di avere un'altra opportunità prima o poi.

7) 14 ottobre 2015

Passano altri mesi, rimaniamo a Milano, stavolta siamo negli uffici della Universal Music, in via Benigno Crespi. Un raggiante Michele Bravi incontra la stampa per presentare "I Hate Music", l'album che ha segnato il suo ritorno sulle scene dopo il divorzio dalla Sony e la nuova avventura su YouTube.

Michele "il tesorino" mi piaceva tanto, soprattutto umanamente, però non ero impazzito per il suo primo album "A passi piccoli", nonostante qualche perla come "Prima di dormire". Con il suo secondo disco invece fu amore a primo ascolto, grazie soprattutto al potentissimo singolo "The Days", una vera sorpresa inaspettata.

Nelle parole di Bravi di quel giorno si notava la voglia concreta di tornare ad affermarsi sulle scene, con la maturità giusta e il "callo" di chi è caduto, ha toccato il fondo, ed è pronto a rialzarsi. Questa forma mentis lo ha portato fino al palco del Festival di Sanremo con la commovente "Il diario degli errori" (se voglio sfogarmi nel pianto, so quale pezzo ascoltare), per poi proseguire con i successi estivi "Solo per un po'" e "Nero Bali".

Oggi Michele sta attraversando un periodo buio, di crisi, protagonista suo malgrado di una vicenda straziante che lo segnerà vita natural durante. Quando lessi la notizia stetti male tutto il giorno, come fosse successo a un parente stretto. Anche a lui auguro di avere nuove opportunità.

8) 23 ottobre 2015

Ah, che gioia questo ricordo. Party annuale della Rusty Records (a Milano, dove altrimenti?), un'etichetta indipendente. C'erano tanti artisti quella sera, Antonio Maggio, Chiara Dello Iacovo, Amara, Silver e altri.

La mia serata però fu segnata dal primo incontro con Romina Falconi. La biondona di Torpignattara, un pasticcino di donna nel corpo di una femme fatale. Di Romina ricordo le mani calde che stringevano le mie mentre parlavamo di problemi di cuore, i sorrisi sinceri, le risate, gli occhi grandi, i consigli e le parole di sprone. La genuinità, l'umanità. Se dovessi fare il nome di un artista che merita il mondo, beh, farei il suo.

Romina me ne ha raccontate tante, in particolare della sua esperienza (abbastanza negativa) a X Factor, e la genesi degli EP riuniti nell'album "Certi sogni si fanno attraverso un filo d'odio", in uscita qualche giorno dopo.

Lascio qui un piccolo aneddoto fino a oggi segreto. Nell'ottobre del 2017, consapevole della mia fissa e delle mie implicazioni professionali con l'Eurovision, Romina mi contattò su Whatsapp per chiedermi cosa ne pensassi di un'eventuale candidatura del duo Casto-Falconi per rappresentare San Marino. Era il periodo in cui la piccola Repubblica aveva lanciato il concorso online 1in360. Io personalmente sconsigliai loro di prendervi parte, elencando a mio parere i pochissimi pro e i tanti contro, e visto com'è finita, è stato meglio così. Chissà, magari un giorno li vedremo in gara per l'Italia!

9) 12 maggio 2016

Avrei tanto da dire su Francesca Michielin e la sua partecipazione all'Eurovision. Chi segue la sezione musica del forum sa quanto significhi per me la sua musica. Vederla uscire da vincitrice morale dal Festival di Sanremo 2016, e prendere poi il volo verso Stoccolma, mi ha dato quasi un senso d'esistere quell'anno.

Sembrerò esagerato, ma quando vivi una passione a 360 gradi, come succede a me con l'Eurovision, e farti rappresentare, in quanto italiano, da un artista che ami, crea un mix di emozioni che ti fa sentire vivo, giorno per giorno, in attesa della finale del concorso.

Francesca quell'anno prese molto seriamente questo impegno, senza dubbio l'unica artista che a oggi ha dimostrato di essere prima di tutto una vera fan dell'evento. Il posizionamento non mi interessava, sapevo che non avremmo fatto sfracelli per tanti motivi, e quel sedicesimo posto alla fine è passato quasi inosservato, senza intaccare quanto di buono stava costruendo e ha continuato a costruire nella sua carriera.

Dopo un bellissimo concerto del "Nice to Meet You Tour" alla Latteria Molloy a Brescia, la ciliegina sulla torta è stata l'intervista che ho fatto con lei a Stoccolma:

https://www.facebook.com/eurofestival/videos/10154219966319626/

10) 30 gennaio 2018

Questa lunga carrellata di ricordi, che mi fa un immenso piacere condividere con tutti voi, si chiude con un altro incontro pre-Sanremo. Torniamo a Milano, negli studi della Sugar Music in Galleria del Corso. Stavolta sono lì solo con il mio collega Alessandro, per conto di Eurofestival NEWS, per incontrare Giovanni Caccamo, in gara a Sanremo 2018 con "Eterno".

Sapevo che avremmo sentito il brano in anteprima, ma non avevo idea di cosa aspettarmi, perché onestamente non avevo ascoltato i lavori precedenti, a parte "Ritornerò da te", vincitrice della categoria Nuove Proposte.

Scambiammo quattro chiacchiere con lui - ragazzo umile, con un'invidiabile capacità di esprimere i propri pareri in maniera esaustiva e con piacevole pacatezza - e poi ascoltammo "Eterno".

Lo ammetto, sarà che in queste occasioni sono talmente felice, ma volevo piangere. Però sono la classica persona che in presenza degli altri tiene dentro le emozioni e spinge indietro le lacrime. Quella canzone però mi colpì così tanto. Senza dubbio fra i tre brani più belli di quel festival, per me. Da lì nacque il mio sostegno forte mai nascosto per questo brano, molti utenti di Reality House lo ricorderanno.

Eurofestival NEWS - Intervista a Giovanni Caccamo: "Il mio auspicio per l'Eurovision? Un'istantanea che rappresenti l'Italia"

Casadelvino
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10 marzo, 2019 - 11:14
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Ho un sogno.

Sono spesso stato un utopista, osservo la vita con un paio di occhi quasi ideali, onirici. Mi fermo a immaginare i miei desideri e i miei sogni, altalenandoli con la realtà, ma sperando un giorno di spostare i primi nel piano della seconda.

Tra questi, il più grande è di sicuro la musica. Un’arte che per me ha significato tanto, quasi troppo; mi ha salvato da situazioni spiacevoli, ma soprattutto mi ha donato molto su un livello per me essenziale: quello emotivo. La musica per me è emozione, condivisione di messaggi, voglia di comunicare, ed è quello che la mia anima sente il bisogno di vivere, di esprimere, di fare.

Per questo motivo se penso a un reality in cui immergere la mia personalità e la mia esperienza, penso ad X Factor. Non solo sogno di prendervi parte, ma a tratti sento di averlo già fatto. Un percorso di crescita che mette in primo piano l’arte del canto, dei suoni, delle melodie. Un viaggio di massima espressione caratteristica di ogni individuo, che ha voluto porre il suo estro in questo format. Una ricerca di un futuro in cui si possa vivere di musica, come nel mio caso.

Questo reality per me è il simbolo della speranza.

Casadelvino
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10 marzo, 2019 - 11:15
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Pre-Audizioni

I concorrenti di X factor spesso si presentano con un bagaglio di speranze non indifferente, un passato turbinoso, in cui la musica è diventata la valvola di sfogo, essenziale per la sopravvivenza, e necessaria per non perdere la propria essenza.

Per anni ho voluto cantare, ma avevo una voce “strana”, non convenzionale. Spesso questa mia caratteristica è stata oggetto di tortura da parte dei compagni, un appiglio su cui sfogare della cattiveria gratuita, un modo di spostare una passione nascente, in una vera e propria paura di poter mettere piede in un mondo che in realtà bramavi col midollo. E non mi sentivo bene.

Portarti a detestare la tua passione è come portarti a detestare te stesso e il nettare della tua personalità.

Spesso però ci devono essere nei sacrifici. Per poter prendere parte alle audizioni i ragazzi attraversano il bel paese, risparmiano il necessario per poter rincorrere questo sogno in lungo e in largo.

L’arte del canto va appresa, la didattica è necessaria. A volte la parte intrinseca è solo un talento di fondo, ma una base tecnica non deve mancare. Può essere assunta in maniera autonoma, ma spesso necessita di un apporto esterno, razionale, professionale. Volevo andare in una scuola.

Mia madre era la più contraria a questa passione, l’ostacolo genitoriale non è un muretto facile da scavalcare, ma spesso è una montagna. Non avevo mai ricevuto da lei i soldi necessari per la scuola di musica. Per me ogni “no” era demoralizzante, ma non mi lasciavo travolgere.

Quando compii sedici anni allora cominciai a portare il mio curriculum in ogni dove, e venni assunto come cameriere. Una stagione difficilissima, dei colleghi problematici e minimamente di supporto. Ogni sera andavo a lavorare, mentre i miei amici erano a ballare. Avevo bisogno di denaro, e dopo quella faticosa esperienza ebbi la cifra che ricercavo, potevo andare alla scuola di canto. Fu una soddisfazione enorme.

Come un ragazzo che si prestava a proporsi per un'audizione, anche io stavo mettendo tutto al servizio di questo sogno.

Casadelvino
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10 marzo, 2019 - 11:17
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Audizioni

Presentarsi a dei giudici, è sempre il passo più arduo. Devi convincere, devi dimostrare, devi avere la forza necessaria per far comprendere che il potenziale c’è, il talento non è invisibile. Un passo che non puoi evitare, ma che è complesso svolgere perfettamente poiché è quello che sprigiona più fragilità, emozioni, paure.

Avevo provato un concorso prima della scuola di canto, una piccola gara nel mio paese, ma fallendo miseramente, troncato al primo step, con le frasi di rito quali : “ lei è molto simpatico, ma per noi è no, arrivederci”. Mara Maionchi ha più tatto quasi. Mi sentii leggermente devastato sul momento in realtà.

Quando mi iscrissi alla scuola, sapevo che però l’unico giudice che dovevo convincere era mia madre. Madre che non aveva mai creduto nelle mie capacità canore, e che non aveva valutato la mia passione come realizzabile. Non che non mi volesse bene, ma semplicemente non la riteneva una strada che mi potessi permettere di seguire.

Dopo qualche mese arrivò un’esibizione. C’era mia madre, c’erano i miei amici. Ma c’erano anche loro: la mia fragilità, le mie emozioni, le mie paure e la mia voglia di dimostrare.

Presi troppo alla lettera un consiglio datomi in precedenza “vai oltre i tuoi limiti” e feci l’enorme pu***nata di presentarmi con Chandelier di Sia.

Grezzissimo.

 

Quando sei convinto di poter reggere adeguatamente i ritornelli ma il risultato è tipo https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=lDEWuLQDOCA.

A volte si tenta di strafare, presentare qualcosa che va oltre le proprie capacità, per eccessiva fiducia, oppure per un carico di aspetti da dimostrare a qualcuno troppo ingombrante. Spesso porta ai ragazzi a crollare sul palco, e veder sfumare le proprie speranza già al primo incontro con i giudici. Spesso però è uno spiraglio per far riconoscere una goccia di talento e di voglia di lavorare.

Nonostante quei falsetti così tirati, quei ritornelli sbavati, quella fragilità al microfono, le parole mangiate, inghiottite, divorate; ci fu qualcosa. Mia madre mi aveva apprezzato, aveva capito la mia passione e per la prima volta mi stava sostenendo. Si era emozionata, perchè questo a cui voglio puntare, l’emozione. Conobbi la sensazione di comprensione.

Un ragazzo che nonostante un fallimento dell'audizione, riesce a far vedere che ha potenziale, è un ragazzo che vuole combattere. 

Casadelvino
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10 marzo, 2019 - 11:18
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Live Show

Cosa sono i live show? Sono dei banchi di prova continui, seriali. Si cercano le sfaccettature artistiche dei concorrenti, la loro capacità di adattabilità, la loro tecnica, la messa in campo del loro talento. Devi avere il fattore X, devi convincere tutti di averlo.

Avevo cominciato a lavorare seriamente in campo musicale, avevo conosciuto un ragazzo, uno degli uomini più importanti della mia vita. Mi aveva apprezzato, voleva esibirsi con me. Decidemmo di formare un duo, e cominciammo a condividere la nostra musica. Lo chiamerò Jesus ( perché gli assomiglia sul serio lol).

Cominciai nella mia gavetta, i piano bar, le esibizioni per strada, nella scuola, davanti a chiunque volesse immergersi con me nella mia musica, a chiunque volesse ascoltare i miei messaggi. Io e Jesus ci supportiamo a vicenda in ogni dove.

Sul palco di X factor ci sono infinite voci. Voci che lanciano messaggi, voci che si mettono costantemente alla prova, voci che tentano di migliorarsi e sperimentare.
La sperimentazione è un fattore caratteristico del format, cercare di creare la particolarità, l’atmosfera, nuove dimensioni.

Alcune volte ci sono scarsi risultati, però c’è intenzione. Potrei definirmi anche io così.

Quel desiderio di creare un’atmosfera, quella voglia di presentare qualcosa che ti rappresenta, che dimostri la tua unicità ma il tuo talento. Una chitarra, una loop station, una voce, le luci e il fumo. Un arrangiamento base per Mad World, e un ribaltamento della struttura di Luce, il mio timbro che fa da padrone, la mia anima estranea a tutto il resto, intenta solo a concentrarsi su questo. Il dolore e la stranezza della voce straziata in Mad World, il desiderio di una libertà ma che protrae parte di dolore in Luce. Volevo ancora cercare di comunicare.

 

Un’imperfezione che vige libera, non sono esibizioni della vita, ma voglia di mettersi in gioco con la propria idea musicale.

Casadelvino
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10 marzo, 2019 - 11:19
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L’esibizione simbolo

A volte ci si cuce addosso un certo percorso, una destinazione praticamente già stabilita.
“Lui arriverà ottavo” , “A lei do ancora una o due puntate massimo” , “sarà già tanto se arriverà in top 10”.

Però ad una certa, arriva l’esibizione della vita. Un brano eseguito con un tale stile, una certa carica, un esplosione della propria personalità artistica che infrange il muro del pregiudizio, e dà nuova vita all’artista. Penso a “giudizi universali” di Ilaria, “No church in the wild” di Madh, “Look at me now” di Naomi.

Penso a Back to Black.

Il primo brano che ho eseguito insieme a Jesus. Il mio pezzo preferito, la mia idola. Se dovessi mettermi a parlare di quanto questa canzone significhi per me, coprirei altri 5 post, oltre che devierei il discorso. Però posso dire che è la cover che ha cambiato la mia visione artistica.

Quella necessità di esprimere tutto il tuo vissuto, la tua concezione di arte, il tuo carattere. Quale pezzo migliore se non uno che conosci a menadito, in cui ti rivedi a pieno e che potresti rendere tuo senza andare a imitare la tua fonte d’ispirazione quotidiana, anche se spesso ti ha spaventato l’idea di toccare un tale capolavoro che ha segnato i tuoi passi di vita. (ovviamente non mi paragonerò mai a lei, è la mia immensità. Inoltre spero di non averle mai mancato di rispetto, perchè la cosa mi distruggerebbe)

 

Quel giorno ho dato tutto, mi sono messo a nudo sul palco, da solo.

Quel giorno qualcosa è cambiato, perchè qualcuno mi aveva notato.
Ad anni di distanza dalla disfatta di quel concorso di paese, avevo vinto il got talent della mia cittadina.

L’esibizione simbolo è quella che porterai nel cuore sempre, che la riguardi e pensi che non è stata perfetta in realtà, per nulla. Ma quell’imperfezione è un marchio di fabbrica a cui non riesci a rinunciare.

Casadelvino
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10 marzo, 2019 - 11:20
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L’inedito

Diciamoci la verità, sono in pochi i concorrenti che desiderano di vincere. Il realismo e l’estro creativo, oltre alla già citata personalità artistica, in realtà puntano all’inedito.

Quel brano che non solo senti tuo, ma è proprio tuo. Nasce dalla tua interiorità, e lo porti tu per primo al mondo, cercando di condividere quel messaggio più esplicito a cui miravi fin dalle origini.

Ho aspettato per anni un tale momento e dopo la vittoria al got talent ce l’avevo fatta. Un produttore mi avrebbe permesso di incidere il mio inedito. Avevo il morale alle stelle, non mi sembrava vero. Dopo anni il duro lavoro era stato pagato, tutti quei live, quei sacrifici. Una canzone non è nulla, ma la prima canzone è tutto.

 

 

Quelle parole che sentivo così mie, non necessariamente complesse, ma sincere. Quelle esperienze stampate su carta. Vedere parte del tuo essere finalmente trasposto in musica, un mezzo veicolato agli altri. Il tuo dolore è diventato forma di comunicazione.

Una canzoncina, forse prodotta pure male. Ma per te un passo importantissimo. Per ogni artista è un passo importantissima. E non importa quanto venderà, sarà comunque simbolo della tua presenza in questo affascinante mondo, conferma del raggiungimento di una passione che hai lasciato germogliare con il tempo, innaffiandola con il sudore e la speranza.

 


Il mio sogno è vivere di musica, e poterla esprimere il più possibile. Mi emoziona leggerlo negli occhi degli altri, di chi condivide questo sogno con me e di chi lo comprende. Ho già avuto molta fortuna in questi anni,  con il sacrificio ho raggiunto degli obiettivi. Ora ho da poco una nuova band, e chi sa, quando mi sentirò pronto, quando capirò di avere le carte necessarie, quando migliorerò la pronuncia inglese *agh*, forse il mio personale X factor diventerà il vero X factor .

sasi
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10 marzo, 2019 - 11:32
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STOP ALLA PROVA

Esito della prova nel 2022, quando avrò finito di leggere e vedere tutto

 

Risultati immagini per bianca del rio gif

sasi
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10 marzo, 2019 - 12:08
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Ragazzi avete due voci bellissime, complimenti. Sapendolo prima avremmo potuto organizzare una Battle in stile The Voice rofl Davvero bravissimi clap2clap2

Tornando a noi, ho preso la mia decisione 

sasi
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10 marzo, 2019 - 12:13
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@Krishoes shantè you stay

sasi
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10 marzo, 2019 - 12:14
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@Casadelvino per gran parte del gioco ti ho visto seriamente come possibile vincitore. Sei stato bravissimo nelle prove, ci hai emozionato con i tuoi post e soprattutto sei una bella persona. 

Mi ha fatto piacere averti in gara hug

Now, sashay away

Casadelvino
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10 marzo, 2019 - 12:22
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Mi sarebbe piaciuto smuovere i destini, però non ce l'ho fatta.

Vorrei ringraziare sasi e chiunque abbia creduto in me.

In bocca al lupo a kris e ale che hanno meritato la finale

We only said goodbye with words

bilirubina
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10 marzo, 2019 - 12:29
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Io faccio i miei complimenti ad alessandrino e a Krishoes per il passaggio. clap2

Però mi spiace per Casa. plsnot Trovo il suo percorso tra i più belli (con varie prove vinte e con scelte spesso potenzialmente più rischiose - come l'idea di sponsorizzare gli Zen Circus, tra le tante) e, a dir la verità, in quest'ultima prova ho trovato il livello di entrambi i racconti talmente alto e sono stati talmente personali ed incisivi che non mi dispiaceva l'idea di vedere entrambi raggiungere una top3 (à la Masterchef 6). 

Pupi87
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10 marzo, 2019 - 12:35
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clap2clap2clap2clap2

Fa un pò strano non vedere casa arrivare in una finale di un gioco ma ha fatto un percorso di cui andare fiero.

Io anche ho preferito più Krishoes, soprattutto su questa parte

Krishoes ha detto
Ricordo bene dove mi trovavo mentre guardavo la prima puntata dell'edizione italiana. Era un lunedì, e cenavo da mia zia Lina. Conoscevo già il format a grandi linee, perché Leona Lewis era arrivata anche da noi con "Bleeding love" portandomi a documentare sul programma, e mi incuriosiva tantissimo vedere cosa ne sarebbe uscito dalla versione italiana, visto che in giuria c'era la mia conduttrice preferita, Simona Ventura.

Talent always wins tizianaride_png

Scherzi a parte due storie emozionanti! 

Krishoes
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10 marzo, 2019 - 12:40
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Sono scosso. UseRH sta segnando in maniera profonda questo periodo della mia vita. Sarà che quando parte la stagione di lavoro ho ben pochi svaghi, e questo gioco mi sta permettendo di tornare a credere in me stesso su molti fronti, e impegnarmi in qualcosa di mentale, che mette in discussione tanto a livello emotivo.

Per questo ammetto di essermi rigirato spesso nel letto le scorse due notti, col pensiero di cosa sarebbe potuto succedere in questa sfida, e se quello che avevo scritto potesse far comprendere quanto ci tenessi. Come fosse un esame all'università.

Vivo quindi questo risultato come una boccata d'ossigeno, un peso tolto dalle spalle. Sono contento e sempre più grato per essere arrivato in fondo. Qui mi sento capito e non giudicato o frainteso. Sono pronto ad affrontare la sfida finale con serenità.

Ora prendo del tempo per salutare @Casadelvino. Un ragazzo d'oro che ho conosciuto proprio grazie a questo contest. L'ho già detto e non ho paura di ripetermi, quello che si crea attorno alle prove, quello che di umano si costruisce, è un premio pari a quello finale.

La creazione del #TeamDomenicaIn ha portato tanto nella mia vita in questo breve periodo. Non ci conosciamo dal vivo, forse non ci conosceremo mai, ma condividere ormai la quotidianità in quel gruppo Telegram con voi è bello. Mi date sorrisi. E spero continui così.

Alessio, rivedo me stesso in te. Mi sembra di leggere il me ventenne in tanti tuoi post. Il modo in cui mi esprimevo ai tempi, la tua voglia di donarti senza sosta, quella dose di bitchiness che nel tempo si è modificata e placata, i miei sogni a occhi aperti, la passione per il canto, l'amore viscerale per Amy. Ti stimo, sei una risorsa importante per questo forum.

Uscire contro di te sarebbe stata allo stesso modo una conclusione giusta per questo mio percorso, perché è come avere un alter ego più giovane dall'altra parte. Anche questo mi ha spinto a scegliere te, la convinzione, in caso, di mandare in finale chi lo meritava.

Alby
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10 marzo, 2019 - 13:55
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Krish e Casa, voi due ci avete regalato due sfide di Posting semplicemente bellissime. Anche questa volta mi avete colito tantissimo e vi siete raccontati e aperti in modo molto personale ed emozionante. 

Faccio i complimenti a Krish per la vittoria! Non vedo l'ora di leggere il Posting finale con Alessandrino, faccio l'in bocca al lupo ad entrambi! Sarà una bellissima finale excited

Casa, hai fatto un Best Userh davvero molto speciale e originale. Sei venuto fuori alla grande, come sempre. Ci hai messo passione, impegno, ma anche tutto il cuore. Mi sei piaciuto tantissimo e, oltre ad avermi divertito, mi hai fatto emozionare anche tanto, come sai. Puoi essere solo orgoglioso del tuo Best Userh hearthug

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