[img align=left]http://img231.imageshack.us/img231/9148/img0962nr.jpg[/img] Manca ancora un po’ all’approdo televisivo su Skyuno: solo ad Ottobre, infatti, potremo avere un assaggio della prima fase di provini di fronte ai giudici che ieri, al Teatro della Luna a Milano, hanno visto la loro conclusione. Tra pochi giorni, infatti, si registreranno – probabilmente, visto che nessuna comunicazione è stata data al pubblico, a porte chiuse- i Bootcamp, in una location ancora da definire. La conclusione dei provini di fronte ai 4 nuovi giudici del programma, Elio, Arisa e i redivivi Simona Ventura e Morgan, ha tutt’altro che impressionato. A fronte di un buon entusiasmo da parte delle persone presenti fuori dal teatro prima dell’inizio delle registrazioni, il clima è stato ben lontano dall’essere coinvolgente e, complici parecchi fattori che analizzeremo in seguito, la quinta edizione di X Factor non sembra partire con i favori del pronostico. Tanto per cominciare, [b]il ritorno di Simona e Morgan.[/b] Acclamati dal pubblico (lui) e dai media (lei), i due giudici, la cui alchimia mancava ormai da tre anni, non hanno brillato né per simpatia né per preparazione. Se la loro esperienza precedente doveva valere, sulla carta, come un buon motivo per continuare a seguire X Factor anche sul satellite, la loro prestazione di ieri è stata tutt’altro che irresistibile.

A Simona Ventura, forse perché è "Simona Ventura", tutto è dovuto. I suoi giudizi, che già nei primi due anni non si riconoscevano per aderenza alla tecnica musicale, sono diventati, se possibile, ancora più campati per aria. I vari "non mi arrivi" e "non ho sentito l’anima" si sono sprecati, per intenderci. Se questo era prevedibile, però, più sorprendente (negativamente) è stato l’approccio nei confronti di ogni candidata di sesso femminile che mostrasse un briciolo di carattere. E con carattere intendiamo chiunque non fosse arrivata sul palco tremante e/o in lacrime. Patetico il suo tentativo di mettere in difficoltà una ragazza che ha detto di apprezzare Nina Simone, chiedendole di dimostrarlo citando qualche titolo di sue canzoni. Non c’è che dire, la signora sa mettere a suo agio le persone. Altrettanto patetica, se non sconfortante, la continua apologia dell’ignoranza, che andava da un sincero "bravo!" a un signore che non parlava mezza parola d’inglese, rispetto ad applausi di cuore verso una ragazza che aveva lasciato gli studi a 15 anni. Sono questi i messaggi giusti da mandare in onda? Morgan, dal canto suo, è sempre lo stesso: sopra le righe, insofferente verso il pubblico appena questo è in contrasto con le sue idee, dispensatore di commenti finto-tecnici in realtà assolutamente casuali. La sua scelta di vocaboli ricercati e aulici nascondono, nella stragrande maggioranza dei casi, il racconto del nulla. Morgan non ha niente da dire, giudica a pelle come una qualsiasi Mara Maionchi, ma riparandosi dietro a termini completamente fuori dal contesto. Forse, prima di imbattersi in frasi difficili, sarebbe opportuno abituarsi all’uso dei congiuntivi, visto che né lui né la Ventura ne useranno uno per tutta la sera, neppure per sbaglio. [b]Elio[/b], pur sempre il giudice campione in carica, alternava momenti di decifrabile noia a spunti brillanti e decisioni azzeccate, ma è stata [b]Arisa[/b] l’unica nota positiva della giornata: capace di non farsi mai mettere i piedi in testa e di rispondere a tono, è sembrata l’unica a saper cogliere davvero il senso del suo impiego. Cattiva quando doveva esserlo (e mai gratuitamente), tecnica al punto giusto e simpatica al momento di smorzare la tensione. Curioso che l’unico giudice su cui ci si partiva prevenuti si sia in realtà rivelato l’unico capace. Spiazza e irrita la [b]casualità dei giudizi[/b]: viene il dubbio di quante puntate della versione inglese questi quattro signori abbiano visto. Possibile che su 30 candidati l’unanimità sia stata raggiunta solo in due-tre casi? Ogni volta giudizi divisi, anche quando non ce n’è bisogno. Viviamo nel paese in cui ai grandi talenti vengono fatte le pulci, in cui alle belle voci viene imputato di essere "troppo perfette", mentre ai cani – mutuo questo termine da una similitudine azzeccata detta in tal senso dalla stessa Arisa – viene concesso tutto, oltre allo scandaloso passaggio del turno. Così capita che, dopo il postino strampalato, che dovrebbe far ridere e si ritrova invece ai Bootcamp perché "è simpatico, la tua simpatia è il tuo X Factor", una ragazza tecnicamente bravissima, ma tacciata di essere troppo teatrale e poco pop, venga respinta perciò con 2 sì e 2 no. I giudizi sono ogni volta campati per aria, il sì o il no sembrano poter capitare con la stessa aleatoria frequenza, il giudice in questione sembra decidere ogni volta sul momento, incapace di esprimersi nettamente, pure di fronte a delle scelte ovvie. A fronte di questo, naturalmente, [b]la quasi totale assenza di talenti degni di essere definiti tali[/b]. A parte l’unica – meritata – standing ovation, ricevuta da Daniel, un ragazzo che rischiò di non passare il primo provino l’anno scorso, il livello generale è stato assolutamente mediocre, con tanti cantantucoli da Karaoke, solo un paio di voci originali e tante, tantissime stonature. "Eh ero emozionato" sarà la frase chiave per il 99% degli errori della giornata. La sensazione, di fronte alla presa diretta, è che il montaggio potrà fare davvero poco. Questi giudici non hanno nemmeno la metà della serietà che ci si aspetterebbe nel loro compito, tutto viene come al solito declinato all’italiana, con pressappochismo e interi minuti di battute sessuali sui seni di una concorrente. Come dire, Rai o Sky, questa è una mentalità che non cambierà mai.

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