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MOVIE KING 3 - Il vincitore è…
Alby
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16 giugno, 2021 - 8:44
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"It's us. We're choosing who dies"

Chi ha pensato e scritto questo film mi vuole un sacco di bene, non solo per le tinte psicologiche e sociali di questo thriller, ma proprio per l'ambientazione e la struttura con cui è stato concepito. 

Il film parte come vedete nell'immagine, con cinquanta persone disposte in due cerchi attorno ad un marchingegno. Ognuna di esse ha i piedi all'interno di cinquanta ulteriori piccoli cerchi rossi. Nessuno di loro sa dove si trovino o se da qualche parte ci siano altri cerchi come quello. Soltanto qualcuno ha dei vaghi ricordi di come sono finiti lì. C'è una sola certezza: chi esce dal cerchio muore. 

Non solo. Il dispositivo centrale, ad intervalli regolari e ravvicinati, sembra selezionare in modo random uno di loro per poi ucciderlo e rimuoverne il corpo. Con il passare del tempo e con l'osservazione, però, le persone rimaste si rendono conto che non è la macchina a scegliere chi muore, ma sono loro attraverso un meccanismo di voto. 

Ed è qui che dalla folla indistinta cominciano ad emergere i personaggi e le loro storie, i punti di vista differenti, le visioni e le concezioni del mondo. Ognuno è diverso. C'è chi è connotato da una divisa: il poliziotto, il religioso, il veterano di guerra. C'è l'uomo d'affari e l'umile lavoratore. C'è l'uomo che non parla la stessa lingua degli altri, chi ha un colore della pelle diverso, o un orientamento sessuale diverso. C'è chi dice di conoscersi e chi finge di non conoscersi. C'è il fuorilegge, il probabile clandestino. C'è la donna guarita dal cancro. C'è una donna incinta. C'è una bambina. 

Nel breve tempo tra una decisione e l'altra, le persone attorno al cerchio provano a riflettere su cosa fare e su cosa li ha portati lì, forse un esperimento per osservare il loro comportamento, forse qualcuno li ha selezionati in modo che scegliessero chi merita di vivere. 

Ma qual è il criterio per scegliere chi merita di vivere, semmai ce ne fosse uno? 

Le convinzioni e le proposte di ciascuno si scontrano, tra umanità e cinismo, mentre si fa spazio l'idea che soltanto l'ultimo rimasto sarà risparmiato. C'è chi non esita a sacrificarsi e chi, anche a costo di uccidere una bambina o una donna incinta, è disposto a fare di tutto per uscirne vivo. C'è chi si espone puntando il dito contro gli altri e chi cerca di restare fuori dal radar. C'è chi gioca sporco e chi fa appello al buon senso, cercando quella che potrebbe essere la soluzione più etica.

Menzogne, alleanze, strategie, colpi di scena, non mancheranno. 

Un thriller molto affascinante e particolare, che volendo è accostabile anche ad una sorta di macabro reality show (motivo per cui mi ha preso ancora di più). Una scoperta fatta per caso in una di quelle serate in cui non sai cosa guardare e resti piacevolmente sorpreso. 

Phoedred
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16 giugno, 2021 - 15:12
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Un gruppo di adolescenti scopre l'esistenza di un'entità malvagia che si nutre delle paure degli esseri umani e che ha le sembianze di un pagliaccio di nome Pennywise. L'essere, che dimora nelle profondità della rete fognaria, è solo uno dei volti della creatura millenaria nota come It, un mostro senza forma che si risveglia ciclicamente per mietere vittime tra i bambini della città. Per sconfiggerlo, i ragazzi devono restare uniti e mantenere vivo il sentimento di amicizia che li lega.

 

Come scena significativa non posso non mettere quella più emblematica. Ps ogni volta sul finale salto come se fosse la prima.

pesca
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16 giugno, 2021 - 20:11
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VESTITO PER UCCIDERE

TRAMA

Kate Miller è una casalinga sessualmente frustrata in terapia presso lo psichiatra newyorkese Robert Elliott. Durante una seduta presso lo studio del dottore, Kate tenta di sedurlo, ma Elliott rifiuta la sua proposta. Più tardi la donna si reca ad una mostra al Metropolitan e viene intensamente attratta da un misterioso straniero anch'egli in visita al museo. Kate e lo straniero si inseguono reciprocamente attraverso le sale del museo per poi ritrovarsi all'esterno e salire sullo stesso taxi. I due fanno l'amore, prima sul taxi e poi in una stanza d'albergo.

In piena notte la donna si sveglia e, senza far rumore, mentre l'uomo è ancora addormentato, scopre per caso nei suoi documenti che egli è affetto da una malattia venerea. Kate lascia l'appartamento e sale sull'ascensore ma, scendendo, si accorge di aver lasciato l'anello nella stanza. Mentre risale in ascensore per tornare a recuperarlo, improvvisamente le porte della cabina si aprono e rivelano la figura di una donna bionda con indosso un impermeabile e un paio di occhiali da sole scuri, la quale maneggia un rasoio con cui colpisce Kate a morte.

La prostituta Liz Blake scopre il corpo e intravede di sfuggita la bionda assassina, diventando quindi sia la principale indiziata del delitto, sia il prossimo obiettivo dell'omicida. Intanto il Dott. Elliott riceve un messaggio in segreteria telefonica dall'eccentrica "Bobbi", una transessuale che ha in cura e che rivela di essere l'autrice del delitto. Bobbi prende in giro il Dott. Elliott allo scopo di interrompere le loro sessioni di terapia, evidentemente perché questi continua a rifiutare di firmare i documenti necessari perché essa ottenga l'autorizzazione all'intervento chirurgico per il cambio di sesso.

Il medico, preoccupato, va a trovare il nuovo psichiatra della transessuale per tentare di convincerlo che Bobbi è un pericolo per se stessa e gli altri. Intanto Liz, alla cui storia la polizia non ha creduto, fa amicizia con Peter, il figlio di Kate Miller, e insieme progettano di attirare l'attenzione del misterioso assassino. Peter è un inventore e utilizza apparecchi fotografici e una serie di dispositivi riceventi da lui stesso predisposti artigianalmente per seguire i pazienti che escono dallo studio del Dott. Elliott. Peter sorprende Bobbi mentre lascia l'ufficio di Elliott; intanto Liz, all'uscita da un albergo dove si era recata per una prestazione, viene attirata da una figura alta e bionda in parrucca e occhiali da sole. Fugge in taxi e sale su un treno della metropolitana, dove Bobbi attenta alla sua vita, ma la ragazza viene salvata al momento opportuno da Peter che spruzza uno spray in faccia alla transessuale.

Peter mostra all'amica la foto scattata mentre l'omicida abbandona lo studio dello psichiatra: scoprono insieme che si tratta dell'ultimo paziente della giornata. Allora Liz ha un'idea: si fa ricevere da Elliott per tentare di leggere la sua agenda e scoprire così il vero nome di Bobbi. Liz adesca il Dott. Elliott cercando di sedurlo e, con la scusa di andare in bagno, riesce a consultare l'agenda. Quando ritorna, trova Bobbi e capisce che non è una transessuale, ma un travestito dalla doppia personalità: Bobbi e il dottore sono infatti la stessa persona, in cui coesistono due identità. Elliott/Bobbi viene ferito da una poliziotta che ha seguito Liz, e quest'ultima la riconosce come la figura bionda alta che la pedinava dall'inizio. Elliott viene arrestato dalla polizia e ricoverato in un manicomio criminale.

Il dottor Elliott fugge dalla clinica e raggiunge Liz mentre sta facendo la doccia, aggredendola e tagliandole la gola in un sanguinario atto di vendetta. Solo in quel momento Liz si sveglia gridando, rendendosi conto che il "ritorno" di Elliott era solo un sogno.

https://youtu.be/1kBKrf4yTeA

Rio91
Toscana
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16 giugno, 2021 - 22:45
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Così a naso guardando i film di Alta Tensione mi sembra che il mio non c'entra un piffero con le altre scelte lol. Non so come farò a votare dato che gli altri non ne ho visto nemmeno uno toofunny3

semota
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16 giugno, 2021 - 23:23
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Rio91 ha detto
Non so come farò a votare dato che gli altri non ne ho visto nemmeno uno toofunny3  

Io sono una fifona di prima categoria e non solo non guardo horror ma pure l’alta tensione mi ha sempre messo troppa ansia ma mi stupisco di averne visti 3 e mi sono pure piaciuti molto sorpresorofl

L'indovino
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16 giugno, 2021 - 23:51
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Come fai a svegliarti da un incubo, quando non stai dormendo?

 

"L'Uomo senza Sonno" è un film del 2004 diretto da Brad Anderson con protagonista Christian Bale.
Con questo film Bale vince l'Oscar come Miglior Attore Protagonista, per un ruolo che lo costringe a perdere quasi quaranta chili, arrivando a pesarne 55. 
Il personaggio che interpreta è infatti Trevor Reznik, operaio che non riesce a dormire da circa un anno e che è ridotto ad ombra di se stesso: scheletrico ed in continua e completa disgregazione fisica e mentale.

All'inizio della pellicola Trevor si ritrova davanti a un burrone, cercando di buttare un cadavere avvolto in un tappeto, ma viene avvistato da qualcuno che gli punta una torcia in faccia.
Da quel momento ci troviamo a rivivere con lui i momenti critici dell'ultima fase della sua esistenza.
Trevor conduce una vita abbastanza tranquilla e monotona: lavora come operaio in una fabbrica, ha un'amica di letto con cui condivide le sue preoccupazioni, Stevie, e tutte le sere sino all'una e mezza di notte va all'aeroporto e parla con Marie, una graziosa barista.
Ma c'è un piccolo particolare di cui tener conto: l'uomo non riesce a prendere sonno da circa un anno e il suo aspetto diventa sempre più spettrale e anche mentalmente peggiora giorno dopo giorno. La mente inizia a giocargli brutti scherzi: vede un po' ovunque un uomo di nome Ivan che inizia a perseguitarlo.  
Tutto si complica ulteriormente quando Trevor causa un incidente a un suo collega tranciandogli il braccio sinistro. 
Il film assume toni sempre più ansiogeni: Trevor inizia a sentirsi vittima di un complotto, gli amici diventano nemici e una serie di dejà vu si fanno sempre più insistenti in un'ansiogena corsa alla ricerca di una (o più) risposte:
Di chi è il cadavere con cui si apre il film?
Cosa è successo appena prima e appena dopo?
Chi è Ivan?
Chi è Trevor?
Chi o cosa lo perseguita?
Qual è la soluzione del gioco dell'impiccato dei misteriosi post-it?
Cosa è realmente tangibile e cosa è invece solamente realtà onirica?
La pellicola sarà in grado di dare una risposta soddisfacente a queste e altre domande, tutte intrecciate tra loro e parti di un'unica soluzione, senza lasciare spazio a finali aperti!


Questo film è stato capace di perturbarmi pur non essendo un semplice film horror, ma nemmeno un semplice thriller.
L'ho trovato quasi ipnotico nel suo mix di atmosfere misteriose ed oniriche. Parte tranquillo e lento ma la suspence aumenta scena dopo scena e realtà e illusione si mescolano vertiginosamente con l'andare avanti della pellicola ma sempre seguendo il filo.   
Ho trovato inoltre un finale soddisfacente -cosa non sempre scontata- nello sciogliere pian piano la matassa di dubbi posti inevitabilmente dalla dualità realtà tangibile - visioni onirico/paranoiche.
Un gioiellino di incubo che vi consiglio di non perdere!

xello
Napoli

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17 giugno, 2021 - 0:14
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THE RING

TRAMA

Quattro adolescenti muoiono, in luoghi diversi ma alla medesima ora, in circostanze strane. Rachel, zia di una delle vittime, su richiesta della sorella indaga sul mistero, e viene così a scoprire che esiste una videocassetta che, a sette giorni esatti dalla sua visione, porta ad una morte orribile chi la guarda. Nel tentativo di dipanare l'intricata matassa, coinvolge nelle indagini anche il piccolo figlio Aidan e l'ex fidanzato. Il mistero è davvero sconvolgente, ma quando la vicenda sembra avviata a felice conclusione, Aidan, che è sensitivo ed è in contatto telepatico con l'entità che si nasconde dietro la videocassetta, le fa capire che manca ancora un ultimo tassello, fondamentale, per chiudere il cerchio.

TRAILER

 

PERCHE' L'HO SCELTO?

Tra i pochi horror (se non l'ultimo horror) degni di essere chiamato tale. E 'tra sette giorni morirai' ha fatto la STORIA.

 

Alpha
Utente PLATINO

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17 giugno, 2021 - 11:26
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Concordo un po' con tutti i film passati finora, pur non avendoli votati tutti. Mi sono piaciuti molto anche Toc Toc e Ricatto d'amore, due film che mi hanno incuriosita e che ho recuperato, oltre a Signori, il delitto è servito (fan anch'io del Cluedo e dei gialli in generale), La befana vien di notte con la Cortellesi che trovo davvero una bravissima attrice e, per i drammatici, Boyhood molto originale nella sua realizzazione.

Per Musical mi son proprio dimenticata votare, però mi piacciono i film passati.

Alta tensione è la mia categoria preferita. excitedLi ho visti praticamente tutti, mai come in questo caso votare sarà un bagno di sangue (e mi pare anche giusto, vista la categoria).

Alabama Monroe

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17 giugno, 2021 - 18:01
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"Sembrano esattamente come noi, pensano come noi, sanno dove ci troviamo.
Non si fermeranno finché non ci uccidono o noi uccidiamo loro."

 

Us (2019) è un horror-thriller che segna il ritorno al cinema del regista Jordan Peele, dopo Scappa - Get Out (2017). Gli sono bastati solamente questi due film per creare una sua cifra stilistica riconoscibile agli occhi dello spettatore.

Us parla della famiglia Wilson, composta da Adelaide (interpretata dalla fantastica attrice premio Oscar Lupita Nyong'o), dal marito Gabe e dai figli Zora e Jason, che deciderà di trascorrere le vacanze nella loro casa al mare a Santa Cruz in California, nonchè dimora d'infanzia di Adelaide. Proprio a Santa Cruz, quando era solo una bambina, ha vissuto un evento traumatico e i ricordi di quella notte si faranno più vividi mano a mano che alcune coincidenze si susseguiranno.

Appena tornati a casa dopo una giornata al mare passata con gli amici Kitty (Elisabeth Moss) e Josh (Tim Heideker), i Wilson trovano sul vialetto di casa dei visitatori inattesi e inquietanti: quattro persone vestite di rosso che si tengono per mano.
Ben presto si capirà che sono identici a loro, non si sa per quale misterioso motivo; riusciranno ad entrare in casa e inizieranno un gioco all’ultimo respiro. I Wilson dovranno lottare per la loro sopravvivenza

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Non posso dire molto altro altrimenti vi spoilererei il film, ma se vi piacciono gli horror psicologici che hanno molteplici chiavi di lettura allora Us fa per voi.
Gli attori sono di alto livello, anche i più giovani, soprattutto Lupita lascia a bocca aperta; è un film ricco di dettagli, riferimenti e citazioni ad altri film del genere. Non è uno di quei classici horror basato solo su scene splatter esplicite o su jumpscares, ma su qualcosa che si percepisce man mano, per le atmosfere, le musiche e per come si muovono i personaggi.

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Molto interessante è l'argomento centrale, che non è l'etnia o il razzismo, che era centrale nel primo film Get Out,  bensì qualcosa di più trasversale, ovvero la classe sociale : Peele allarga la sua lente su tutti quelli che sono percepiti "diversi" o che non hanno accesso alla vita benestante che conducono i protagonisti sia afroamericani che bianchi di questa pellicola. Il confronto tra le vite differenti condotte dai personaggi e dalla loro versione "Rossa" è il motore della storia di questo film.
Inoltre, il sorprendente/sconvolgente twist finale aggiunge un peso maggiore allo stigma che accompagna chi non appartiene alla classe dominante.

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Alla fine del film si rimane un po' frastornati e i vari indizi e messaggi portano a teorie su come siano andate o andranno veramente le cose; ma secondo me il bello di Us è anche questo: non è scontato e lascia lo spettatore in balia di domande e dubbi, ognuno sarà libero di leggerci un significato diverso. 

Vi lascio il trailer:

semota
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17 giugno, 2021 - 21:41
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Alabama Monroe

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17 giugno, 2021 - 21:44
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@semota non per fare il guastafeste, ma Mommy non era stato già giocato in un'edizione precedente in Drammatico? laugh

semota
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17 giugno, 2021 - 21:46
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Allora cancello il post e controllo.

Ha ragione Alabama quindi ho chiesto al concorrente di cambiare titolo. Ho cancellato tutto subito e non ha visto gli altri titoli.

Scusate, ho controllato anche mille volte tutti i film in tutte le varie categorie ma questo mi era sfuggito 🙁

Alabama Monroe

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17 giugno, 2021 - 22:01
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semota ha detto
Allora cancello il post e controllo.

Ha ragione Alabama quindi ho chiesto al concorrente di cambiare titolo. Ho cancellato tutto subito e non ha visto gli altri titoli.

Scusate, ho controllato anche mille volte tutti i film in tutte le varie categorie ma questo mi era sfuggito 🙁  

Tranquilla Sem, me ne sono accorto subito perchè amo quel film e volevo giocarlo io lol ma ho visto che era stato già giocato nell'edizione precedente

semota
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17 giugno, 2021 - 22:13
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Passiamo allora ad un'altra categoria, opposta alla precedente come emozioni,

ANIMAZIONE

Ricordo che pesca aveva priorità su tutti essendo la prima iscritta

e che è stata la categoria scelta da Targaryen.

In ordine di iscrizione vado a svelarvi i film proposti:

@pesca 

@Alabama Monroe

@Rio91 

@xello 

@Alby 

@L'indovino 

@smiley 

@Targaryen 

@amers 

@Phoedred 

@monechiapi 

 

Ricordo la metodologia di voto aperta per questa tornata di 3 categorie fino a lunedì alle 18.00.

Ogni utente (concorrente e pubblico) avrà a disposizione 10 punti, da distribuire a proprio piacimento per un massimo di 5 film. Non si potrà votare il proprio film.

Potete votare sia per mp che per telegram a @Semota89

Se volete presentare Alta Tensione potete continuare a farlo.

semota
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17 giugno, 2021 - 22:14
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Alabama Monroe ha detto

Tranquilla Sem, me ne sono accorto subito perchè amo quel film e volevo giocarlo io lol ma ho visto che era stato già giocato nell'edizione precedente  

Grazie invece della tempestività nel controllo hug

xello
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17 giugno, 2021 - 23:52
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ALLA RICERCA DI NEMO

TRAMA

La vita nella grande Barriera Corallina è piena di pericoli e insidie quando sei un piccolo pesce pagliaccio e sei la causa delle continue ansie del tuo papà. I protagonisti sono proprio due pesci: Nemo, che trova un sicuro rifugio in un’anemone di mare, e suo papà Marlin, deciso a fare di tutto pur di proteggerlo. Arrivato il giorno della prima gita a scuola nell’Oceano, la preoccupazione di Marlin aumenta a dismisura, tanto che farà scattare in Nemo una specie di ribellione che lo porterà ad allontanarsi e verrà trasportato dalle forti correnti, finendo catturato da una barca di pescatori. Ma suo padre Marlin non si perde d’animo e si mette sulle sue tracce organizzando una vera e propria spedizione per recuperarlo tra mille ostacoli e tanto divertimento.

CURIOSITA'

- Prima ancora che gli venisse dedicato un film tutto suo, Nemo fa una comparsata in Monsters & Co. sotto forma di un pupazzo che Boo porge a Sulley.

Il nome del piccolo protagonista del titolo è un omaggio al Capitano Nemo, celebre comandante del sottomarino Nautilus nel romanzo di Jules Verne Ventimila leghe sotto i mari.

- A differenza dei predecessori, Alla ricerca di Nemo è stato il primo film d’animazione targato Pixar ad essere ambientato al di fuori degli Stati Uniti, per la precisione all’interno della Grande Barriera Corallina nell’Oceano Pacifico, fino ad arrivare a Sydney.

- I classici occhi spenti e opachi tipici della media dei pesci, non erano certo il massimo per dare carattere ai personaggi marini del film. Motivo per cui gli animatori Pixar per delineare gli occhi e le espressioni facciali dei pesci hanno piuttosto preso ispirazione dai cani, decisamente più comunicativi.

- Lo spunto per la storia raccontata in Alla ricerca di Nemo è autobiografico. Durante la realizzazione del film, il co-regista Andrew Stanton comprese di aver sviluppato un atteggiamento protettivo con il figlio. Ecco perché la storia messa in scena è quella emozionale di un padre e della sua sfida nel cercare di essere un buon genitore. L’ambiente marino è anch’esso conseguenza della storia personale di Stanton, che da piccolo cominciò a interessarsi a tutto ciò che è acquatico dopo essere rimasto affascinato da un acquario in uno studio dentistico.

 

Alby
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18 giugno, 2021 - 10:35
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“Nessuno può tirarsi fuori dalla propria storia”

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Soltanto da poco tempo ho cominciato a rivalutare i film d’animazione e ritengo che il genere, ad oggi, sia uno dei più creativi e coraggiosi, sempre meno limitato ad un pubblico di giovanissimi e sempre più in grado di rivolgersi e farsi apprezzare presso un pubblico di adulti.

E Rango, in un certo senso, possiamo ritenerlo un film per adulti. No, un attimo … non in quel senso, mi riferisco alla complessità dei temi trattati, ai riferimenti e al contesto che, seppur con la leggerezza e l’ironia di un film d’animazione, non ha nulla da invidiare ad un film di genere con attori in carne ed ossa.

Rango è un vero e proprio western d’animazione, con la differenza che i protagonisti sono iguane, tartarughe, armadilli, serpenti e naturalmente un camaleonte, Rango. Un personaggio spassosissimo che da vero camaleonte riesce ad adattarsi alla grande, nonostante qualche intoppo, ad un mondo completamente diverso dal suo e ad inseguire il proprio destino, la propria storia.

Rango è un camaleonte domestico che non è mai uscito dalla comodità della sua teca, fin quando durante un viaggio viene smarrito ritrovandosi nel deserto. Dopo essere scampato ad un rapace, incontra un’iguana di nome Borlotta, grazie a cui arriva alla cittadina di Polvere. Polvere ha le sembianze di una città del vecchio west ed è qui che Rango può dar sfoggio alle sue doti di attore ed essere, finalmente, chiunque lui voglia, costruendosi una fama da duro e riuscendo persino a diventare sceriffo, riempiendo di frottole tutti i cittadini. La città di Polvere, però, come suggerisce il nome, ha un enorme problema con l’acqua, una risorsa preziosa che inizia a scarseggiare in modo drammatico, soprattutto quando dei misteriosi ladri rubano l’ultima riserva. Dopo tante avventure, che lo porteranno a credere di più in se stesso, sarà proprio Rango a far luce sul mistero, dimostrando di essere davvero l’eroe che fingeva di essere.

Trovo che Rango, diretto dal genio di Gore Verbinski e vincitore di un Oscar, sia un vero e proprio gioiellino animato che eccelle per trama, grafica, ironia intelligente e godibilità. Al tempo stesso, riesce a veicolare un messaggio importantissimo e a traslare il discorso sui crimini ambientali in un linguaggio trasversale, accessibile appunto anche ai piccolissimi. Da recuperare per restarne affascinati e piacevolmente sorpresi!

Alby
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18 giugno, 2021 - 11:35
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Comunque mi è venuto in mente che da bambino i miei comprarono la videocassetta di Toy Story e durante il finale mi misi a piangere talmente tanto, ero sconvolto, che praticamente li costrinsi a riportarla al negozio. Tornarono con il più “allegrissimo” Il gobbo di Notre Dame. 

monechiapi
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18 giugno, 2021 - 12:53
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Ammetto di essermi stupito quando ho visto che questa pellicola non era ancora stata giocata in questa categoria. Ritenuto universalmente un capolavoro del genere, credo sia tutt'oggi il mio film preferito di questo tipo. Perché? Innanzitutto il merito è soprattutto di quel genio di Kubrick: la regia di Shining è infatti semplicemente sublime, ma parte da una sceneggiatura per me tanto semplice quanto efficace, a sua volta tratta da un romanzo capolavoro (seppur, va detto, Stephen King abbia sempre preso le distanze dalla pellicola, da lui ritenuta non all'altezza del romanzo).

La trama credo sia nota, ma la riassumo in brevissssimo:

Sotto l'influenza malefica dell'Overlook Hotel sulle Montagne Rocciose, dove s'è installato come guardiano d'inverno con moglie e figlio, Jack Torrence sprofonda in una progressiva schizofrenica follia che lo spinge a minacciare di morte i suoi cari.

Qua una delle scene più iconiche del film (se non la più iconica), con un Jack Nicholson magistrale, in quella che, per quanto mi riguarda, rimane a oggi la sua migliore prova attoriale.

La scena è poi diventata oggetto di tantissimi meme, così come diversi altri fotogrammi della pellicola.

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monechiapi
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18 giugno, 2021 - 13:10
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Per questa categoria sono andato di cuore. Toy Story rimane tutt'ora il mio film d'animazione preferito, se non il mio film preferito in assoluto. Intanto è stata la prima VHS regalatami dai miei genitori, un Natale come tanti. Da quel giorno l'ho consumata: ogni giorno volevo vedere Toy Story e poco mi interessava di altri cartoni. 

Per dirvi, tutt'ora la mia casa è riempita di gadget di ogni sorta raffiguranti Woody, ma anche gli altri personaggi. Toy Story è nella cerchia di quei film che guarderei all'infinito per scaldarmi il cuore, pur sapendo tutte le battute a memoria. E poi sentire la voce di Fabrizio scalda sempre il cuore.

Al di là del legame affettivo, Toy Story è sicuramente un film rivoluzionario, che ha cambiato il modo di fare animazione: il primo in assoluto della Pixar, nonché il primo in CGI nella storia dell'animazione. Non si può negare che sia un film che, al di là di trama e realizzazione, deve essere ricordato nei secoli a venire.

Eppure, anche la trama è geniale! Pensare di costruire un film che racconta cosa fanno i giocattoli quando non li vediamo penso sia assolutamente originale. Inoltre, il film tratta temi importanti in modo leggero: come l'accettazione per lo straniero, la dignità di tutto quello che possediamo, la forza dell'amicizia...

La trama in breve:

Nell'universo confinato che è la stanza di Andy i suoi giocattoli si autogestiscono facendo riferimento a Woody il cowboy, da sempre il preferito del bambino. Quando però una festa di compleanno porta in casa lo space ranger Buzz Lightyear, giocattolo nuovo e moderno, gli equilibri e le preferenze cominciano a cambiare, provocando la gelosia di Woody...

In realtà tutta la saga di Woody e Buzz è stupenda, e infatti mi fa piacere vedere anche il terzo capitolo (i pianti sul finale) in gara. 

Vi lascio con alcune delle scene più iconiche, tra cui la mia preferita, quella della Signora Nesbit.

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