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MFS 2 - Vincitore a pag. 33!
alessandrino
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10 febbraio, 2020 - 13:53
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SETTIMO GALA - RIVINCITE 

 

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MACKLEMORE E @chanel - VIPASSANA

Se si parla di canzoni criminalmente sottovalutate, Vipassana è al primissimo posto per quanto riguarda Macklemore. Passata abbastanza in sordina nella sua versione originale, ha ricevuto un minimo di attenzione in più da parte dei suoi fan in questa versione remixata. Non abbastanza purtroppo, ma questa più che una canzone, è una vera e propria esperienza sensoriale. Vi consiglio di chiudere gli occhi mentre e ascoltare attentamente il rap stranamente disteso di Macklemore.

Vipassana è un’antica tecnica di meditazione buddista, la più antica in India, che si concentra sulla meditazione, sul rapporto tra mente e corpo. Ci mostra le cose come sono in profondità, la loro vera natura. Macklemore ha abbracciato questa filosofia di vita, utilizzando la sua straordinaria penna per raccontare la sua esperienza.  

MC sottolinea l’importanza di vedere il presente come un regalo, perché la vita è un regalo. Concentrandosi sul respiro si può raggiungere un tale livello di concentrazione che ognuno può raggiungere una consapevolezza maggiore di tutto ciò che gli circonda.

Ogni volta che si pensa al futuro MC, come anche me d’altronde, ha  delle aspettative sul suo futuro che sono diventate quasi ossessioni. Non abbiamo la sicurezza di poter realizzare questi desideri, in caso di non raggiungimento dell’obiettivo arriva la sofferenza e la delusione per non esserci riusciti. Le aspettative negli insegnamenti della Vipassana servono a poco perché portando inevitabilmente a sensazioni negative.

Macklemore riprende alcuni concetti della Vipassana, come quello di eliminare tutte i desideri superficiali e le sovrastrutture di una persona. Dovremmo concentrarci sul nostro presente e sulla verità, non sui trucchetti che ci gioca ogni tanto la nostra mente.

Vi ho già raccontato la lotta contro la dipendenza da sostanze stupefacenti di MC e della sua sofferta riabilitazione. La tecnica Vippassana nel suo processo riabilitativo gli è stata utile proprio per concentrarsi solo ed esclusivamente sul suo presente e cercare di non farsi condizionare dal suo passato e dalle dipendenze che hanno dominato gran parte della sua vita.

Ogni volta che si pensa al futuro MC, come anche me d’altronde, tende a fare speculazione e a pretende di raggiungere sempre il massimo in ogni situazione. Non abbiamo la sicurezza di poter realizzare queste nostre aspettative, in caso di non raggiungimento dell’obiettivo arriva il dolore. Le aspettative negli insegnamenti della Vipassana servono a poco, bisogna vivere la vita alla giornata.

Macklemore pensa che la cos più importante sia come il modo con cui trattiamo gli altri. Piuttosto che interrogarci se ci sia o meno un Dio pronto a perdonarci, bisogna agire in modo tale da stare in pace con stessi e con gli altri.

I don't control life, but I can control how I react it
Macklemore sottolinea come la cosa più importante non è quello che ci succede, perché non possiamo controllarlo, ma è come reagiamo e come controlliamo queste reazioni.

Macklemore abbraccia la filosfia Vipassana, che evidenza come la verità sia più importante delle aspettative e distingue cos’è vero e cosa vogliamo che sia vero. Ciò non significa accontentarsi, ma impegnarsi nel presente per poter raggiungere quando si sarà pronti l’obiettivo, come il suo con la musica.

Truth, the only thing that I ever use in moderation
Contrariamente alle droghe e all’alcol di cui ha abusato per gran parte della sua vita, la verità è l’unica cosa che ha usato con moderazione, intendendo che ha mentito molto spesso per cercare di proteggere chi lo circondava. L’effetto è stato inevitabilmente disastroso e l’ha portato ad un passo dalla morte.

La verità è sempre fondamentale, non importa quanto possa essere dura da affrontare. Non si può cercare eternamente la gloria, bisogna cacciare fuori ciò che si ha dentro. Solo così si può raggiungere la vera pace interiore.

Mi rendo conto che la complessità del pezzo possa aver influito a non renderlo estremamente popolare. Il testo non è di facile comprensione, il ritornello forse non è sufficientemente trascinante per poter essere una grande hit internazionale. Il sound è molto raffinato, ha un che di rilassante e tensivo allo stesso tempo.

Questo è un Macklemore totalmente differente a quello che conoscono tutti, ma proprio per questo Vipassana avrebbe meritato maggiore rilevanza e considerazione. Non per diventare una hit da ascoltare in radio tutti i giorni, ma per coinvolgere un tipo di pubblico differente che non è abituato a considerare il rap come un genere capace di poter toccare determinati tasti con una tale raffinatezza e senza retorica. 

 

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FABRIZIO DE ANDRE' E @Emm - AVE MARIA

Per questo Galà volo alto, e seppur consapevole della difficoltà cui vado incontro nel veicolarne il messaggio, porto un tassello fondamentale nella storia del mio Fav Singer, perché sarebbe un tradimento verso Faber non farlo.

 

Siamo nel 1970, Fabrizio De Andrè è un cantautore che sta acquisendo popolarità ma che, per i suoi limiti caratteriali, per la timidezza che lo blocca solo all’idea di cantare in pubblico e per i generi musicali che si vanno radicando nella società italiana, non ha ancora fatto il grande salto. Non è Faber, ecco.
Ciononostante, incide un’opera concettuale che non si può non definire altissima, un progetto assolutamente rivoluzionario per tematica, contenuti e coraggio: La buona novella.

 

Il disco è un concept album molto complesso, che concentra il focus sulle tappe principali della vita di Maria Madre di Dio, partendo dalla sua infanzia, le prime mestruazioni, il matrimonio, l'Annunciazione, il parto, la crocifissione di Gesù, il dolore e le lodi finali. Prende ispirazione dai Vangeli Apocrifi, che si dissociano cioè in parte dalla versione ufficiale della Bibbia e per questo vengono esclusi dalla liturgia ufficiale. E cinquant’anni fa la censura della Chiesa era una mannaia molto più affilata di oggi.

 

Del suo lavoro, Faber orgogliosamente dice:

«Quando scrissi "La buona novella" era il 1969. Si era quindi in piena lotta studentesca e le persone meno attente - che sono poi sempre la maggioranza di noi - compagni, amici, coetanei, considerarono quel disco come anacronistico. Mi dicevano: "Ma come? Noi andiamo a lottare nelle università e fuori dalle università contro abusi e soprusi e tu invece ci vieni a raccontare la storia - che peraltro già conosciamo - della predicazione di Gesù Cristo." Non avevano capito che in effetti La Buona Novella voleva essere un'allegoria - era una allegoria - che si precisava nel paragone fra le istanze migliori e più sensate della rivolta del '68 e istanze, da un punto di vista spirituale sicuramente più elevate ma da un punto di vista etico sociale direi molto simili, che un signore 1969 anni prima aveva fatto contro gli abusi del potere, contro i soprusi dell'autorità, in nome di un egalitarismo e di una fratellanza universali. Si chiamava Gesù di Nazaret e secondo me è stato ed è rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Non ho voluto inoltrarmi in percorsi, in sentieri, per me difficilmente percorribili, come la metafisica o addirittura la teologia, prima di tutto perché non ci capisco niente; in secondo luogo perché ho sempre pensato che se Dio non esistesse bisognerebbe inventarselo. Il che è esattamente quello che ha fatto l'uomo da quando ha messo i piedi sulla terra. Ho quindi preso spunto dagli evangelisti cosiddetti apocrifi. Apocrifo vuol dire falso, in effetti era gente vissuta: era viva, in carne ed ossa. Solo che la Chiesa mal sopportava, fino a qualche secolo fa, che fossero altre persone non di confessione cristiana ad occuparsi, appunto, di Gesù. Si tratta di scrittori, di storici, arabi, armeni, bizantini, greci, che nell'accostarsi all'argomento, nel parlare della figura di Gesù di Nazaret, lo hanno fatto direi addirittura con deferenza, con grande rispetto. Tant'è vero che ancora oggi proprio il mondo dell'Islam continua a considerare, subito dopo Maometto, e prima ancora di Abramo, Gesù di Nazaret il più grande profeta mai esistito. Laddove invece il mondo cattolico continua a considerare Maometto qualcosa di meno di un cialtrone. E questo direi che è un punto che va a favore dell'Islam. L'Islam quello serio, non facciamoci delle idee sbagliate.»

 

Lo ha sempre considerato il suo lavoro migliore, ma vendette relativamente poco, sia in rapporto all'ambizione dell'opera che al lavoro profuso, oltre un anno di fatica. Forse i tempi non erano maturi, forse la complessità e il tema sacro (come è chiaro dalle sue parole) frenarono l’utente medio. Se si esce dalla cerchia degli appassionati di De Andrè, il grande pubblico tendenzialmente non lo conosce o non lo ha mai ascoltato. Purtroppo, perché é un opera prestigiosa che meriterebbe molto più onore.

 

Premesso questo, e detto che quasi tutti i pezzi dell’opera si prestano quindi alla consegna del Galà, ho scelto di proporvi quella che considero una piccola gemma, l’Ave Maria.

Il brano è di una dolcezza disarmante, e nella sua brevità è uno dei più delicati omaggi alla figura della donna, ed in particolar modo della madre, nella storia della musica italiana.

La melodia è incredibilmente soffusa, sognante, e se già vi è un’unicità di fondo nel raccontare una simile tematica nella musica leggera, ancor oltre si spinge nella rivoluzionarietà Faber, che non cambia di una virgola il suo stile, tanto che il tappeto musicale per Maria non è così dissimile dall’evocatività di quello di Marinella, Bocca di Rosa o le sue altre donne assolutamente terrene. La parte strumentale sul finale lascia l'atmosfera sospesa, ed il giusto tempo per metabolizzare il messaggio.

Maria qui non è la Vergine: è una ragazza del popolo. Ed è incinta. Se nei brani precedenti De Andrè aveva alluso al fatto che il concepimento non fosse stato propriamente divino, qui continua sulla medesima strada e presenta la madre di Dio in una veste del tutto inedita rispetto alla storiografia classica: una giovane donna, punto e basta.
E come una ragazza qualsiasi, viene guardata dalle altre donne perché bella, giovane e gravida, ma a lei non importa nulla, perché darà alla luce la sua creatura. E’ felice, Maria, ride! Avete mai visto Maria ridere nelle classiche raffigurazioni? Di più, è talmente umanizzata che Faber ce la fa immaginare nel momento del travaglio, preda del dolore. Ma sappiamo che sarà così felice da far sfumare il confine tra i due sentimenti.
Ora che Maria è umanizzata, Faber fa un passo ulteriore, e la accomuna alle altre donne, neanche troppo prima inter pares , omaggiandole tutte nella loro duplice figura di femmine con pulsioni e desideri, e madri o future madri portatrici di vita.

"Femmine un giorno, e poi madri per sempre" è però anche una nettissima denuncia della condizione femminile di allora (va sempre tenuto conto che il Sessantotto era dietro l’angolo, ma per i veri cambiamenti occorrono lunghe gestazioni): la Donna è tenuta a reprimere la propria femminilità per il resto della sua vita, perché la Madre per la società è asessuata, è tenuta solo a badare alla casa, a crescere i figli, a sacrificare se stessa e le sue passioni in nome della famiglia, del marito, della società stessa che a questo l’ha destinata.

 

Quanto sono cambiate le cose in cinquant’anni? Tantissimo per certi versi, pochissimo per altri. Viviamo un’epoca in cui ci riempiamo la bocca di grandi parole, pubblici proclami, raccolte fondi, ma la mentalità patriarcale e maschilista è ancora ben radicata nel tessuto sociale, e non mi spingo oltre i confini italiani se no si aprirebbe una parentesi infinita. Un’epoca in cui forse brani come questo, se si fossero radicati nel comune sentire già cinquant’anni fa, forse le cose sarebbero diverse.

 

Io poi sono circondato da queste complesse incredibili figure. Penso a una donna che trentatré anni fa (Santo Cielo, finchè non l’ho scritto non mi sono accorto della biblica analogia!) ha dato alla luce un figlio molto voluto, che della figura di Maria ha l’insita dolcezza, e quella forza interiore dell’acqua che erode la roccia in un abbraccio inesorabile. E ora penso ad una che ancora mamma non è, ma manca poco: è una delle mie migliori amiche e tra meno di un mese mi renderà simil-zio. E sarà una fighissima mamma pop!

 

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COLDPLAY E @DGS - GLASS OF WATER

Sono stato molto indeciso sul pezzo da portare per questo gala, perché penso ci siano moltissimi brani della ampissima discografia dei Coldplay che non hanno ottenuto il successo che meritavano. Ma tra tutti, per me spicca Glass of Water. La canzone fa parte dell'EP Prospekt's March, il quale contiene molte canzoni scartate o pensate come extra per l'album principale Viva la Vida or Death and All His Friends. Tra questa c'è appunto Glass of Water, che secondo me sarebbe potuta essere una hit mondiale e invece non era nemmeno stata rilasciata come singolo. E' dunque un brano che è finito un po' nel dimenticatoio della discografia del gruppo, ma il caro DGS è qui per riportarlo in luce per chi non lo conoscesse e dargli l'importanza che si merita!

Perché questa canzone meriterebbe molto più successo di quanto ne abbia avuto? 

1. E' estremamente orecchiabile, l'ascolto è facile e smooth, non ha nulla di troppo complesso che richieda particolare concentrazione o analisi, perciò sarebbe stata una canzone che facilmente avrebbe raccolto i consensi degli ascoltatori.

2. Il mood è energizzante, positivo, sincero. Mette il sorriso in faccia alle persone e le fa sentire bene. I Coldplay sono conosciuti per questo genere di canzoni e Glass of Water avrebbe fatto la sua dignitosa figura vicino alle loro hit più famose.

3. La base strumentale SPACCA, ok? Tutto, il riff di chitarra della strofa e del ritornello, il pianoforte, il ritmo della batteria... E' la confezione perfetta per una canzone up tempo del genere. Poi ci sono anche un paio di chicche, come il fatto che il ritornello sia interamente in 7/4, un tempo irregolare difficile da gestire che però in questo caso nemmeno sembra irregolare per come scorra liscio. E poi c'è l'outro di pianoforte che chiude il pezzo in modo più soft, permettendo all'ascoltatore di respirare dopo quattro minuti di pura energia. Insomma, è un gioiellino l'arrangiamento!

4. Il messaggio è molto bello, ovvero di non pensare al futuro come qualcosa di incerto e di cui avere paura, ma di vivere ogni giorno con positività. Nella canzone c'è una persona che chiede a un amico di leggergli il futuro osservando il suo bicchiere d'acqua e se ci sarà il paradiso ad aspettarlo, ma quest'ultimo gli dice di non fare questa domanda, indipendentemente da quanto il bicchiere sia pieno (ovvero quanto sia felice). Nell'outro Chris canta What are we drinking when we're done, just glasses of water , nessuno può prevedere il futuro, dobbiamo smetterla di preoccuparcene o di trovare il modo per conoscerlo: un bicchiere d'acqua non ci farà scoprire cosa è in serbo per noi, è solo un semplice bicchiere d'acqua. 

5. E' un pezzo dal potenziale commerciale enorme. Se fosse stato più esposto al pubblico sono sicuro che sarebbe diventata una hit. Ci sono molte canzoni dei Coldplay che in certi periodi si sentivano ovunque: in radio, in tv, come background music nei negozi eccetera... Se solo avessero riservato a Glass of Water un trattamento solo lontanamente simile invece che di gettarlo nell'oblio! E' una canzone che mi immagino cantato da un gruppo di amici in macchina mentre vanno in vacanza. Posso immaginarmela nella soundtrack di qualche film, o in qualche pubblicità. E sicuramente potrebbe essere un pezzo adatto ai concerti dei Coldplay, con il pubblico in visibilio che salta e si diverte...

Insomma, credo che questa canzone sia la definizione di underrated. Nonostante sia perfettamente in stile Coldplay e abbia un potenziale enorme è stato deciso di nasconderlo piuttosto che di esprimerlo al massimo. Rimarrà comunque una canzone che mi sta a cuore, perché tutt'ora il futuro mi spaventa ma lei riesce a darmi la forza di scacciare via i pensieri negativi e di godermi la vita giorno dopo giorno. 

 

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GIANLUCA GRIGNANI E @amers - IL MOSTRO

Quando ho iniziato il gioco ero convinta di portare soprattutto pezzi dei primi lavori di Grignani, ritengo ci siano capolavori dimenticati o sconosciuti, col procedere delle settimane, e con l'ascolto di dischi che avevo messo nel cassetto, mi sono dovuta ricredere anche su dischi più recenti. Soprattutto su alcune tracce.

Per questo ho deciso di portare Il mostro, pezzo contenuto in A volte esagero del 2014.

Il disco è caratterizzato da suoni rock stile Grignani che alterna ballate a canzoni più ritmate.  

Nel 2014 avevo già ripreso a seguire Grignani e, nonostante mi piacesse il disco, non ho mai apprezzato del tutto la gestione dei singoli estratti (A volte esagero in primis). E non ho mai capito perché non abbiano deciso di far diventare singolo Il mostro, il miglior pezzo del disco e tra i più interessanti dell'intera discografia grignana e che richiama le sonorità di Campi di popcorn. 

 

Perché Il mostro sarebbe stato un singolo perfetto? 

 

Per la musica prima di tutto, musicalmente è un pezzo che ritengo perfetto, che ti cattura sin dalle prime note lente e quasi oscure, per poi salire di potenza con le chitarre (con la presenza di Alberto Radius) nel ritornello e con un assolo di sax che è qualcosa di meraviglioso e unico, che ti incanta e ti rapisce. Sax che poi ritorna anche alla fine dove si mischia con le chitarre in qualcosa di quasi orgasmico. Musicalmente lo ritengo uno dei suoi lavori più riusciti e se l'avessero estratto dopo L'amore che non sai avrebbe contrastato la dolcezza di quest'ultimo in una maniera quasi perfetta.

 

Il testo non è immediato, anzi è abbastanza criptico e con un significato un po' oscuro (che comunque si sposa perfettamente con la musica) ma con un ritornello molto potente e con la voce di Gianluca che scandisce le parole e che non puoi non cantare. Dopo alcuni ascolti però assimiliamo il tutto e iniziamo...

 

Guarda e osserva sono un mostro

Io vengo e ti porto via

Guarda e osserva

E stai attenta la mia è una malattia

Io lo so che stai cercando qualcosa che ti tira su

Ma non l'hai ancora ammesso la droga ti butta giù 

 

Un brano che parla di tentazione, probabilmente di droga (argomento cui Grignani è sensibile), di delusione, un brano che si può prestare a diverse interpretazioni, come penso debbano essere in generale i brani, ma che avrebbe funzionato perfettamente come descrizione intera dell'album e come tassello importante della discografia di Grignani. 

 

Perché doveva essere singolo? Semplicemente perché è un brano con l' impatto più forte, testuale e musicale di A volte esagero e perché avrebbe dimostrato ancora una volta quanto Grignani possa passare dal parlare d'amore a parlare dei problemi esistenziali in maniera perfetta e sempre credibile. 

 

E perché in fondo tutti abbiamo avuto un mostro o siamo stati il mostro 

 

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LADY GAGA E @Krishoes - DANCE IN THE DARK

Arrivato a questo punto del gioco sento di aver dato quello che potevo. Ho centrato il mio obiettivo personale, quello di proporre un brano da ogni album in studio di Gaga. Nel farlo, ho voluto mostrare il suo eclettismo, permettendovi di conoscere il suo lato più umano oltre il "genio" musicale e tramite parte del suo repertorio, raccontare anche di me.

Questa volta ho scelto di schierare "Dance in the dark", incluso nell'EP "The fame Monster", lanciato per la promo radiofonica solo in Australia e Francia. Nei piani della Interscope, il brano avrebbe dovuto seguire "Telephone" come terzo singolo estratto, sostituendo così "Alejandro", poi selezionato su insistenza di Gaga.

Dal punto di vista musicale, "Dance in the dark" è un manifesto della Gaga prima maniera. Una piccola perla europop con spiccati richiami alla new wave e un nostalgico arrangiamento retrò, da alcuni critici ritenuta il miglior momento del disco, secondo solo a "Bad romance".

Il brano è universalmente considerato - all'interno della fanbase di Gaga - una mancata occasione di inanellare un'altra hit nella discografia della cantante. La canzone ha comunque avuto la sua importanza, venendo scelta per aprire le date del secondo tour di Gaga, il "The Monster Ball Tour", ottenendo inoltre un'importante nomination ai Grammy Awards del 2011 nella categoria "Best Dance Recording".

Scritta e prodotta da Gaga assieme a Fernando Garibay, "Dance in the dark" rientra fra i miei brani preferiti perché riassume diversi aspetti che trovo affascinanti nella proposta artistica della cantante.

Oltre alla celebrazione degli anni '80 sul piano melodico, nel testo ricco di metafore affronta svariate tematiche: la libertà sessuale, i pregiudizi puritani sulle donne, le debolezze dell'animo umano, la difficoltà nell'affrontare l'ansia.

Nella prima parte del pezzo Gaga paragona un rapporto sessuale a un ballo al buio. All'interno della metafora i problemi che molte donne affrontano nell'accettazione del proprio corpo. Il confronto con la propria fisicità è vissuto talmente male da arrivare a nascondere il corpo nel momento più intimo d'incontro con l'altro, tenendo le luci spente.

Baby loves to dance in the dark
'cause when he's lookin' she falls apart

A rendere insicure le donne spesso gli stessi partner, che sottolineano i loro difetti fisici denigrandole, e minando la loro autostima, invece di apprezzarne le particolarità.

She looks good, but her boyfriend says she's a mess
Now the girl is stressed

Nella seconda strofa la protagonista della canzone viene paragonata ad un lupo mannaro ("The moon lights her way while she's howlin' at him"), con un sorriso da vampiro ("Her kiss is a vampire grin").

Le metafore tenebrose si riferiscono alla parte animalesca che, nell'oscurità della stanza, la donna fa uscire fuori, vivendo a pieno il suo desiderio carnale. Rimane però vittima del pregiudizio che a volte ricorre nel pensiero maschile: nel momento del sesso tutto è lecito, ma a posteriori la donna viene tacciata di essere una poco di buono.

She looks good, but her boyfriend says she's a tramp, she's a vamp
But she still does her dance

"Questi testi sono il mio modo di parlare di come credo che le donne, e alcuni uomini, si sentano sempre innatamente insicuri di se stessi, non in un solo momento, non nell'adolescenza e basta, ma per tutta la vita" ha dichiarato Gaga in riferimento al brano.

Nell'interludio parlato Gaga cita per questo diverse figure iconiche ma fragili che sono andate incontro a una morte tragica, come Marilyn Monroe, Judy Garland, Sylvia Plath e la principessa Diana.

Come dissi già nel primo gala, la forza di Gaga è la capacità di unire la semplicità dei ritornelli a messaggi capaci di scuotere l'opinione pubblica, ma anche far riflettere. "Dance in the dark" a mio parere racchiude quanto sopra e avrebbe meritato di diventare una hit mondiale.

 

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MELANIE MARTINEZ E @Salva - STRAWBERRY SHORTCAKE

Per questo Gala avevo le idee confuse. Ero indeciso se scegliere un singolo o una semplice album track, ma alla fine ho scelto la seconda,  perché mi sentivo maggiormente ispirato. Mi piace proporre qualcosa di sconosciuto, scavare nella discografia degli artista e riportare a galla pezzi dimenticati e poco considerati.

Ho scelto Strawberry Shortcake, un brano appartenente all'ultimo album di Melanie, K-12. K-12 è un album più introspettivo rispetto a Cry Baby, e Strawberry Shortcake è uno dei pezzi più rappresentativi (e a mio parere anche uno dei più belli) dell'intero progetto.

Il brano è una semplice album track, eppure trovo sia una canzone estremamente trascinante e affascinante. Il pezzo presenta ancora una volta le caratteristiche peculiari appartenenti al progetto K-12, partendo dall'utilizzo di effetti sonori fino ad arrivare alla produzione musicale, caratterizzata principalmente dall'uso del pianoforte e degli archi.
La canzone presenta così un ritornello estremamente catchy e radio-friendly, eppure il brano conserva la sua anima profonda, grazie a un testo coraggioso, ricco di figure retoriche.

La canzone parla di quante ragazze hanno imparato fin da giovani che sono apprezzate solo se sono attraenti per gli uomini. Questo fa sì che si sentano regolarmente insicure sul loro aspetto poiché non si adattano agli standard della società. Cry Baby adotta diverse misure per cambiare il suo aspetto in modo da essere considerata più attraente, come ad esempio fare la ceretta e imbottire il reggiseno in modo che il suo seno appaia più grande. A causa di ciò, attira un'eccessiva attenzione da parte dei ragazzi, facendola sentire come se fosse colpa sua se sono distratti da lei. Pertanto, la canzone affronta le molestie sessuali e porta una critica alla cultura dello stupro e alla colpa delle vittime.

Il pezzo si affaccia a tematiche universi, tra le quali anche quella della pubertà. Nella prima strofa Melanie confessa la sua insicurezza riguardo al suo corpo. Il cambiamento del suo corpo provoca timore, e insoddisfatta della forma che sta prendendo inizia a domandarsi perché non assomiglia a una Barbie :

"Feeling unsure of my naked body
Stand back, watch it taking shape
Wondering why I don't look like Barbie
They say boys like girls with a tiny waist"

In questo passaggio Cry Baby esprime tutto il suo rammarico verso il trattamento che le viene riservato da parte dei ragazzi. Il loro desiderio sessuale è troppo forte e a causa della sua gonna corta viene mandata a casa.
Viene vista come un oggetto tanto da arrivare a paragonarsi a una torta di fragole. È considerata eccessivamente provocatorio, e viene così accusata ingiustamente, colpevole di averci messo "la glassa", in questo modo i ragazzi sono autorizzati ad assaggiarla  :

"Got boys acting like they ain't seen skin before
Got sent home to change 'cause my skirt is too short

It's my fault, it's my fault 'cause I put icing on top
Now, the boys want a taste of the strawberry shortcake
That's my bad, that's my bad, no one taught them not to grab
Now, the boys want a taste of the strawberry shortcake"

Melanie vuole essere apprezzata dagli altri, curandosi maggiormente, cerando la sua pelle per renderla più splendente. Successivamente si accorge di aver commesso un errore e che ora la gente le si avvicina solo per il suo aspetto fisico, non andando oltre l'apparenza :

"Gotta make sure that my legs are shiny
Hot wax melting, burn my skin
People all around me watching closely
'Cause it's how I look and not what I think"

Nel bridge però Melanie affronta questa situazione, finalmente si impone e muove un'aspra critica nei confronti degli uomini che non riescono a tenerselo nei pantaloni :

"Instead of making me feel bad for the body I got
Just teach him to keep it in his pants and tell him to stop"

Il brano avrebbe decisamente meritato una maggiore attenzione. Non rispecchia il prototipo del singolo perfetto, ma questa sua "imperfezione" credo sia proprio il suo punto di forza. Nonostante il brano non nasca come canzone spacca-classifiche, io lo trovo adatto a diventare un singolo. Non si ferma solo a un bel ritmo e un motivetto orecchiabile, ma il testo così particolare riesce a rendere la canzone ancora più piacevole e interessante. Il pezzo lancia un messaggio universale, rivolto a tutti, e non solo ai ragazzi. Tenta di educare il suo pubblico, dicendo che le donne non possono essere viste solo come uno spuntino. Non devono giustificarsi se si vestono in maniera attraente, né tantomeno gli uomini possono essere giustificati se rispondono in modo non etico. Il brano affronta una tematica importantissima, che spesso viene tratta in maniera sbagliata. Sono convinto che il brano avrebbe potuto riscuotere un buon successo, grazie anche alla tematica, nella quale possono immedesimarsi milioni di adolescenti (e non solo).

 

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STROMAE E @Vesuvius21 - TE QUIERO

La discografia di Stromae non è ampissima, ma nonostante ciò possiede numerosi brani che avrebbero potuto ottenere molto successo. La canzone da me scelta è un brano estratto dal primo album di Stromae , e si intitola "Te Quiero".

Questo brano fu pubblicato nel 2010 , pochi mesi dopo il successo di Alors on danse, ma non ebbe il successo sperato (solo un oro in francia) . Il testo descrive di un amore finito male , dopo il colpo di fulmine iniziale e il successivo mettere su una famiglia , si arriva al declino che porta la coppia al divorzio. L'amore descritto da Stromae è però un amore non comune, un amore morboso, malato nel testo fa riferimento infatti a un sentimento ossessivo:

Te quiero
Je voudrais être son ombre
Mais je la déteste
Te quiero

Ti voglio
Vorrei essere la sua ombra
Ma la detesto
Ti voglio

Il brano continua con immagini molto d'impatto parlando che il loro bambino diventerà solo di lei, che lui diventerà un senzatetto , con i jeans sporchi e puzzolenti, sull'orlo della disperazione  :

Notre enfant deviendra aussi le sien ensuite
Enfin c'est le juge qui insistera j'imagine
Imagine-moi,
Télé sous le bras et mes jeans sales et puis tout ça

Anche nostro figlio diventerà suo
Alla fine il giudice insisterà, immagino
Mi immagino,
La tv sotto il braccio, i miei jeans sporchi e tutto il resto

Disperazione che arriva al culmine con il verso simbolo della canzone: 

Je l'aime à mort

come solito fare Stromae usa questa frase in maniera ambivalente, in tal forma significa ti amo fino alla morte, ma volutamente può essere vista come:

Je l'ai ma mort

che invece significa "ho la mia morte" , questo insieme a dei versi successivi

Le moral bas en haut d'un pont, d'une falaise ou d'un building
J'aurais l'air d'un con quand je sauterai dans le vide

Giù di morale in cima a un ponte, di una scogliera o di un edificio
Sarò stupido quando salterò nel vuoto

fa riferimento a un possibile suicidio, dando quindi la connotazione di un amore malato e pericoloso. 

A mio modesto parere, questo brano è molto all'avanguardia in relazione alla data di pubblicazione. Si parla del 2010 e oltre a trattare una tematica che negli anni successivi è sempre salita più alla ribalta (amore malato che porta a un suicidio\omicidio), anche dal punto di vista esclusivamente musicale possiamo ritrovare tutte le caratteristiche della musica di successo degli anni avvenire. Sound potente, orecchiabile, forte uso (ma ben equilibrato) dell'elettronica.

Dispiace che gran parte del primo album di Stromae sia a molti sconosciuto, come dissi infatti nel primo gala , io stesso ho iniziato a capire l'imponenza di Stromae come artista solo dal suo secondo lavoro, ma andando poi a ritroso si può notare che tutti gli elementi che hanno reso  Formidable\Papatoui\Tous le meme vere hit mondiali erano già presenti anni prima, e che quindi anche diversi brani presenti nel suo primo disco avrebbero meritato maggior fortuna. wink

alessandrino
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10 febbraio, 2020 - 14:02
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Vi spiego la formula di questo Gala:

- Tre concorrenti verranno salvati dalle classifiche combinate di Prof. e Giudici (i primi tre classificati).

Tra i quattro concorrenti a rischio:

- uno verrà salvato dal voto del pubblico;

- l'altro dal voto dei compagni che esprimeranno, per l'ultima volta in questa competizione, la loro preferenza su chi salvare. 

- gli ultimi due artisti rimasti andranno al ballottaggio.

 

Il voto è aperto fino alle 19:00 di domani 11/02, orario entro il quale dovranno pervenirmi anche le classifiche di giudici e prof.

@Alby @NotturnoManto @Casadelvino @Edre @vike @mrnace 

Al pubblico chiedo di inviarmi in privato una classifica, dal primo al settimo posto, di tutti i concorrenti!

@FiumediNy @Targaryen @KassaD1 @Juventino95 @xello @melrose. @bilirubina @pesca @edorf @cionfy @Evil 

alessandrino
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10 febbraio, 2020 - 14:09
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Intanto vi posto la classifica del pubblico dello scorso Gala che era rimasta in sospeso e la situazione attuale dei cantanti in gara

CLASSIFICA PUBBLICO SESTO GALA

1. MACKLEMORE

2. FABRIZIO DE ANDRE'/LADY GAGA/GIANLUCA GRIGNANI

5. COLDPLAY/MIA MARTINI

7. MELANIE MARTINEZ

8. STROMAE

KassaD1
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10 febbraio, 2020 - 14:54
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Ho ascoltato quasi tutte le canzoni (mi manco solo le ultime due) e devo dire molte proposte non mi hanno convintosadidaforse quella che non ho proprio capito è stata la proposta di Gaga: capisco il voler proporre 1 canzone da ogni album, ma forse sei stato vittima di questa tua strategia. La canzone non mi convince per niente e dobbiamo ringraziare Gaga ad aver spinto per rilasciare Alejandro: non so quanto avrebbe mai potuto vendere WW perché non la trovo così potente rispetto ad altre. Comunque questo è solo un mio mero giudizio, sicuramente conosci Gaga meglio di me e, per me, non sei stato il peggiore del Gala.

Devo fare i complimenti a Manu che finalmente mi ha conquistato con un pezzo di de Andrèroflanche se non posso sapere se questo pezzo avrebbe funzionato se rilasciato all'epoca.

Krishoes
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10 febbraio, 2020 - 21:44
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KassaD1 ha detto
per me, non sei stato il peggiore del Gala.

Menomale, figurati cosa avresti scritto se fossi stato il peggiore.

 

Comunque grazie per tutta l'importanza che mi stai dedicando da quando sei stato eliminato con tutti i tuoi commenti sempre puntuali.hug

KassaD1
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10 febbraio, 2020 - 21:52
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Krishoes ha detto Menomale, figurati cosa avresti scritto se fossi stato il peggiore.

Comunque grazie per tutta l'importanza che mi stai dedicando da quando sei stato eliminato con tutti i tuoi commenti sempre puntuali.hug

rofl

Gaga è una delle mie artiste preferite e adoro vederla raccontata da fan ancora più accaniti di mehug

Krishoes
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10 febbraio, 2020 - 21:59
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KassaD1 ha detto
Gaga è una delle mie artiste preferite e adoro vederla raccontata da fan ancora più accaniti di mehug  

Coooomunque, giusto per chiarire. Giocare un brano da ogni album non è frutto di una strategia, solo un mio desiderio, per coprire tutte le varie fasi della carriera di Gaga. E l'ho realizzato arrivando al sesto gala dopo aver schierato "Paparazzi" (The Fame), "So happy I could die" (The Fame Monster), "Scheisse" (Born This Way), "Artpop" (ARTPOP) e "Joanne" ("Joanne"), oltre a "Til it happens to you".

Con questo gala ho voluto togliermi uno sfizio perché è uno dei miei brani preferiti (e più iconici tra i non singoli di Gaga), però sono cosciente di avere la scritta "ballottaggio" in fronte. Aggiungo che ho evitato di schierare qualcosa da "A star is born", a chiudere il cerchio, perché secondo me un brano da una soundtrack c'entrava poco con il tema proposto.

KassaD1
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10 febbraio, 2020 - 22:03
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Guarda se fossi stato al posto tuo, avrei schierato Is that alright che reputo una delle ballad migliori dell'ultimo decennioplsnota me distrugge il cuore ogni volta che la sento.

Krishoes
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10 febbraio, 2020 - 22:11
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KassaD1 ha detto
Guarda se fossi stato al posto tuo, avrei schierato Is that alright che reputo una delle ballad migliori dell'ultimo decennioplsnota me distrugge il cuore ogni volta che la sento.  

Ecco vedi, questo è il bello, ognuno la giocherebbe in modo diverso. "Is that alright" mi piace, ma ci sono almeno quattro canzoni che preferisco a quella nella soundtrack.

Oltre al fatto che dopo due ballad e una midtempo non volevo ritornare con un altro pezzo lento, quando Gaga ha fatto più dell'80% della sua carriera con un altro tipo di canzoni. Incanalarla solo in una direzione non penso sia giusto, per quello che è il gioco (anche se probabilmente mi avrebbe portato più su, chissà).

Vesuvius21
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10 febbraio, 2020 - 23:25
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complimenti ad amers per il passaggioclap , e un grande abbraccio a xello che ha lottato fino alla fine rappresentando a pieno il personaggio di mia hug

Per questo gala mi spiace di non essere stato molto prolisso, ma stavo mezzo febbricitante e non riuscivo ad essere molto in me, detto ciò spero che la canzone almeno in parte sia arrivata wink

Alby
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11 febbraio, 2020 - 0:54
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Faccio innanzitutto i complimenti ad Amers per il passaggio del turno e, allo stesso tempo, mi complimento con Xello perché, nonostante i tanti ballottaggi, non hai mai mollato, come sempre, sei riuscito comunque ad emozionare attraverso la musica di Mia Martini e a far conoscere un po' di più su di lei. Inoltre mi ha fatto davvero molto piacere vederti così appassionato, si è visto davvero tutto il tuo amore per questa fantastica artista. 

Macklemore: anche stavolta conosciamo nuove sfumature di MC artista e uomo, nonché anche un po' filosofo, sempre di pari passo con l'utente. Versi di grande impatto, ma anche un'affascinante complessità musicale, raffinata e a tratti quasi maestosa. Al di fuori di questo contest, non conosco la discografia di Macklemore, ma questo è certamente uno dei suoi pezzi più interessanti proposti finora, quindi concordo con le motivazioni della scelta per questa manche. 

De Andrè: non avevo assolutamente idea che De Andrè avesse inciso un lavoro del genere, tanto più mi ha colpito che si tratti di un'opera di cinquant'anni fa. Davvero affascinante la contestualizzazione del brano da parte di Emm, potrebbe essere una vera e propria lezione universitaria su Faber. Canzone molto particolare, a cominciare dalla durante che rende tutto una dolce parentesi, una perla appunto. Felice di aver scoperto questo pezzo. 

Coldplay: Ho saputo dell'esistenza di Glass of Water soltanto pochi giorni fa, per via dell'organizzazione dello Your Team di Masterchef e in effetti non me l'ero andata ad ascoltare, quindi grazie DGS per avermi fatto rimediare. Archiviato questo crossover, devo dire che ho trovato interessante il taglio della presentazione, che passa dagli aspetti tecnici che motivano la scelta a quelli più emotivi. Ascoltando il pezzo ci sono sicuramente dei punti che mi hanno fatto pensare ad una potenziale hit, Nel complesso è sicuramente un brano passato un po' inosservato che meritava più opportunità. 

Gianluca Grignani: sto apprezzando molto l'approccio di Amers a questo gioco, così come il rapporto con Gianluca. Mi piace come ragiona sulla discografia, come torna sui pezzi, fino a scoprire lei stessa qualcosa di più del suo artista preferito, è una roba che è capitata anche a me. A volte si tende a non estrarre come singoli brani così intimi, peculiari e personali, un po' anche scomodi magari o poco likeable, in favore di pezzi più rassicuranti, immediati e universali. Diciamo che capisco il perché non sia stato estratto come singolo, ma allo stesso tempo capisco il perché chi ama Gianluca avrebbe voluto vedere dare più credito e più luci a Il mostro. 

Lady Gaga: Non avevo mai sentito parlare di questo pezzo e in effetti trovo stranissimo il contrasto tra il peso del massaggio e le sonorità con cui è presentato. Molto potenti le sonorità, che effettivamente me lo fanno ben immaginare come una potenziale hit di Gaga dell'epoca, ma mi piace che hai sottolineato come è anche l'impatto sociale che avrebbe potuto avere questo brano a renderlo un'occasione mancata in fatto di visibilità. Il che lo rende anche una scelta molto pertinente ai fini di questa manche. 

Melanie Martinez: Discorso analogo va fatto per Melanie e per la sua Strawberry Shortcake, un ottimo connubio di qualità musicale e di importanza del messaggio veicolato che, come giustamente ci ha detto Salvatore, potevano elevare il pezzo quanto meno a singolo. Ed in effetti io me lo sono piacevolmente immaginato passare per radio. Credo che non sarebbe stato un pezzo che avrei ignorato, ma qualcosa che avrei cercato di shazamare in tempo. Sempre complimenti per il modo curato con cui ci fai entrare nel mondo di Melanie/Cry Baby attraverso l'analisi delle sue canzoni, ne sta venendo fuori anche in questo caso un interessantissimo percorso accademico. 

Stromae: Pezzo super radiofonico e in grado di catturare, tant'è che effettivamente viene da chiedersi come mai lo stia ascoltando per la prima volta solamente adesso. Non vorrei essere ripetitivo, ma anche in questo caso trovo la scelta calzante non soltanto perché il pezzo funziona a livello di sound, ma anche perché tratta una tematica che avrebbe contribuito certamente a far parlare del brano e a farlo girare. Chiaramente un pezzo per vari motivi molto aderente al consueto stile di Stromae, ma che comunque riesce a trovare una sua qualche personalità. 

Si è fatta una certa e ovviamente non ho le idee ancora chiare sulla classifica da stilare, poiché i pezzi presi singolarmente sono riusciti bene o male a convincermi per ciò che riguarda il tema. Spero che la notte porti consiglio e mi faccia chiarire le idee un po' su tutti gli aspetti. Anche stavolta mi sento di fare i complimenti a tutti voi, siete stati molto bravi. 

mrnace
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11 febbraio, 2020 - 14:16
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Bravi! 

macklemore chanel Continui il tuo percorso in simbiosi con Benjamin presentandoci questa bella parentesi musicale distensiva (dal punto di vista della varietà delle proposte una novità rispetto a quanto ci avevi fatto ascoltare sino ad ora) accompagnata da un testo completo.
Interessante e condivisibile il concetto di "governa quello che puoi governare" e in senso più ampio la rigenerazione attraverso l'autoanalisi della filosofia Vipassana, che da perfetto ignorante ignoravo, e ammirevole il modo onesto con cui sei riuscito a narrarla.
Infine, efficace l'idea di presentare la canzone al fine di raggiungere più orecchie possibili cercando così di ampliare il bacino di ascoltatori dell'artista stesso.

de andrè emm Andando a ritroso, con estrema precisione, fra gli anni meno proficui di Fabrizio porti a galla una bellissima canzone, un concentrato di profondità e dolcezza . Dimostri maturità: non solo ti interroghi sull'insuccesso, lo analizzi a fondo e proiettandoti al futuro provi a immaginarti cosa sarebbe accaduto se fosse stata meglio ascoltata, metabolizzata.
Ho apprezzato molto lo sforzo che hai fatto nell'esser riuscito a sviluppare più concetti (contestualizzazione storica, analisi del testo/musica, la maternità anche con l'apporto personale) accorpandoli e sintetizzandoli per dare spazio alle parole di De Andrè.

coldplay DGS Con un elevato spirito pratico (la lista per mettere in luce i punti di forza della canzone soffermandoti sul testo sulla musica sull'impatto radiofonico ecc..) e una caparbietà da venditore professionista poni l'attenzione sull'aspetto commerciale tentando di persuaderci sull'efficacia del pezzo. E ci riesci. Mi spiego meglio. La canzone presa singolarmente non è sicuramente la mia preferita fra le loro proposte ma ascoltandola è difficile non condividere quello che scrivi: non è dissimile dalle altre loro hit vuoi per la musicalità tipica per il messaggio propositivo per la dose di endorfine che rilascia ascoltandola.

grignani amers Mi piace quando con le proposte saltellate cronologicamente e proponete progetti dai remoti a quelli più prossimi (non conoscendo a fondo questo lavoro mi sono andato a sentire anche L'amore che non sai, solo per farmi un'idea). Molto bella la descrizione tecnico/musicale, approfondita ed esaustiva.
Personalmente trovo Mostro, come spieghi con precisione nella tua personale arringa a difesa del pezzo, diretto efficace e molto rappresentativo di Gianluca e sentendolo in radio probabilmente mi sarei incuriosito, e avrei alzato il volume. Forse altri, però, avrebbero cambiato stazione.

gaga krishoes Come sempre accuratissima lucida e scorrevole descrizone del pezzo. Non mi soffermo sul perchè non la scelsero nè farò il confronto con Alejandro poi selezionata (credo la risposta sia nella sinergia con il mondo della moda per il lancio mediatico: vennero coinvolti più stilisti, un guru della fotografia alla regia della performance/videoclip, la collaborazione con Vogue. Alejandro più adatta per questo aspetto).
La canzone l'ho riascoltata. Mi piaceva e mi piace oggi. E mi piace che hai scelto un pezzo che ti rappresenta pur inconsciamente sapendo che a confronto con altri pezzi estratti è un brano con meno appeal (solo commercialmente, ribadisco). Ricollegandomi alla tua premessa, invece, non credo che il tuo percorso sia arrivato alla fine. Rimboccati le maniche, ripassati la coreografia e ci vediamo al prossimo Gala.

melanie salvatore La chiave di lettura che hai trovato è convincente: sceglierla e promuoverla per il messaggio che manda. Non affatto banale, se si considera l'età media della sua fan base (ma anche agli adulti andrebbe fatta sentire). Molto curato e ricco di dettagli, come al solito, lo scritto che accompagna il pezzo. Sulla singola canzone, con onestà, ho delle perplessità. Mi è mancata l'immediatezza di altre volte, necessita di più ascolti. Ho preferito salvatore a melanie, ecco. E non è un difetto.

stromae vesuvius21 Uno dei pochi ad aver optato per la via più difficile, prendere un pezzo uscito come singolo e convincerci dell'immeritato insuccesso rivendicandone la bellezza e la forza. La descrizione del testo, intervallata dalla traduzione dello stesso, scorrevole e molto piacevole da leggere. Sul finale avrei approfondito altri aspetti vincenti della stessa; hai puntato molto solo sul testo (ed è condivisibile visto il messaggio onesto e privo di retorica). In ogni caso recuperi con la canzone, ritmata e godibile.

NotturnoManto
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11 febbraio, 2020 - 15:00
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Macklemore: restando sul livello della mera canzone, essa ha necessitato di vari ascolti, reiterati i quali sono passato da una sorta di disinteresse a un più convinto apprezzamento, soprattutto, restando alla dicotomia che tu hai descritto, nei momenti più ‘tensivi’ (tant’è che mi era anche sorta la curiosità di ascoltare la versione originale, senza riuscire a reperirla però). La vera forza però, secondo me, si innesca tramite il connubio del sound con il significato testuale: il tema in sé rischiava una esecuzione testuale un po’ generica, non dissimile da quella di tanti altri brani, ma credo che Macklemore abbia saputo aggirare l’ostacolo adottando un punto di vista specifico, cioè quello di un preciso riferimento culturale, una particolare tecnica di meditazione, trattato però senza retorica, non a caso si percepisce qua e là un certo disincanto, la ricerca di battere altri sentieri, in una complessità di visione che la canzone rende bene. Un luogo testuale che mi è piaciuto particolarmente è il seguente: I use my veins to create the color I paint from / Delve into something til my heart becomes my paint brush, un concetto espresso in modo icastico e in qualche modo poetico che concorre nell’aiutarmi ad apprezzare il brano, e che inoltre trovo simile alle modalità espressive di molti artisti, di tutt’altro genere musicale, che seguo, ed è una cosa positiva perché Macklemore si arricchisce così di sfumature ai miei occhi sorprendenti e che, se penso ai primi Gala, non avrei pensato di riscontrare in un profilo come questo.

Fabrizio De André: il Nicolò Duchini di MFS questa volta ci regala qualcosa di davvero sorprendente. Personalmente ero a conoscenza dell’esistenza di un disco dal concept a suo modo ‘religioso’, ma dal suddetto disco avevo in mente la sola Il testamento di Tito e dunque ho letto con interesse l’articolazione interna dell’opera. Non uso il termine ‘opera’ a caso: è quasi banale a dirsi, ma quando ci si approccia al lavoro di De André si ha realmente l’impressione di trovarsi nella sfera della letteratura, e penso che Emm sappia spesso sfruttare bene questo assist, in questo caso inserendo la Maria della canzone nel novero di altre figure femminili deandreiane, l’altra volta ragionando su diverse sfumature invernali riscontrabili nella sua discografia. Venendo alla canzone, sono contento che si sia puntato, come nel caso di Macklemore, su un brano che tragga la propria tanto dal lato musicale, delicatissimo e sostenuto insieme, quanto da un messaggio che non smette ancora oggi di essere necessario. Poi certo, oggi si può e si deve parlare, per sostenerlo con forza, anche di un altro aspetto, non solo della percezione della figura materna, ma anche del diritto di scelta, per una donna, tra l’esserlo e il non esserlo, in primo luogo. In questo senso, forse un verso come ‘nella stagione di essere madre’ mi farebbe storcere un po’ il naso (come mi capita nella lettura di opere poetiche che comunque amo) in una canzone del 2020, ma, contestualizzando il brano nel suo momento specifico, resta una canzone di bella sensibilità musicale e tematica.

Coldplay: io finora sono stato tra i più costanti sostenitori del percorso dei Coldplay, tuttavia ho l’impressione che a questo giro si siano un po’ persi nella mischia, emergendo poco tanto rispetto al lavoro degli altri concorrenti, quanto a molte delle loro stesse precedenti performance (e, contestualmente, alle altre presentazioni di DGS). Non ne faccio una questione di brano in sé, che mi è piaciuto e che, se dovessi giudicare solo il mero gradimento dei brani, sarebbe certamente nella prima metà della mia classifica: concordo con il fatto che potrebbe essere una hit mancata, che è un brano orecchiabile, positivo ecc però avevi già ragionato, con una profondità sicuramente maggiore, su concetti simili con Up & up, e lì avevo riscontrato una incisività decisamente più netta. In definitiva, ho compreso le tue motivazioni ma penso che non facciano brillare il brano né che lo valorizzino come sono state valorizzate invece altre canzoni.

Gianluca Grignani: anche quando ti muovi tra ere e dischi differenti, riesci sempre a scegliere canzoni interessanti e adatte al tuo scopo. Di questa canzone in particolare ho apprezzato l’oscurità e il pathos della componente musicale e, in un certo senso, l’ermeticità del messaggio. Personalmente – e scrivo questo solo perché tu stessa alludi a diverse interpretazioni possibili - sono sempre favorevole allo sviscerare e all’analizzare le varie prospettive possibili (o quantomeno alcune), però (non so se questo è stato il tuo ragionamento) capita che magari a volte la forza e la suggestione di un brano vengano fatte coincidere proprio  con la sua difficile decifrabilità, per cui in questo caso non trovo la cosa particolarmente penalizzante come poteva essere stato, per esempio, con Destinazione Paradiso, brano molto noto che effettivamente necessitava di qualche spunto in più.

Lady GaGa: dietro Dance in the dark, a mio parere, si annidava un grande pericolo, perché in effetti concordo sul fatto che è stata davvero una potenziale smash hit (personalmente la avrei vista bene al posto di Telephone, ma non di Alejandro, che è probabilmente la sua canzone alla quale sono più legato <3) e quindi temevo un po’ il rischio di battere eccessivamente su questo tasto da parte di Krishoes, che invece si è dimostrato capace di raccontarcela in termini più interessanti, dandoci un nuovo esempio di come la ricerca di sound intriganti e catchy, caratterizzante perlopiù le prime ere di GaGa, si accompagni spesso a messaggi veicolati magari in modo semplice ma ficcante.

Melanie Martinez: brano descritto alla perfezione, la cui forza riesce a essere veicolata in prima battuta dalla semplice presentazione, oltre che ovviamente dal sound e dal testo (anche se personalmente, a livello musicale, ho preferito altre sue canzoni). Trovo che a livello concettuale ci sia una certa rassomiglianza con il racconto di De André fatto da Emm in questa occasione: lasciando da parte evidenti differenze tra i due profili artistici, sono contento che si sia andata a ravvisare la forza del brano anche nella capacità di essere mediatore di messaggi, significati. Nel caso di Melanie Martinez il tutto può magari possedere un qualcosa di didascalico, ma allo stesso tempo è presenta una immediatezza che sicuramente aiuta il suo pubblico nell’assimilazione di concetti importanti.

Stromae: come diverse volte mi capita con Stromae, ho apprezzato il brano, ma allo stesso tempo la presentazione mi suggerisce un certo senso di incompletezza. Concordo sul fatto che l’unione tra tematica ‘forte’ e ritmo trascinante avrebbe potuto fare presa, ma il tuo compito era quello di dimostrare l’ ‘ingiustizia’ del flop e quindi avrei voluto leggere qualcosa in più rispetto a una semplice, neutra descrizione del brano.

Edre
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11 febbraio, 2020 - 15:17
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Buon pomeriggio a tutti!

Per quanto riguarda questo tema, ho cercato di giudicare ognuno in base a ciò che ha inteso come “rivincita”, poiché era un tema che si prestava a più interpretazioni, anche oltre le due già elencate da alessandrino. Siete riusciti tutti quanti a scegliere brani molto validi e in tema, quindi, nel fare la classifica, dovrò guardare esclusivamente alcuni piccoli dettagli “stonati”. In questa fase della gara, è difficile anche per noi.

Macklemore: Il percorso di Macklemore, a mio parere, è in una netta fase di ascesa negli ultimi galà. Dopo un inizio in sordina, si vede chiaramente come stiano iniziando a uscir fuori le sue vere perle, e “Vipassana” è sicuramente tra queste. La presentazione è completa e coerente con un brano che, per la sua musicalità molto raffinata associata a un genere in cui ciò spesso è atipico, non sarebbe probabilmente mai stato una vera e propria hit. Il fatto che, però, non sia considerato in generale dal suo fandom è qualcosa che, da persona che conosceva solo marginalmente Macklemore prima di questo contest, non riesco proprio a comprendere. L’obiettivo finale di giocare un brano meritevole di una rivincita, quindi, è ampiamente raggiunto. Ci sono diversi tipi di rivincita, e non sempre è necessario puntare sulle copie vendute come metro di giudizio: questo brano ne è un ottimo esempio.

Fabrizio De André: Aspettavo questo momento dall’inizio della gara, e non nascondo di essere davvero felice di ascoltare qualcosa di tratto da quell’album della madonna (letteralmente) che è “La buona novella”. Effettivamente, è l’album stesso che necessita di una rivincita: parlare di singoli brani nel caso di Faber, associandoli anche al periodo storico di attività e al modo in cui si "consumava" la musica, poteva essere un po' incoerente. Non sono i singoli brani ad aver reso questo artista un gigante del cantautorato italiano, ma il complesso di tematiche trattate e l’impatto sociale della sua discografia nel complesso. A questo proposito, sì, “La buona novella” e, di conseguenza, “Ave Maria”, meriterebbe molto di più, ed è purtroppo relegato allo stato di “album dimenticato poiché precedenti al successo” quando è tra quelli più all’avanguardia come tematiche, nonché tra i primi “concept album” della musica italiana. Non mi voglio soffermare sulla descrizione perché, al solito, è perfettamente a fuoco: in questo caso, mi è bastata la scelta.

Coldplay: La scelta di un brano tratto da “Prospekt’s March” è di per sé rischiosissima, ma l’ho apprezzata. Ci sono brani molto validi che, per un motivo o per un altro, sono scartati dagli album per cui erano originariamente pensati a favore di una visione più chiara dell’album nel complesso. Non per questo, ovviamente, non sono brani validi: “Glass of Water” lo è decisamente, soprattutto da un punto di vista musicale. Ho, al solito, trovato molto interessante la descrizione, soprattutto nelle analisi tecniche del brano, che mi attirano sempre. L’unico problema è il contesto entro la quale si possa collocare la scelta. Mi spiego meglio: “Viva la vida or Death and All His Friends” è probabilmente l’album della consacrazione definitiva dei Coldplay, da cui sono stati estratti singoli, a prescindere da quelli che possono essere i gusti, oggettivamente potentissimi come “Viva la vida”, “Lovers in Japan”, “Strawberry Swing” e “Violet Hill”. Nel voler giustificare la scelta principalmente sul fattore “hit mancata”, e soppesandola rispetto agli altri singoli di quell’era discografica, non riesco a non trovarla meno potente e su un livello un po' inferiore sul piano proprio del "potenziale da hit". Se ci si fosse mantenuti più su un discorso puramente musicale, forse, l’avrei compresa un po’ di più.

Grignani: Complimenti, intanto, per aver superato il ballottaggio, mi fa piacere che sia possibile continuare a seguire il tuo percorso. Continuiamo infatti a scoprire dei brani interessanti e inaspettati di Grignani. Questo lo è stato in particolare, perché, purtroppo, l’immagine del Grignani più recente che avevo era quella di un artista che porta brani carini ma non troppo memorabili al Festival di Sanremo. Non si può dire lo stesso di questo brano, musicalmente davvero interessante e con un tema molto più originale e definito di altri brani più noti. Allo stesso tempo, però, nonostante sia d’accordo con il fatto che da un punto di vista qualitativo sarebbe stato un singolo di tutto rispetto, non riesco a inquadrarlo come uno che, in quel periodo storico, avrebbe potuto guadagnare eccessivi consensi dal pubblico, poiché nella sua bellezza non è del tutto immediato, e alla fine il senso stesso dei singoli è quello di attrarre e permettere vendite. Ciò non toglie, in ogni caso, che il brano è molto bello e meritevole di una rivincita quale possa essere, anche solo nel nostro piccolo, il fatto che tu ce l’abbia fatto conoscere e apprezzare.

Gaga: Mi trovo in estrema difficoltà a giudicare questo brano, perché è stato la mia suoneria per tutto il 2010 e a una certa ero pieno. Ovviamente èunoscherzo.gif, non lo valuterei mai sulla base di questo dettaglio spiacevole, ma ciò fa capire che condivido l’idea che fosse un brano davvero molto, molto meritevole. All’epoca era il mio preferito di “The Fame Monster”. Dovessi pensare, a primo impatto, a quale non singolo di Gaga fosse meritevole di diventare un singolo e una hit, penserei proprio a “Dance in The Dark”. La scelta, a prescindere dal gusto personale, è sicuramente corretta nel suo essere quasi “obbligata”, perché è davvero uno dei brani più iconici e apprezzati tra i non-singoli di Gaga, me l’aspettavo e mi avrebbe stupito se non fosse stato così, anche se in questo contest stupire spesso aiuta e questa componente ovviamente è mancata. Allo stesso tempo, però, leggendo il commento precedente di Alby, che non conosceva il brano, mi rendo conto che per quanto possa essere iconico per chi segue Gaga, non sia così per chi non la segue assiduamente, quindi sì, lasciando l’ottica del fandom, che idolatra DITD, per il pubblico in generale questo brano meriterebbe davvero la rivincita di cui si parla in questo galà.

Melanie: Prima di parlare del brano, vorrei fare i complimenti a Salvatore per come sta conducendo la gara, visto che Melanie era una degli artisti inizialmente meno considerati, mentre sta sempre portando brani di qualità e descrizioni sempre molto centrate. Questo non fa differenza. Nonostante non sia un brano esplosivo, si potrebbe collocare tranquillamente nella serie di hit un po’ “chill” che stanno caratterizzando il pop femminile degli ultimi anni. È un brano musicalmente interessante e allo stesso tempo orecchiabile, quindi riuscirei a vederlo ben piazzato nelle classifiche. Ciò che ci sta venendo mostrato di Melanie è, sostanzialmente, che la qualità tra singoli e non singoli si mantiene costante, c’è cura, attenzione e una certa affezione in entrambi i casi, con i singoli estratti quasi “per caso” tra canzoni equamente meritevoli. L’unica nota che potrebbe essere stonata, ma qui dipende dal parere delle singole persone che giudicano, è che il brano è recente, e ancora non possiamo essere certi al 100% che non otterrà successo. Personalmente, non trovo sia un fattore determinante, però è una cosa che, al netto delle altre scelte, va tenuta in considerazione.

Stromae: Trovo che la scelta di giocare qualcosa dal primo album sia stata corretta, perché nel caso specifico di Stromae sembra davvero che tutti abbiamo magicamente scoperto il talento di questo artista troppo tardi. Il brano mostra che, all’interno della produzione di Stromae, vi sia sempre stata una coerenza di temi e sonorità estremamente rara al giorno d’oggi. Allo stesso tempo, proprio per questa similitudine nelle sonorità, è facile fare il paragone con i brani che hanno determinato il successo di Stromae, e trovo in tutta onestà che a livello radiofonico e immediatezza delle tematiche (nel loro essere comunque atipiche), questi ultimi siano più forti, quindi comprendo le motivazioni che hanno portato l’artista al successo globale con il secondo album. Detto ciò, per quanto riguarda in generale la scelta, comprendo perché sia considerata come una “rivincita” e ne condivido le ragioni.

amers

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11 febbraio, 2020 - 15:40
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Ringrazio ovviamente per i commenti e le critiche 🙂

quando ho scelto il pezzo ero consapevole della difficoltà, non è un brano immediato (anche se nello svolgimento del gala ammetto di non aver pensato alla sua fruibilità). Però allo stesso tempo credo che sia uno dei lavori migliori di Grignani e per questo necessiti di una 'rivincita'.

Casadelvino
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11 febbraio, 2020 - 16:53
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Macklemore: hai presentato perfettamente l'anima e la concezione del pezzo, analizzandolo e descrivendolo in tutti i suoi aspetti. Un riferimento peculiare che instaura un alone di misticità su un brano rap, il che è contrastante quanto intrigante. Mi piace come hai sottolineato che il tuo intento non è quello di richiamare la rivincita in termini commerciali quanto in quelli di riflessione, che era un po' come mi ero immaginato il tema del galà. Il brano è una grower (al quarto ascolto mi convince molto di più che al primo), mi dispiace non aver abbastanza tempo per analizzare come si deve il testo, però ho capito il tuo intento. Mi sembra che tu abbia furbamente costruito un percorso in crescita, e mi complimento per la ponderazione.

Faber:scelta coraggiosissima, un brano di meno di due minuti ho pensato "ma cosa fa?". Però hai contestualizzato perfettamente il perchè della scelta, che nasconde una rivincita di un intero album, di un intero periodo. La tematica religiosa nella musica è molto affascinante anche relegata alla figura di Faber, è stata una scelta oculata. Stai giocando come si deve, contestualizzando e ricavando emozioni dalle scelte, hai un cantante difficile e spesso e volentieri mi sento come in dover di trovare qualcosa che non va, ma raramente ci riesco e insomma, meglio di così?

COldplay: non sono molto contento di questa scelta, mi sembra di rivedere un po' i Coldplay che conosco e non apprezzo molto, piuttosto che quei Coldplay che stavi affascinantemente e saggiamente rivelando e valorizzando. La concezione di rivincita presentata mi sembra tutta relegata  all' "HIT mancata!" e questo purtroppo mi lascia un po' un sapore insipido.

Grignani: Parto dicendo che a me la scelta è piaciuta. Un brano che musicalmente mi colpisce, e che rappresenta la tipica figura di un brano ignorato che merita in realtà una seconda chance dal punto di vista dell'attenzione. Purtroppo però nella tua presentazione, in cui magari mi aspettavo una maggior argomentazione sul perchè della scelta, oltre al "mi ricorda le sonorità di CDP" che poteva essere prolungata come riflessione, ritrovo solo il "non capisco perchè non sia un singolo, io l'avrei fatta singolo" senza capire esattamente cosa per te merita di essere valorizzato. In breve, ti ho trovato un po' sbrigativa nello spiegarlo, perchè il brano è bello e raccoglie molti spunti interessanti non estratti.

Gaga: con te ho riscontrato due problemi principali: la prevedibilità della scelta e il richiamo a un confronto quasi obbligato con uno dei pilastri di Gaga. Dal primo, per la concezione personale del gioco e di questo galà in particolare, ritrovo un po' poco interesse  e un po' una realtà di appartenenza marginale al concetto di rivincita, alla fine è un brano che ha suscitato attenzione, ha avuto anche lui i suoi riconoscimenti come hai sottolineato, semplicemente non è singolo. Il secondo è il paragone obbligato con Alejandro, che mi fa pensare appunto, no la "sconfitta" è stata meritata e per me la rivincita è quasi superflua. Mi aspettavo altro sinceramente, spero di essermi spiegato bene. Rimane comunque a livello musicale e descrittivo, non il lavoro peggiore.

Melanie: hai fatto un ottimo lavoro nello spiegare gli aneddoti del pezzo e la bellezza racchiusa in esso per cui meriterebbe più attenzione e riconoscimento. Il dubbio che però mi porto è che se questo pezzo meriti proprio una rivincita. Si tratta di un brano recente, che comunque in realtà potrebbe ancora fiorire, e per la media di un'artista come Melanie che non è una super pop star, neanche così underrated. Però effettivamente parlando in un contesto più universale posso capire l'attinenza al testo, e il lavoro che hai fatto è tra i migliori, oltre che la canzone è davvero bella.

Stromae: comincio dicendo che non riesco benissimo a capire se hai in testa un percorso per Stromae, perchè non è molto chiaro. Comunque hai fatto un lavoro adatto anche se pure qua  più sulla scia degli errori che ho trovato nei coldplay e di gaga più che su quella dei pregi che ho trovato negli altri. Un po' compitino.

amers

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11 febbraio, 2020 - 17:20
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Grignani: Parto dicendo che a me la scelta è piaciuta. Un brano che musicalmente mi colpisce, e che rappresenta la tipica figura di un brano ignorato che merita in realtà una seconda chance dal punto di vista dell'attenzione. Purtroppo però nella tua presentazione, in cui magari mi aspettavo una maggior argomentazione sul perchè della scelta, oltre al "mi ricorda le sonorità di CDP" che poteva essere prolungata come riflessione, ritrovo solo il "non capisco perchè non sia un singolo, io l'avrei fatta singolo" senza capire esattamente cosa per te merita di essere valorizzato. In breve, ti ho trovato un po' sbrigativa nello spiegarlo, perchè il brano è bello e raccoglie molti spunti interessanti non estratti.

Ovviamente accetto la critica ma in realtà ho detto perché per me deve essere valorizzato, dal punto di vista musicale e testuale. Non mi sono addentrata volutamente sull'analisi del brano perché ho preferito lasciare da parte la descrizione personale in questo gala. Comunque segno gli appunti 🙂

KassaD1
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11 febbraio, 2020 - 17:25
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Ho ascoltato anche gli ultimi 2 brani e devo dire che mi sono piaciuti parecchiosmittenMelanie la conoscevo solo per sentito dire, non avevo mai approfondito la sua discografia e devo dire che rientra proprio nel mio genere d'artista. Stromae è molto particolare e distante dal mio gusto, però la canzone è fighissima.

Krishoes
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11 febbraio, 2020 - 17:43
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Grazie per i commentiiiii.

Apprezzo la grande onestà di Edre che, da fan di Gaga, ha giudicato la scelta in funzione del gala e del gioco. Non è da tutti. Il tuo commento racchiude alla perfezione perché ho scelto questo pezzo e perché è giusto e sacrosanto che lo abbia scelto. Grazie di cuore. 

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11 febbraio, 2020 - 18:16
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Ringrazio i giudici/professori per i commenti wink, posso capire anche alcune delle loro perplessità. 

Forse avrei dovuto sottolineare nella presentazione il fatto che è molto improbabile che il brano possa diventare un singolo (e di conseguenza un successo, anche solo moderato) perché questo nuovo album di Melanie nasce proprio con la voglia di non rilasciare singoli.

In un'intervista Melanie confessò di voler mettere tutte le canzoni sullo stesso piano, dare un senso di unità al progetto e quindi di riservare a tutte la stessa "attenzione".

Inoltre la promozione è stata spostata quasi interamente al film, piuttosto che al progetto musicale. Per questo ho cercato di dare nuova luce a un brano tra quelli che sono passati più inosservati, nonostante la qualità del pezzo in sé.

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